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Aumenta la stretta della SEC sulle ICO di criptovalute. Cosa c’è da sapere

Pubblicato 05.04.2018, 15:00
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

La statunitense Securities and Exchange Commission (SEC), che controlla le piazze di titoli azionari e di opzioni del paese nonché il settore azionario in generale, sta aumentando il severo giro di vite sulle offerte iniziali di valute digitali (ICO) truffaldine, per la violazione delle norme sui titoli azionari.

Da quando il Bitcoin e le altre criptovalute sono diventate di dominio pubblico, gli investitori disponibili ma ingenui, interessati a questa nuova classe di asset, sono diventati un bersaglio.

Ciò significa che, se state pensando di investire in una ICO, è il momento giusto per conoscere meglio quelle che la SEC chiama le 3 R, Rischi, Ricompense e Responsabilità legate a queste offerte.

Compratori in guardia

Per chi non avesse familiarità con le ICO - che sono diventate un modo popolare tra le start-up per raccogliere fondi senza dover fare affidamento ad intermediari come venture capitalist o banche di investimento - una offerta iniziale di valute digitali è la versione nel mondo delle criptovalute di un’offerta pubblica iniziale (IPO) dei titoli azionari. Le ICO vengono a volte chiamate ITO, offerte iniziali di token. E proprio come succede con gli investimenti nelle azioni di un titolo azionario, alcune monete garantiscono agli investitori una partecipazione in un’impresa salutare e in crescita mentre altre rappresentano soltanto un modo per chi le organizza di truffare gli investitori.

All’inizio di questa settimana, la SEC ha accusato Sohrab Sharma e Robert Farkas, cofondatori di Centra Tech, una compagnia che si definisce una start-up di servizi finanziari, di aver architettato una ICO fraudolenta tramite il suo token CTR. La SEC ha accusato i due di aver “orchestrato un’offerta … fraudolenta”.

Questo è solo l’ultimo esempio di una serie di recenti casi avvenuti in una vasta gamma di settori.

Lo scorso ottobre, la SEC ha accusato Maksim Zaslavskiy e due delle sue compagnie di aver venduto titoli non registrati.

Secondo la SEC, Zaslaviskiy avrebbe venduto token digitali che affermava fossero appoggiati da investimenti in diamanti e proprietà immobiliari.

Sfortunatamente per gli investitori, gli asset propinati tramite la REcoin Foundation e la Diamond Reserve Club di Zaslavskiy in realtà non esistevano.

L’accusa comprendeva il fatto che Zaslavskiy avrebbe dichiarato il falso agli investitori, affermando che erano già stati raccolti tra i 2 e i 4 milioni di dollari, quando in realtà la cifra reale ammontava a circa 300.000 dollari.

Un altro recente caso ha visto coinvolto Overstock.com (NASDAQ:OSTK), il negozio online di prodotti come beni per la casa e gioielleria che ha cercato di trasformarsi in una fonte di energia per le criptovalute tramite la sua filiale, tZero.

Il titolo della compagnia, che aveva iniziato l’anno a 86,90 dollari, è colato a picco.

È crollato del 58% finora quest’anno e alla chiusura di ieri era scambiato a 36,65 dollari.

Questi forti ribassi sono stati causati dal frenetico selloff delle azioni da parte della compagnia stessa per cercare di ripagare i debiti e le attività finanziarie di tZero.

A peggiorare il tutto, i suoi sforzi per raccogliere capitale per tZero tramite una ICO sono al momento sotto indagine da parte della SEC.

OSTK Daily

Un documento pubblicato da Kevin M. LaCroix, vice presidente esecutivo di RT ProExec in Ohio, una divisione di R-T Specialty, LLC, sottolinea che Overstock può essere considerato molto più di un racconto morale tecnologico del XXI secolo.

Scrive che l’approccio lento ma serio di applicazione della legge da parte della SEC culminerà in una stretta che metterà al tappeto gli eccessi.

Ma, allo stesso tempo, almeno per ora, ci saranno altre compagnie, anche aziende consolidate come Overstock, che si troveranno coinvolte in questi asset digitali e che probabilmente si metteranno nei guai per questo motivo. Secondo LaCroix:

“Tanto per cominciare, c’è il contesto all’interno del quale Overstock stava giocando la sua partita su blockchain e criptovalute. Secondo CoinSchedule (qui), nel 2017 gli organizzatori hanno raccolto 3,88 miliardi di dollari tramite 210 ICO. Impressionante, sicuramente. Ma solo nei primi tre mesi del 2018,sono stati già raccolti 4,9 miliardi di dollari con 158 ICO. Del totale di quasi 8,8 miliardi di dollari raccolti tramite ICO nel 2017 e finora nel 2018, 6 miliardi di dollari sono stati raccolti solo nei quattro mesi che vanno dal dicembre 2017 alla fine di marzo. A prescindere da cosa pensiate di tutto questo, dovete riconoscere che si tratta di una considerevole attività economica”.

Trace Schmeltz, un partner che lavora sia negli uffici di Chicago che di Washington D.C. di Barnes & Thornburg LLP, spiega che negli Stati Uniti è diventato abbastanza chiaro che la SEC intende trattare qualsiasi ICO finalizzata a raccogliere soldi per un’azienda come se fosse la vendita di un titolo azionario che dovrà essere o registrato o avere i requisiti per esserne esentato.

“Qualsiasi discorso sul fatto che una moneta sia o meno un token di un titolo - nella fase di raccolta fondi - è soltanto una discussione accademica. La SEC adotterà misure coercitive contro chiunque tenti di ottenere i vantaggi dei mercati di capitale degli Stati Uniti senza rispettare i requisiti del Securities Act. Ovviamente, questo vale ancora di più se il token offerto nell’ambito della raccolta fondi è del tutto fittizio, come dimostrano le recenti azioni intraprese”.

Schmeltz avverte che le norme si inaspriranno ancora di più. Infatti, l’atmosfera da selvaggio west che una volta rappresentava il tratto distintivo dell’ecosistema delle criptovalute inizia a scemare. Schmeltz offre alcuni consigli per chiunque voglia lanciare una ICO:

“Di conseguenza, chiunque voglia vendere un token senza registrazione o requisiti di esenzione dalla registrazione dovrebbe considerare seriamente di fare tre cose: (1) assicurarsi che il lancio della moneta sia del tutto slegato dalla raccolta fondi; (2) avere un progetto provato, dimostrabile, per il token; e (3) essere pronto a fornire agli utenti un accesso quasi immediato alla rete blockchain su cui i token possono essere utilizzati. Se siete in fase di sviluppo o di progettazione, il vostro token non è adatto ad un’offerta iniziale di valute digitali”.

Sebbene la SEC stia aumentando la propria stretta, anche i cripto-investitori devono diventare più attenti. Elad Shabi, direttore operativo di Firmo Network, sottolinea che, prima di prendere una qualsiasi decisione di investimento, è importante essere consapevoli di chi sono i fondatori e i membri del team ed aver effettuato ricerche approfondite sui loro precedenti e sulla loro esperienza e reputazione nel campo di interesse.

“È importante anche capire se siano impegnati a tempo pieno nella compagnia della ICO. Il principale investitore rappresenta un’altra indicazione. È un giocatore a lungo termine che crede nel prodotto e nella tecnologia o uno altalenante che ha investito solo per avere soldi facili? Il modello del token deve essere valido, cioè se la compagnia un giorno avrà successo, questo dovrà riflettersi nella domanda del token e nel suo prezzo. Gli incentivi di investitori e fondatori dovrebbero essere allineati e legati al prezzo del token a lungo termine. E, cosa più importante, fate tutte le domande che fareste ad una normale start-up che cerca di raccogliere soldi per la prima volta …”

Solo gli sciocchi sono precipitosi

Jeppe R. Stokholm, un avvocato danese che opera a Zurigo, specializzato in cripto-giurisprudenza, afferma:

“Solo gli sciocchi si precipitano dove gli angeli non osano andare. I rimedi per la violazione delle norme sull’azionario comprendono la rescissione dell’offerta, l’ordine di cessare o desistere, multe e penali, divieto di partecipare al settore azionario, divieto di operare come funzionario o direttore di una compagnia pubblica ed eventualmente rinvio alle autorità locali per possibile azione giudiziaria criminale”.

Stokholm fa notare che, dal momento che i progetti blockchain possono essere gestiti in modo peer-to-peer senza alcun confine fisico, c’è un solo rischio fondamentale a cui fare attenzione: un token, così come la sua offerta, potrebbe causare differenti rischi legali in diversi paesi, in base alle norme sovrane sui titoli azionari. È quindi altamente raccomandato indagare per capire quali token potrebbero o meno essere considerati cripto-titoli quando si prepara, si lancia o si investe in un progetto blockchain.

Ci sono alcuni punti fondamentali da tenere d’occhio. Secondo Stokholm, i cripto-titoli sono legali nella maggior parte dei paesi sviluppati, ma la regolamentazione dipende dalla giurisdizione in cui questi cripto-titoli verranno utilizzati. Lo status legale dipenderà anche dal fine dell’attività alla base dell’emissione della criptovaluta.

Come regola generale, nota Stokholm, per determinare se un token sia o meno un cripto-titolo, dovrebbe essere effettuata la prova “sostanza sulla forma”. Non è la forma (cioè l’etichetta o la maschera di un token), ma i fatti e le circostanze reali sottostanti - comprese le realtà economiche della transazione - a definire se un token debba essere categorizzato come un cripto-titolo.

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