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3 indizi sul mercato del greggio dal report annuo sull’energia mondiale di BP

Pubblicato 13.06.2019, 15:36
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 13.06.2019

BP Plc, la compagnia multinazionale britannica di greggio e gas, ha appena pubblicato l’edizione 2019 del suo report statistico sull’energia mondiale. Il report esamina i principali trend dell’energia dall’anno solare 2018.

L’amministratore delegato Bob Dudley nell’introduzione al report si è focalizzato sulla questione delle emissioni di carbonio e sul tentativo di passare a fonti di energia con meno carbonio. Tuttavia, il report contiene dei dati interessanti per i trader del greggio e degli energetici, comprese informazioni sulle riserve petrolifere, sulla domanda energetica e sul gas naturale.

Esaminiamoli nel dettaglio:

1. Le riserve di greggio

BP ha alzato le stime sulle riserve petrolifere provate totali in Arabia Saudita e negli Stati Uniti. Alla fine del 2008, l’Arabia Saudita aveva 264,1 miliardi di barili di riserve petrolifere dimostrate, secondo BP. Alla fine del 2017, il numero era salito a 296 miliardi di barili. Alla fine del 2018, BP riporta che l’Arabia Saudita aveva 297,7 miliardi di barili.

Questi dati porrebbero la quota saudita delle riserve globali provate al 17,2%, seconda al mondo e solo lo 0,3% in meno del Venezuela. E questo evidenzia quanto siano importanti gestione ed accessibilità per tradurre le riserve petrolifere in ricchezza.

Secondo Platts, il Venezuela ha prodotto solo 720.000 barili al giorno a maggio, sebbene abbia più greggio di qualsiasi altro paese. Nel report di BP si legge che le riserve provate USA sono di 61,2 miliardi di barili.

Sebbene alcuni produttori non siano affidabili (ci vengono in mente Venezuela e Nigeria sul breve termine, ma la Russia potrebbe essere un buon esempio sul lungo termine), USA ed Arabia Saudita sono più stabili. Ad esempio, Aramco può vantarsi di consegne in tempo per il 99% ai suoi clienti ed i produttori USA traggono vantaggio dalla situazione politica e legale stabile nel paese.

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I dati più alti sulle riserve negli Stati Uniti ed in Arabia Saudita dovrebbero confortare circa il fatto che le scorte saranno disponibili per un po’.

2. La domanda energetica

Secondo BP, “il consumo primario di energia è cresciuto ad un tasso del 2,9% l’anno scorso”. È quasi il doppio della media decennale. Di certo, c’è una grande differenza tra domanda di greggio e domanda energetica in generale.

Tuttavia, il report di BP dovrebbe far riflettere tutti i sostenitori dell’idea di un calo della domanda di greggio o di un picco. I mercati petroliferi sono generalmente ossessionati dall’idea che il rallentamento economico farà si che la domanda di greggio crolli.

In effetti, il WTI ha segnato un tonfo di circa il 3% intorno a mezzogiorno ieri quando l’EIA ha riportato un aumento delle scorte ed ha abbassato di nuovo le previsioni sulla crescita della domanda nel 2019. Il report di BP dovrebbe ricordare agli osservatori dei mercati che, anche se organizzazioni e banche stanno tagliando le previsioni sulla crescita della domanda di greggio nel 2019, il mondo ha comunque bisogno di energia in generale, e sempre di più.

WTI price chart

Più persone che mai al mondo guidano veicoli ed hanno l’elettricità. La domanda energetica generale continuerà ad aumentare man mano che continuerà a farlo anche la popolazione globale e le comunità si svilupperanno.

Per il momento il greggio è ancora un componente di questo mix energetico, ma quello che conta è la dimensione dei componenti stessi Con i requisiti energetici in aumento, la domanda petrolifera non può che scendere sul lungo termine se ci sarà qualcosa di meglio per sostituirlo.

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3. Il gas naturale

La domanda di gas naturale è cresciuta del 40% nel 2018, più di qualunque altra forma di energia. Ed è interessante il fatto che la crescita della domanda di gas naturale sia stata maggiore negli Stati Uniti.

Abbiamo sentito parlare molto della Cina come principale mercato del gas naturale e la nazione asiatica è stata la seconda maggiore fonte della crescita della domanda per la materia prima. Tuttavia, la notizia sulla domanda statunitense ci ricorda che, anche se gli Stati Uniti sono da tempo un’economia sviluppata, il suo consumo di energia sta ancora aumentando ad un tasso accelerato e le sue fonti energetiche sono ancora in evoluzione.

Ci sono segnali che la crescita economica negli Stati Uniti sia indebolita solo dall’incertezza sullo scontro commerciale con la Cina. Se questo venisse risolto, la crescita economica statunitense potrebbe schizzare, e con essa la domanda energetica.

Sul gas naturale influirebbe decisamente un’impennata dell’economia USA, in quanto il numero di impianti energetici a gas naturale è aumentato nel paese. Un accordo commerciale con la Cina farebbe inoltre salire la domanda cinese di gas naturale americano, che può essere esportato nella nazione asiatica come GNL.

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