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L’apertura domenicale dei mercati ha evidenziato subito importanti movimenti, specie sul fronte valutario. La sterlina britannica, ad esempio, si sta decisamente indebolendo causa l’estenuante vicenda Brexit (con la May che sta cercando disperatamente il sostengno per portare a compimento il mandato), mentre l’euro continuano a risentire dello scontro Italia-UE e guarda con diffidenza alla situazione politica svedese. Il dollaro canadese, al contrario, ha sovraperformato nel corso della sessione asiatica e il movimento sarebbe riconducibile alla vivace ripresa dei prezzi del petrolio greggio. I commenti dell'OPEC durante il fine settimana una possible riduzione della produzione nel 2019 ed ecco spiegato il perché dell’apprezzamento.
La produzione dovrebbe ridursi di 500.000 barili al giorno già a dicembre (pari a circa lo 0,5% della produzione mondiale) e si dovrebbe discutere formalmente di ulteriori riduzioni nella riunione semestrale di dicembre. Il problema è che gli Stati Uniti potrebbero rapidamente smorzare gli entusiasmi, continuando ad aumentare la propria produzione. Il numero di impianti di Baker Hughes continua a crescere (siamo ai massi da marzo 2015) e se dovessero continuare ad aumentare eventuali tagli sauditi verrebbero semplicemente sostituiti.
Anche il dollaro USA si è apprezzato, confermando la risposta alle prospettive di rialzo dei tassi della Fed. Una discreta ripresa della propensione al rischio ha sostenuto i rendimenti obbligazionari.
Detto che oggi non abbiamo dati sostanziali in calendario (Veterans Day negli Stati Uniti), al di là della situazione di stallo della Brexit (alcuni esponenti del Governo avrebbero minacciato dimissioni), l'Italia sta andando verso il muro contro muro mentre la Svezia sta lottando duramente per la formazione di un governo dopo mesi di negoziazioni infruttuose (dopo un turno elettorale inconcludente). Un governo di minoranza a guida moderata sarà dovrebbe essere presentato al parlamento entro questa settimana.
In questo contesto, l'euro sta rapidamente balzando alla ribalta come la valuta peggiore del circus appena dietro alla Sterlina. Il differenziale tra i rendimenti dei titoli tedeschi e italiani si è notevolmente ampliato, riflettendo il crescente rischio “Italia”.