Ieri il Bitcoin (BitfinexUSD) è tornato a ritestare la parte bassa del trading range, con i ribassisti che sono riusciti a spingere la quotazione fino ai $ 4400.
Nel corso della giornata tuttavia, la moneta si è riportata velocemente a ridosso dei 5.000 dollari e dopo una battaglia durata diverse ore tra tori e orsi, è riuscita a rompere il livello e iniziare un tentativo di consolidamento.
La capitalizzazione del mercato si è riavvicinata ai 150 miliardi e la Btc dominance è stabile intorno al 64%.
La giornata di ieri è stata caratterizzata da pesanti ribassi in tutti i comparti, con lo S&P 500 che ha lasciato sul terreno il 12%, il petrolio che è sceso sotto i 30 dollari e l’oro che ha raggiunto minimi intraday del -5% e, cosa ancora più grave, ha violato al ribasso la media mobile 200 daily, che molti analisti si aspettavano avrebbe invece supportato la quotazione.
L’oro, come tutti i comparti, sta scontando pesantemente la crisi di liquidità, con i capitali ormai fermi in valute correnti o titoli di stato più appetibili (Treasury, Bund). E fino a quando nuova liquidità non arriverà sul mercato, dobbiamo aspettarci che l’oro continui a muoversi con un andamento erratico e controintuitivo.
Di sicuro le manovre messe in campo dalle banche centrali non hanno soddisfatto gli investitori, che ormai non hanno più fiducia nel sistema finanziario.
Inoltre tutti ormai si aspettano che la liquidità garantita dalle varie istituzioni vada in direzione di famiglie, consumatori e soprattutto aziende, che stanno affrontando uno dei momenti più bui della storia recente e non sanno quando e se si tornerà ai livelli di produttività pre coronavirus.
Di sicuro i continui annunci di tagli dei tassi d’interesse e di quantitative easing che avvantaggiano per l’ennesima volta i soliti noti del sistema finanziario non sortiscono più gli effetti sperati, nella considerazione che abbiamo davanti una crisi totalmente diversa da quella del 2008.
12 anni fa le politiche espansive delle banche centrali furono utilizzate per salvare il sistema bancario prossimo al collasso, a causa dello scriteriato comportamento dei colossi bancari statunitensi.
Oggi invece, come già evidenziato, i settori in difficoltà sono altri.
Questo è stato palesato tra domenica notte e lunedì alle riaperture delle borse, dopo che la Fed aveva operato un nuovo taglio d’emergenza dei tassi.
L’effetto ottenuto è stato quello di spaventare ulteriormente gli investitori che addirittura hanno iniziato a liquidare asset tipicamente difensivi come l’oro.
Tornando al mercato crypto, ieri forse per la prima volta durante lo scoppio della crisi abbiamo avuto i primi segnali di decorrelazione tra Bitcoin e l’indice Standard e Poor 500, benchmark dell’azionario Usa, correlazione che invece nelle ultime settimane era stata piuttosto evidente.
Nella foto allegata vediamo l’andamento del bitcoin (linea azzurra), dello S&P500 (linea rossa) e dell’oro (linea arancione) nelle ultime 24 ore.
Nella giornata odierna mi aspetto che il bitcoin vada a ritestare la moving average 200 settimanale che insiste a 5500 dollari e tenti di portarsi a ridosso della parte alta del trading range a 5800 dollari. Per far questo è importante che la quotazione si consolidi sopra i $ 5200.
Dovremo anche osservare attentamente lo scenario sui mercati tradizionali. Dopo le aperture positive asiatiche ed europee, gli indici stanno virando nuovamente in territorio negativo e i futures sull’azionario Usa anticipano una possibile riduzione dei margini del rialzo previsto (dopo il pesantissimo dump di ieri, oggi è ragionevole aspettarsi un rimbalzo tecnico).
Anche l’oro si sta riavvicinando pericolosamente al supporto statico garantito dal range di prezzo 1450/1470.
Se anche oggi il bitcoin confermerà la decorrelazione dagli indici azionari e riuscirà a portarsi sopra la WMA200 consolidandosi stabilmente a ridosso dei 6000 dollari, le probabilità che il bottom sia stato raggiunto il 13 marzo aumenteranno sensibilmente.