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Ascesa della People’s Bank of China

Pubblicato 21.02.2020, 11:55
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Con il caos generato dal coronavirus sull’economia cinese globale, la banca centrale cinese (People’s Bank of China, PBoC) è diventata il punto focale dell’attenzione di investitori e banchieri in tutto il mondo.

Come reazione iniziale per ridurre lo stress sul mercato, alla riapertura dei mercati dopo le festività per il capodanno cinese, la PBoC ha tagliato il tasso per le operazioni di rifinanziamento di medio termine a un anno al 3,15% dal 3,25%, oltre a lanciare programmi di aiuto per le regioni maggiormente colpite dall’epidemia di coronavirus, iniettando CNY 200 miliardi di liquidità attraverso operazioni di finanziamento a medio termine (MLF) e CNY 100 miliardi in fondi attraverso pronti contro termine in acquisto a sette giorni.

Poi, il 20 febbraio, il tasso Loan Prime Rate (LPR) a 1 anno, che da agosto è il tasso di riferimento ufficiale, è stato abbassato di 10 punti base, al 4,05%. Si tratta del quarto taglio da agosto. Il tasso LPR a 5 anni è stato abbassato di 5 punti base, al 4,75%.

Oltre allo stimolo monetario, Pechino ha promesso anche ulteriori supporti fiscali, fra cui un taglio delle imposte societarie, nonostante l’ampliarsi del gap fiscale. Il governo cinese si è impegnato a tagliare la spesa pubblica inutile per destinare maggiore denaro alle aeree che avranno maggior bisogno di combattere contro un eventuale rallentamento economico.

Stimolo, stimoli

In economia, il termine “stimolo” si riferisce all’utilizzo di politiche monetarie e fiscali per stimolare l’economia.

Fra le misure di stimolo monetario si annoverano l’abbassamento dei tassi d’interesse per permettere alle aziende di prendere a prestito denaro a costi inferiori per investirlo in nuovi progetti, ma anche iniezioni di liquidità attraverso Operazioni di Mercato Aperto e programmi di acquisto di asset su vasta scale per assicurare un flusso stabile e la disponibilità di liquidità a buon mercato sul mercato, in modo da consentire la circolazione di denaro nel breve, medio e lungo termine.

Lo stimolo fiscale prevede il taglio delle tasse e l’aumento della spesa pubblica per stimolare l’attività economica e sostenere la crescita.

In fasi di forti difficoltà economiche, spesso le banche centrali e i governi lavorano insieme per ottenere i risultati migliori, ma non sempre è così. Di solito uno stimolo monetario efficace richiede un intervento fiscale più morbido e, d’altro canto, bisogna evitare un surriscaldamento dell’economia.

Perché lo stimolo cinese è fonte di entusiasmo?

Dalla crisi dei mutui subprime del 2007-2008, Federal Reserve (Fed), Banca Centrale Europea (BCE), Banca del Giappone (BoJ) e altre banche centrali hanno adottato una politica monetaria ultra-accomodante. Mentre la Fed è riuscita, in qualche misura, a far risollevare crescita e inflazione, gli sforzi di BCE e BoJ non hanno ripagato granché.

La BCE ricorre al tasso negativo sui depositi dal 2014 per stimolare i consumi e gli investimenti, ma anche per far fronte agli effetti negativi delle stringenti misure di austerità successive alle crisi finanziarie nei paesi della periferia europea come la Spagna e il Portogallo. Tuttavia, nonostante i tassi d’interesse negativi, le aziende europee preferiscono investire il loro denaro sul mercato, malgrado i rendimenti piatti, invece di finanziare nuovi progetti per stimolare la crescita. Di conseguenza, l’inflazione e le aspettative d’inflazione nell’Eurozona restano piuttosto deboli e l’attività economica debole. È pertanto difficile risolvere il problema europeo con i tassi d’interesse più bassi. Come misura alternativa, la BCE ricorre alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) per incoraggiare le società a prendere in prestito denaro, ma anche in questo caso i risultati non sono ideali.

Neanche in Giappone, le tre frecce del pacchetto di stimoli di Shinzo Abe, ovvero massiccio allentamento monetario, stimolo fiscale e riforme strutturali, hanno dato i risultati sperati. L’enorme espansione monetaria ha annientato due terzi del valore dello yen giapponese contro il dollaro USA, ma il primo tentativo del governo di aumentare l’imposta sui consumi ha generato una reazione negativa e la cosiddetta Abeconomia alla fine si è tradotta solo in un’enorme espansione monetaria; le altre due frecce sono state messe in disparte fino a nuovo ordine. Nel 2016, la Banca del Giappone (BoJ) ha abbassato il suo tasso di riferimento al -0,10%, ma neanche i tassi negativi hanno spinto i consumatori giapponesi a spendere di più e le aziende giapponesi a investire di più. Gli ultimi dati sul PIL giapponese hanno indicato una contrazione economica nel quarto trimestre del 2019, e queste cifre non tengono nemmeno conto delle potenziali ricadute negative della crisi provocata dal coronavirus.

Ne consegue che grandi economie, come quella europea e giapponese, non hanno risolto i loro problemi, e le loro banche centrali hanno sempre meno potenza di fuoco da impiegare, costrette a fare in conti con la mancata reazione delle loro economie.

In tali circostanze, l’incremento degli sforzi della PBoC per dare una scrollata all’economia cinese è più che benvenuto, dal momento che la Cina rappresenta più del 15% della crescita globale e un impulso alla domanda cinese avvantaggerebbe le economie a livello globale.

Mercati in rally sulla notizia degli stimoli cinesi

Sebbene la crisi del coronavirus sia troppo recente per tradursi in dati economici reali, i sondaggi aziendali hanno iniziato a dare un’idea di quanto negativi siano diventati sentiment e aspettative economiche nell’Eurozona e altrove. Poiché BCE, BoJ e le altre banche centrali hanno mezzi limitati per combattere un’altra grave crisi economica, il fatto che la PBoC si stia assumendo la responsabilità per il rallentamento innescato dal coronavirus ha dato sollievo a investitori e banchieri centrali in tutto il mondo.

Uno stimolo cinese all’economia avrà sicuramente ricadute positive a livello internazionale. Ecco perché ciò che avverrà in Cina nelle prossime settimane e nei prossimi mesi è ciò che più importa agli investitori.

La PBoC sta quindi per diventare una delle banche centrali più monitorate e le prossime decisioni di politica monetaria saranno sicuramente in grado di far muovere i mercati come quelle di altre grandi banche centrali, quali Fed, BCE e BoJ.

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