Dopo uno spettacolare rialzo nel mese di giugno e luglio, con le quotazioni passata da 2728 fino a segnare dei nuovi massimi a 3025, la delusione per una politica monetaria non così accomodante e la nuova tensione commerciale Stati Uniti – Cina, spingono al ribasso in maniera impetuosa l’S&P 500. Lo scenario adesso si presenta incerto per l’indice che negli ultimi due anni ha sempre rispettato la trendline ribassista che congiunge tutti i massimi dando poi seguito ad importanti fasi di ribasso e di fatto confermando il trading range 2550 – 2950 in atto dal settembre 2017 delimitato dalle chiusure mensili. Non c’è dubbio che dal punto di vista tecnico il mercato fosse arrivato su un livello cruciale: grazie all’ultimo massimo assoluto a 3025 e al successivo consolidamento al di sopra di 2950 aveva messo le basi per uscire dal range e proseguire al rialzo verso 3300, arrivando forse troppo presto sul target rialzista rispetto alla scadenza elettorale del novembre 2020. La perdita del supporto fondamentale a 2950 ha interrotto di fatto il rialzo degli ultimi due mesi riproponendo i corsi al ribasso e negando l’uscita dal trading range 2550 – 2950. Di breve l’indice ha ancora spazio di discesa in prima battuta verso 2800 con possibilità di estensione fino a 2750 identificando un’area di acquisto. Solo la perdita del supporto a 2700/30 fornirà un ulteriore forte segnale di debolezza spingendo i corsi verso 2550. Segnali positivi si avranno solamente da ritorni sopra 2900/15 riproponendo l’indice verso precedenti massimi a 3000 area.