In questi giorni la lettura che va per la maggiore, è quella che si basa sulla similitudine tra il 2018 e il 2014, relativamente all'andamento del bitcoin sul cross BTC/USD. Questo approccio non mi trova affatto d'accordo.
Osserviamo i grafici
Nel dicembre 2013 abbiamo avuto una bull run graficamente simile (ma totalmente differente dal punto di vista dei fondamentali) a quella del dicembre 2017, a cui è seguita in entrambi i casi una violenta correzione che si è protratta per molto tempo (nel caso del 2014 per circa un anno).
I risultati dell’analisi comparativa, hanno portato molti analisti alla conclusione che avremo la stessa dinamica nel 2018.
Andiamo a vedere perchè questa previsione a mio avviso è decisamente azzardata.
Intanto non si tiene conto del contesto di quel periodo.
Nella primavera del 2014 c’è stato l’attacco informatico verso l’exchange Mt Gox (all’epoca l’hackeraggio più grave nella breve storia del giovane mercato cripto) che è stato vissuto come un vero e proprio psico-dramma dalla community internazionale.
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Per fare un paragone con la situazione attuale, è come se oggi venisse attaccato Coinbase.
Gli attacchi informatici a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi (l’ultimo in ordine cronologico è quello a bithumb) non sono minimamente paragonabili a quello subito da Mt Gox, che all’epoca ha causato un vero e proprio terremoto sul mercato.
Già solo con un'attenta analisi del contesto, si evince come il paragone tra il 2014 e il 2018 sia quantomeno azzardato.
Inoltre dal punto di vista dei fondamentali del bitcoin, stiamo cercando di confrontare due “ere” totalmente diverse.
Alla velocità con cui si muove la tecnologia, 4 anni sono un’eternità.
Dal 2012 al 2014 intanto, non c’è stato alcun upgrade del protocollo Bitcoin, dunque per ben due anni non sono state apportate innovazioni alla tecnologia (gli ultimi aggiornamenti al protocollo infatti risalivano all’aprile 2012 con le transazioni pay to script hash – P2SH, standardizzate in BIP 16).
Al contrario oggi abbiamo una community decisamente più vivace e gli sviluppatori del bitcoin core sono aumentati esponenzialmente, fornendo un contributo determinante allo sviluppo e all’evoluzione della tecnologia.
Oltre al Lightning Network, teorizzato per la prima volta all’inizio del 2015 e di cui abbiamo già ampiamente discusso in un altro articolo, negli ultimi anni abbiamo avuto una serie di upgrade strutturali al protocollo Bitcoin, la maggior parte dei quali propedeutici al Lightning Network, che ci danno appunto l’idea di quanto lavoro ci sia nel back end di questa tecnologia.
L’ultima in ordine di tempo è stata l’implementazione del protocollo SegWit (Segregated Witness), destinato a incrementare la protezione delle transazioni e aumentare la capacità del blocchi.
A questo punto credo sia palese come il paragone tra il 2014 e il 2018 sia totalmente fuorviante.
Adesso analizziamo nel dettaglio il grafico daily del bitcoin/dollaro e cerchiamo di osservare le attuali dinamiche dalla giusta prospettiva.
Intanto vediamo che, come avevo già suggerito nell’analisi di lungo periodo di metà giugno, il supporto in area 6000 $ si è rivelato davvero la “linea del Piave” del bitcoin.
Utilizzando una metafora militare, vediamo come le brecce del 24 e 28 giugno siano state prontamente respinte, facendo tornare la moneta in “zona di sicurezza”.
Ormai è chiaro come quell’area di prezzo attragga una marea di acquirenti, che hanno individuato il livello come il punto d’ingresso ideale per la strategia buy the dip.
Il veloce recupero è stato favorito anche all’evidente condizione di oversold apprezzabile sull’RSI, ma la vera chiave di volta è data piuttosto dalla comparsa di molti compratori.
Lunedì 2 luglio abbiamo assistito al secondo step di questa fase, che non sappiamo ancora se definire di inversione o un semplice pullback.
Il bitcoin infatti si è avvicinato alla soglia dei 6700 $, che rappresenta la prima vera resistenza da superare.
La vera partita si gioca qui.
Se la moneta avrà la forza di superare questo livello, allora avrà la strada spianata verso i 7300$ e infine verso i 7700$, dove a mio avviso avremo il vero e proprio break out.
Molto ci diranno i volumi e ancora di più la capitalizzazione del mercato, che dovrà tornare necessariamente sopra i 300 miliardi di dollari, per alimentare la ripresa del bitcoin e di tutto il mercato delle criptovalute.
Diversamente, avremo avuto la conferma che la fase attuale non è nient’altro che un rimbalzo tecnico e dunque c’è il rischio di vedere un nuovo test del supporto a 6000 $, già indebolito dai tentativi di rottura delle scorse settimane.
Ritengo che il primo scenario sia quello più verosimile, dunque ci sono buone possibilità di vedere un recupero del bitcoin e di conseguenza di tutto il mercato nel medio periodo.
Ma se anche ciò non dovesse verificarsi in questa fase, le prospettive di crescita delle valute digitali sono rosee, come ho evidenziato in quest'articolo, dunque gli investitori che hanno acquistato le proprie cripto in un’ottica di lungo periodo, devono ritenersi soddisfatti.
Paradossalmente, questa fase potrebbe essere l’ideale per incrementare le proprie posizioni e abbassare il prezzo medio d’acquisto, visto l’ottimo rapporto rischio/rendimento dato da questa fase di mercato.
Buon trading
CP