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Anteprima BCE: indizi sulla fine del QE fanno presagire un vertice “emozionante”

Pubblicato 13.06.2018, 13:30
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
  • Chiari indizi nelle scorse settimane sulla fine degli acquisti di bond
  • Ottimismo per la ripresa della zona euro
  • Possibile preludio all’aggiornamento di luglio delle linee guida
  • I commenti di mercoledì scorso del Capo Economista della Banca Centrale Europea Peter Praet, secondo cui la “forza soggiacente” dell’economia della zona euro ha alimentato la sua fiducia che l’inflazione possa tornare all’obiettivo della BCE, hanno fatto salire le aspettative di un cambiamento delle linee guida della BCE domani.

    Praet ha aggiunto che i funzionari discuteranno dell’eventualità di concludere gli acquisti di bond nel corso dell’anno durante il vertice di questa settimana, che inizia oggi.

    E questo mette in evidenza l’opinione dei policymaker che il recente indebolimento della zona euro sia temporaneo piuttosto che l’inizio di qualcosa di peggiore. Le linee guida della BCE - che saranno rese note a Riga, in Lettonia, a conclusione dei due giorni della sessione del Consiglio Direttivo - in genere comprendono le prospettive della banca centrale in merito al programma di acquisti di asset, noto come allentamento monetario (QE), e ai tassi di interesse.

    Secondo Carsten Brzeski, capo economista di ING Germany, i commenti rivelano anche che il vertice di questa settimana potrebbe essere “emozionante”. In effetti, ha definito il discorso di Praet “eccezionale”.

    “Il Consiglio Direttivo dovrà valutare se i progressi compiuti finora siano stati sufficienti a garantire una graduale riduzione dei nostri acquisti netti”, ha aggiunto Praet, notando che si tratterà di un “giudizio”.

    Ai commenti hanno fatto eco le parole di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank tedesca nonché membro del consiglio direttivo della BCE, secondo cui le aspettative dei mercati che la banca possa fermare l’enorme programma di acquisti di bond entro fine anno sono “plausibili”.

    L’inflazione nella zona euro è schizzata all’1,9% a maggio, raggiungendo l’obiettivo della BCE grazie all’aumento dei prezzi degli energetici, ma l’inflazione core, che esclude i prezzi di elementi volatili come alimentari ed energetici, è salita di solo l’1,1%. Sebbene la BCE tenda ad ignorare gli sconvolgimenti del prezzo del greggio, l’aumento dell’inflazione generale, pur essendo stato causato dall’incremento dei costi dell’energia, supporta comunque la probabilità di una riduzione dello stimolo.

    Eurozone CPI

    Il vertice della BCE di domani prevede anche la pubblicazione delle ultime previsioni della banca centrale sulla crescita economica e sull’inflazione, ma la decisione sulla possibilità di chiudere il programma di acquisti di bond probabilmente verrà presa in occasione del vertice di luglio, secondo Brzeski.

    “Chiari indizi di una fine del QE, pur mantenendo una piena flessibilità … sembrano l’esito più probabile”, afferma Brzeski. “Poi, il vertice di luglio potrebbe prevedere l’annuncio di un’estensione del QE ad un ritmo inferiore almeno fino a dicembre. Se l’inflazione sottostante dovesse davvero aumentare nel secondo semestre, il QE allora potrebbe essere fermato a dicembre”, ha aggiunto.

    In una nota agli investitori, gli analisti di Barclays (NYSE:BCS) hanno dichiarato che anche secondo loro la decisione circa la fine del QE probabilmente sarà comunicata durante il vertice di luglio.

    Anche se analisti ed investitori sono quasi unanimi nel prevedere che la BCE concluda gli acquisti di bond entro dicembre dopo una breve riduzione, le previsioni sul primo aumento dei tassi da parte della banca sono state cambiate drasticamente in seguito ai commenti interventisti della BCE che hanno rafforzato l’idea che la normalizzazione della politica monetaria sia ancora in corso.

    I mercati monetari si aspettano ormai quasi con certezza che la BCE alzi i tassi entro il giugno 2019, mentre la probabilità che la banca alzi i tassi di interesse entro il luglio 2019 è salita a circa il 70%, da circa il 50% dell’inizio della scorsa settimana.

    L’euro è in ripresa dagli shock politici che lo hanno spinto al minimo di undici mesi a fine maggio e si attesta a 1,1744 dollari questo mercoledì, malgrado le aspettative di un imminente cambio della politica monetaria.

    EURUSD 300 Minute Chart

    La reazione pressoché invariata dell’euro probabilmente è indicativa di una serie di timori degli investitori per le tensioni commerciali globali, per il trambusto politico in Italia che ha riscatenato la turbolenza sui mercati il mese scorso e per una nuova ondata di incertezza relativa alla Brexit.

    Gli analisti di Barclays “credono fermamente” che la BCE non cambierà il sentiero della politica monetaria come conseguenza della volatilità scatenata dall’aumento del rischio politico in Italia nelle ultime settimane.

    “Anche se sembra esserci un accordo generale in merito alla fine del QE, si sa che il diavolo sta nei dettagli”, conclude Brzeski.

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