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Borse in rialzo su prevista riapertura delle aziende, petrolio in calo

Pubblicato 11.05.2020, 12:07
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Venerdì i dati sul lavoro USA sono stati catastrofici: più di 20 milioni di persone hanno perso il lavoro nel mese di aprile ma, in linea con le attese del mercato, il mercato non è stato sconvolto dalle cifre negative. Le borse USA hanno chiuso la settimana in positivo. Il Dow ha compiuto un rally dell’1,91% e sia l’S&P 500 (+1,69%) sia il Nasdaq (+1,58%) hanno registrato discreti rialzi.

Anche i mercati azionari asiatici hanno aperto la settimana in cauto rialzo, sulla scia di riaperture delle aziende e recupero dell’attività economica più probabili.

Boris Johnson ha annunciato l’allentamento di alcune misure nel Regno Unito e lunedì il governo fornirà ulteriori dettagli su come renderne sicura l’attuazione. Johnson vuole che il settore delle costruzioni e del manifatturiero torni gradualmente al lavoro, mentre i negozi resteranno chiusi fino al 1° giugno. L’economia britannica, che dipende molto dai servizi, rimarrà dunque sotto pressione per un altro paio di settimane. Tuttavia, la peggiore recessione da secoli è già scontata dal mercato e non provocherà altri danni collaterali.

Il rischio principale è che con la riapertura delle aziende salga di nuovo il numero dei casi. Gli investitori controlleranno dunque attentamente che la curva dei contagi continui a scendere. Un rialzo causerebbe probabilmente una seconda ondata di chiusure e sarebbe un duro colpo per il sentiment del mercato. Per il momento prevale la speranza.

Lunedì il Nikkei (+1,46%) e l’ASX 200 (+1,55%) hanno compiuto progressi, e anche il Composite di Shanghai (+0,13%) e l’Hang Seng (+1,97%) hanno guadagnato dopo che, nel fine settimana, la banca centrale cinese (People’s Bank of China, PBoC) ha annunciato “politiche più potenti” per combattere le sfide economiche senza precedenti in seguito al massacro economico provocato dal Covid. I funzionari americani e cinesi riprenderanno i negoziati. Stando alle ultime notizie, entrambe le parti hanno redatto un comunicato congiunto sui buoni progressi circa l’accordo di fase uno. Probabilmente la Cina non ha avuto l’opportunità di sostenere gli acquisti di prodotti agricoli USA perché ha dovuto pensare a salvarsi la pelle, ma i funzionari cinesi faranno certamente il possibile per rimanere in buoni rapporti con gli USA. Con la forte recessione alle porte, entrambe le economie avranno tutto l’interesse a migliorare le relazioni commerciali. Certo, prevalgono i rischi legati a Trump, ma gli investitori sono ancora ottimisti, poiché ritengono che i leader di USA e Cina non vorranno colpire ulteriormente l’economia globale, già massacrata.

L’attività sui futures del FTSE (+0,84%) e del DAX (+0,83%) segnala un avvio positivo per lunedì. Il FTSE 100 si prepara a una buona presa sul livello dei 6000 punti.

L’indice dell’USD si è stabilizzato sotto la soglia dei 100 punti; ciò indica che la propensione al rischio globale non ha risentito della pubblicazione delle ultime cifre sull’occupazione negli USA.

L’USD/JPY è pronto a sfondare la resistenza a 107. L’oro rimane vicino ai $1700 l’oncia.

L’euro e la sterlina scambiano nei pressi delle medie settimanali. L’EUR/USD è oscillato in una stretta fascia fra 1,0820 e 1,0850 in Asia. Il dato sulla produzione industriale italiana, in uscita oggi, dovrebbe confermare una flessione del 20% a marzo, ma il mercato sembra ormai insensibile ai dati economici negativi, quindi le cifre non modificheranno certo l’andamento dell’euro. Ci aspettiamo offerte stabili sopra il livello a 1,09 e una solida resistenza vicino a 1,10, poiché le apprensioni per le frizioni fra la corte tedesca e la Banca Centrale Europea (BCE) freneranno verosimilmente l’interesse per la moneta unica. Gli ultimi dati della CFTC confermano che, la scorsa settimana, gli investitori hanno ridotto i lunghi speculativi sull’euro e, visto il solido incremento dei lunghi registrato da marzo, c’è spazio per un’ulteriore liquidazione dei lunghi in euro.

Il cable potrebbe compiere un altro tentativo sulle offerte a 1,25, ma la sterlina dovrebbe imbattersi in maggiore resistenza a 1,2645 e 1,2740, livelli che corrispondono rispettivamente alle medie mobili a 100 e 200 giorni. La propensione per la sterlina dovrebbe rimanere intatta fino a mercoledì, quando le cifre su produzione industriale e manifatturiera riferite al mese di marzo, oltre al PIL del primo trimestre, daranno un’idea della portata della carneficina provocata dal coronavirus.

Il WTI s’imbatte in discrete offerte sopra i $25 al barile. Dopo il recupero della scorsa settimana, gli investitori potrebbero avere la tentazione di realizzare i profitti e uscire di scena, considerando che, con l’avvicinarsi della data di scadenza dei contratti di giugno, aumentano i rischi al ribasso.

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