Il 2019 sta per concludersi ed è tempo di bilanci. Ripercorriamo i principali traguardi raggiunti dal bitcoin nel corso dell’anno e scopriamo gli aspetti principali che caratterizzeranno il 2020, alla luce del sistema finanziario internazionale e della nuova Finanza Decentralizzata in cui bitcoin e valute digitali giocheranno un ruolo chiave.
Il 2019 è stato un anno determinante nella breve storia del Bitcoin e del settore delle valute digitali e possiamo di certo definirlo l’anno della maturità. Dopo l’hype e l’entusiasmo del biennio 2016/17 culminato con l’exponential bubble run di dicembre 2017 e un 2018 che ha riportato bruscamente tutti con i piedi per terra, il 2019 si chiude con la consapevolezza che il mercato è profondamente maturato.
L’interesse nei confronti della blockchain e delle valute digitali mostrato da facebook attraverso il progetto Libra, stati e banche centrali che ormai parlano apertamente di Digital Currencies Electronic Payment, le più grandi società dell’ high tech che investono seriamente nel settore e le principali borse mondiali che fanno a gara per lanciare propri fondi d’investimento e prodotti finanziari legati al bitcoin e alle principali criptovalute, ci dimostrano inequivocabilmente come ormai le criptovalute siano definitivamente sdoganate e legittimate agli occhi degli investitori e dell’opinione pubblica.
Quali sono i punti chiave per il bitcoin e le criptovalute nel 2020?
La sfida più grande che i big players del mercato dovranno affrontare nel corso del 2020, sarà relativa alla capacità di far conciliare le esigenze di regolamentazione e di tutela degli investitori che rivendicano le varie entità politiche e finanziarie internazionali, con il desiderio di libertà e decentralizzazione su cui si fonda il settore delle valute digitali. Se tutti noi saremo in grado di vincere questa sfida, il mercato riuscirà a catalizzare le migliori menti e le energie positive per portare la tecnologia al livello successivo: quello di spina dorsale della nuova finanza decentralizzata (DeFi).
Relativamente al bitcoin, il network più solido e strutturato del mercato con la capitalizzazione maggiore, possiamo affermare serenamente che nel corso del 2019 ha fatto registrare importanti progressi dal punto di vista degli upgrade tecnologici. Il lightning network garantirà la soluzione dell’annoso problema della scalabilità, una volta che sarà risolto il nodo della sicurezza delle transazioni off-chain, mentre aggiornamenti come schnoor signatures, taproot e Interactive Aggregate Signature apporteranno miglioramenti significativi in relazione alla privacy.
La solidità e la sicurezza del bitcoin core è rappresentata plasticamente dall’hashrate del network in continua ascesa nel corso di tutto il 2019 (con una stabilizzazione nell’ultimo trimestre).
Inoltre a maggio 2020 avremo forse l’evento più atteso, ossia l’halving che porterà al dimezzamento del block reward. Se collochiamo l’halving del bitcoin all’interno del contesto economico internazionale, lo scenario che ci aspetta assume dei contorni davvero promettenti.
Ragionevolmente potremmo essere di fronte a un cambio radicale nel rapporto e nell’equilibrio tra la domanda e l’offerta del Bitcoin nel medio-lungo termine. Infatti mentre l’halving di maggio 2020 ridurrà progressivamente l’offerta, la Cina ha ufficialmente reso la blockchain un pilastro strategico nazionale, colossi del calibro di Samsung hanno inserito wallet nativi all’interno dei propri dispositivi e un ecosistema di DApp basato su blockchain e i governi di tutto il mondo si mostrano sempre più interessati a comprendere e implementare questa tecnologia: tutto questo ovviamente stimolerà un notevole aumento della domanda che impatterà sul mercato da qui ai prossimi anni.
Se a questo aggiungiamo che i cittadini dei paesi in via di sviluppo che stanno fronteggiando una severa crisi monetaria, continueranno a fare incetta di valute estere più solide e di asset anticiclici (come oro e bitcoin) per proteggere il valore dei propri risparmi dall’iper-inflazione che continua a falcidiare le rispettive valute nazionali, lo scenario che abbiamo davanti è ancora più interessante.
Infatti, in base al principio di scarsità (scarcity index) di un determinato bene, l’aumento della domanda a fronte di una riduzione dell’offerta dà luogo inevitabilmente all’aumento del prezzo del bene stesso.
Previsione dei prezzi del bitcoin nel 2020Le previsioni in merito al prezzo del bitcoin nel medio-breve periodo non mi hanno mai appassionato. Infatti da convinto ed entusiasta sostenitore della tecnologia trovo del tutto irrilevante focalizzarsi sul prezzo in un arco temporale limitato, nella convinzione che nel lungo termine il bitcoin abbia delle potenzialità incredibili dal punto di vista tecnologico e, perché no, speculativo.
Inoltre, come mi piace sempre sottolineare, un mercato a bassa capitalizzazione come quello crypto è facilmente manipolabile da investitori dalle capacità medio basse (le cosiddette whales che con pochi milioni di dollari di capitale possono far letteralmente ciò che vogliono) al contrario dei mercati regolamentati che per essere manipolati necessitano di capitali di ben altra portata. In tale ambito, anche le analisi più impeccabili dal punto di vista tecnico e fondamentale rischiano di essere frustrate da queste dinamiche surrettizie a cui purtroppo assistiamo non di rado.
Tuttavia per chi opera nel mondo del trading di criptovalute è senza dubbio una materia d’interesse e anch’io spesso nei numerosi articoli che scrivo in qualità di analista devo affrontare il tema della previsione del prezzo.
Detto questo, nel primo semestre del 2020 mi aspetto un bitcoin in ranging market con tendenze ribassiste, nel tentativo di consolidamento e difesa dell’attuale livello di supporto tra i 6800 e i 7200 dollari, che rappresenta la golden pocket delle correzioni di Fibonacci data dagli intervalli 0.618 e 0.65 dal massimo di fine giugno 2019. Non è escluso però che quest’area di prezzo possa cedere sotto la pressione delle vendite e dall’analisi del profilo volumetrico di lungo termine del bitcoin, la prossima area di supporto significativa passa in zona 5500/6000 dollari.
Nel secondo semestre del 2020, dopo che il mercato avrà metabolizzato un oggettivo aumento della domanda di bitcoin per le ragioni elencate in precedenza a fronte di una drastica riduzione dell’offerta causata dall’halving, mi aspetto una ripresa di quella spinta rialzista che generalmente caratterizza le fasi dei cicli del bitcoin in cui la FOMO degli investitori retailers prende il sopravvento sulla ragione, di fatto alimentando bull run paraboliche, con il prossimo picco del coclo rialzista che non credo arriverà prima del 2023.
E le altcoins?In futuro saranno poche le monete che sopravviveranno alla “selezione naturale” in corso nel mercato, in uno scenario per certi aspetti molto simile alla fase successiva allo scoppio della bolla dei dotcom all’inizio del nuovo millennio, dove solo le società e i progetti con le fondamenta più solide hanno retto l’urto per poi assurgere al ruolo di star dell’high tech (Amazon e Google su tutte). Ritengo che una classe di asset digitali che avrà molto successo sarà quella dei security token, con cui ad esempio gli investitori possono scambiare valore attraverso uno smart contract.
Se pensiamo a tutti gli asset fisici e digitali di valore (equity aziendali, brand) e a come questi asset possano essere tokenizzati e venduti come securities in una blockchain, vediamo come il margine di crescita per questa tipologia di token sia potenzialmente illimitato.
Se restiamo nel campo delle valute digitali mi aspetto uno scenario molto polarizzato, con il bitcoin che continuerà a strutturarsi con la doppia valenza di metodo di pagamento e riserva di valore (oro digitale) e le stablecoin e i network alla Ethereum con la funzione di spina dorsale di una nuova finanza decentralizzata. In tale contesto, solo poche altre criptovalute troveranno lo spazio per affermarsi all’interno della propria nicchia di mercato, come ad esempio le privacy coin e gli utility token dei vari servizi che prospereranno in ambito DeFi.
La finanza decentralizzata diventerà presto un nuovo paradigma del sistema finanziario tradizionale, superando le diffidenze iniziali di stati ed enti regolatori che dovranno arrendersi all’avanzata di network decentralizzati che trasformeranno vecchi prodotti finanziari in protocolli sicuri e trasparenti che non necessitano più di intermediari o di enti centrali.
La backdoor per quella parte di popolazione mondiale unbanked che attende di avere finalmente l’accesso a un nuovo sistema finanziario (si stima che solo negli Stati Uniti oltre 10 milioni di persone non abbiano un conto corrente e nel mondo vi siano circa 3 miliardi di underbanked).
E l’implementazione della blockchain come pilastro strategico nelle principali economie mondiali favorirà lo sviluppo del settore DeFi.
Dex (Exchange decentralizzati), prestiti peer to peer, pagamenti in valute digitali e tokenizzazione di assets saranno molto presto una realtà del mercato con cui tutti dovremo confrontarci.