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Biden o Trump: possibile impatto del prossimo presidente sul mercato del greggio

Pubblicato 24.09.2020, 14:52
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 24.09.2020

La politica statunitense ha un impatto tremendo sul prezzo del greggio, sia in termini di scorte che di domanda.

Il motivo: prima del coronavirus, gli Stati Uniti erano il principale produttore e consumatore mondiale di greggio. Le decisioni di politica estera USA inoltre influiscono sulla produzione e sui commerci di greggio estero.

WTI Oil Futures Weekly Chart

Grafico settimanale future WTI

Considerata questa significativa influenza sul mercato petrolifero, è importante per i trader tenersi aggiornati su come le elezioni presidenziali USA potrebbero colpire la produzione ed i prezzi della materia prima. Le imminenti elezioni sono previste per il 3 novembre ed il primo dibattito tra il Presidente Trump ed il vice Presidente Biden è fissato per martedì 29 settembre.

Se Trump dovesse essere rieletto, ci si aspetta che il governo federale prosegua con le stesse politiche circa la produzione nazionale di greggio e gas. Al contrario, se dovesse diventare presidente Biden, le politiche federali per quanto riguarda la produzione di greggio e gas probabilmente cambieranno, anche se non si sa con precisione in che modo.

Politica del greggio: Biden contro Trump

Per quanto riguarda i piani sulla politica energetica, Biden non è coerente. A volte afferma di voler mettere fine all’uso di combustibili fossili ed implementare quello che è stato chiamato “Green New Deal”, mentre altre volte ha annunciato che non vieterà assolutamente il fracking.

Ne sapremo di più quando e se Biden chiarirà la sua posizione ma, persino allora, sarà complicato perché le dichiarazioni rese dai candidati in campagna elettorale non sempre rispecchiano il modo in cui poi si comporteranno. Ad esempio, il Presidente George W. Bush era un petroliere e si pensava fosse amico del settore petrolifero, ma è stato con il governo Obama, un leader noto per essere ambientalista, che l’industria del greggio e del gas negli USA ha veramente prosperato.

Nei prossimi articoli prima delle elezioni, parlerò delle possibilità per la produzione (e la domanda) di greggio e gas negli USA a seconda di quale candidato vincerà.

Se il Presidente Trump dovesse ottenere il secondo mandato, i trader potrebbero aspettarsi che la politica estera USA prosegua sul suo attuale sentiero. Le sanzioni che impediscono le esportazioni di greggio e gas da Iran e Venezuela potrebbero essere inasprite ulteriormente. Biden, invece, adotterebbe una diversa politica estera da questo punto di vista. Ha dichiarato che adotterebbe una politica totalmente differente nei confronti dell’Iran, sebbene non sia chiaro se ciò comporterà un allentamento delle sanzioni sul greggio iraniano.

Secondo Platts, ad agosto l’Iran ha prodotto 1,95 milioni di barili al giorno. L’Iran probabilmente considererebbe una vittoria di Biden un motivo per portare più greggio sul mercato, in modo clandestino o libero. La Cina probabilmente comprerebbe più greggio dall’Iran, come minimo attraverso gli stessi canali secondari tramite cui ha furtivamente acquistato greggio iraniano contravvenendo alle sanzioni in passato. Se le sanzioni dovessero essere allentate, gli altri clienti dell’Iran, India e Corea, probabilmente riprenderanno gli acquisti di greggio, ma i trader non dovrebbero aspettarsi che entrino in scena anche le aziende europee, o almeno non per il momento. L’Iran non rappresenta ancora un ambiente imprenditoriale promettente per loro.

Se l’Iran dovesse aumentare la sua produzione e le vendite sotto un eventuale governo Biden, ci sarebbe un impatto sulla politica OPEC. Una simile situazione potrebbe destabilizzare l’accordo OPEC+, se l’Iran dovesse chiedere una considerazione speciale per produrre al di sopra della sua quota per via delle difficoltà economiche del paese dovute alle sanzioni statunitensi. Se il greggio iraniano dovesse arrivare sul mercato prima che l’attuale periodo di domanda bassa migliori significativamente, potremmo vedere dei prezzi del greggio persino più bassi. Tuttavia, la ripresa della produzione iraniana impiegherà del tempo, perciò è ragionevole presumere che vedremo una considerevole ripresa della domanda prima che il paese possa produrre 3,5 o 4 milioni di barili al giorno.

Una vittoria di Biden potrebbe inoltre comportare l’annullamento delle sanzioni sul greggio venezuelano. Tuttavia, il mercato petrolifero venezuelano si trova in una così cattiva forma che il paese probabilmente non sarà in grado di esportare greggio per un po’. Il Venezuela ha visto inoltre una porzione significativa dei suoi talenti nel settore lasciare il paese negli ultimi anni, il che complicherebbe ulteriormente gli sforzi di aumentare la produzione.

In effetti, probabilmente vedremo più esportazioni iraniane di greggio e benzina dirette in Venezuela fino a quando l’industria venezuelana non si rimetterà in piedi. Il Venezuela probabilmente vedrà un afflusso di investimenti e personale dalla Russia, e forse dalla Cina, per riaccendere il suo settore. Persino su un mercato in esubero di scorte, poiché il Venezuela produce principalmente greggio pesante, questo sarebbe fortemente richiesto se dovesse tornare sul mercato, anche negli USA. Perciò, malgrado gli ostacoli significativi (perdita di talenti, spese, corruzione governativa, degrado delle infrastrutture), il Venezuela probabilmente attirerà parti interessate a riabilitare la sua industria e comprare il suo greggio.

Altre notizie politiche statunitensi dalla California hanno catturato l’attenzione dei mercati questa settimana. Il Governatore della California Gavin Newsom ha firmato un ordine esecutivo con cui proibirà la vendita di auto con motore a combustione interna nel suo stato entro il 2035. La California è il più grande stato degli USA, con circa 40 milioni di abitanti, ma non è un problema grande come sembra in quanto Newsom non ha l’autorità di farlo e il piano potrebbe essere facilmente annullato da un futuro governatore da adesso al 2035.

Inoltre, si tratta di un’ordinanza inattuabile, in quanto la rete elettrica californiana non ha la capacità di gestire un simile piano. Sebbene quest’ordine possa essere copiato da altri stati, i trader del greggio non dovrebbero dare troppo peso a questi tentativi a meno che, o finché, i produttori di auto non cominceranno a rispondere con una nuova strategia.

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