Le considerazioni scritte nel mio precedente contenuto, sulla crisi preannunciata della globalizzazione, rappresentano uno spunto di riflessione sugli accadimenti che generano i cambiamenti sociali ed economici, spesso latenti, impattanti inevitabilmente sui mercati finanziari.
Ci sono giornate in cui si respira un clima di attesa. A volte vana. Nel senso che le stesse notizie possono apparire già scontate o addirittura poco influenti rispetto alle oscillazioni che monitoriamo sui grafici.
Nella giornata odierna, l'aspettativa di quello che stasera o domani accadrà, in relazione alle decisioni della FED e delle elezioni nel Regno Unito, fa ricordare Estragone e Vladimiro, protagonisti della celebre opera teatrale di Samuel Beckett, che attendono in un luogo di aperta campagna il signor Godot che non arriva mai.
L'avvio di un serio e deciso cambio di direzionalità sulle borse è un approfondimento di difficile soluzione. Gli operatori sempre attenti alle news, soprattutto in queste fasi di trend poco definiti ed incerti. Sono i market mover di breve che ultimamente influenzano i movimenti sui grafici, pertanto risulta utile cogliere le opportunità su timeframe stretti.
I mercati continuano ad essere poco tonici, in attesa delle previsioni economiche del prossimo anno e delle dichiarazioni del Presidente della banca centrale americana Jerome Powell.
Il FTSE MIB dopo la candela di inversione ribassista di inizio settimana continua a mantenere un primo supporto a 22.750 ed una resistenza a 23.850.
Il DAX in leggera inversione rialzista sul grafico daily con supporto a 12.900 e una prima resistenza a 13.190.
Il Future S&P 500 potrebbe rompere la resistenza a 3.150. Primo supporto 3.115.
Da segnalare, sul fronte guerra commerciale, le indicazioni del Wall Street Journal evidenzianti la probabilità del rinvio dell'aumento dei dazi sulle importazioni cinesi. Notizia che certamente fa leggermente allentare le tensioni ma bisogna sempre stare all'erta, certamente focalizzando maggiore attenzione rispetto a Vladimiro ed Estragone.