Dopo i numerosi tentativi degli ultimi mesi frustrati da volumi non adeguati e dalla mancanza di compratori, il Bitcoin è riuscito a violare la resistenza sul livello 4400/4200 dollari per giungere senza grandi difficoltà a ridosso dei $ 5.000, importante soglia psicologica.
In caso di rottura di tale livello, presumibilmente il bitcoin non troverà più grandi ostacoli fino ai $ 6.000.
Ovviamente non sarà facile, anche se nelle ultime ore i volumi sembrano sostenere il movimento. Cercare di stabilire con assoluta certezza una rottura o meno dei 5000 dollari è quasi impossibile ma quello che possiamo e dobbiamo fare è analizzare cosa ha determinato il breakout degli ultimi giorni.
Una premessa prima di iniziare: non è ancora il momento di farsi prendere dai facili entusiasmi, perchè la strada da fare prima di arrivare a una sostanziale inversione del trend al ribasso è ancora lunga.
Ma è palese come negli ultimi mesi ci siano stati diversi segnali importanti.
Eventi e novità nel settore cripto
E’ innegabile che il 2019 si è aperto all’insegna di una ritrovata vitalità per il settore delle valute digitali, dopo un 2018 decisamente negativo.
Se torniamo con la memoria al biennio 2016/2017 ricorderete come il rilascio di testnet, il lancio di mainnet, partnership importanti e upgrade dei vari network fossero eventi all’ordine del giorno.
Ebbene negli ultimi mesi questa vitalità è tornata prepotentemente sul mercato e tutto ciò contribuisce a creare un sentiment improntato all’ottimismo (il lancio delle testnet degli exchange decentralizzati di Binance e Bitfinex, le partnership importanti all’ordine del giorno, i colossi bancari e delle comunicazioni che investono pesantemente nel settore, e gli upgrade importanti dei principali network sono solo alcune delle news che hanno impattato positivamente sul mercato).
Questi eventi sono stati tra i principali catalizzatori per i rialzi importanti del 2017, culminati poi con la bull run di dicembre al momento del rilascio dei primi Bitcoin Futures alla CME di Chicago (piccola coincidenza, entro fine anno probabilmente avremo a regime BAKKT, la piattaforma della New York Stock Exchange, e il primo Bitcoin ETF).
Nel corso del 2018 poi, in seguito al declino importante della capitalizzazione del comparto, ovviamente abbiamo assistito a una rarefazione importante di questo genere di iniziative, ma ritengo che nel 2019 l’analisi fondamentale giocherà un ruolo importante nelle analisi di mercato.
Criticità
Se è vero che dal punto di vista fondamentale il bitcoin e le principali criptovalute sembrano beneficiare di questo clima di rinnovata fiducia, le maggiori criticità a mio avviso sono da ricercare nell’analisi tecnica e dei volumi.
Il problema dei volumi è ormai noto a tutti: quelli dichiarati da coinmarketcap spesso e volentieri sono gonfiati nell’ordine del 70/90%, a causa della vergognosa pratica di molti exchange (non tutti per fortuna) di gonfiare i propri volumi di trading nelle 24 ore.
A dimostrazione di come i bassi volumi rendano vulnerabile il mercato alle manipolazioni dei prezzi (in entrambe le direzioni, visto che con gli strumenti finanziari attuali è possibile guadagnare dai rialzi quanto dai ribassi) c’è proprio la notizia rilanciata da Reuters secondo cui il rialzo del 2 aprile sarebbe stato propiziato da un maxi ordine di 100 milioni di dollari piazzato contemporaneamente su 3 diversi exchange (Coinbase, Kraken, Bitstamp) ma riconducibile a una stessa entità.
Infatti dall’osservazione dei dati degli scambi appena citati, si evince un’impennata sincronizzata dei volumi di circa 7000 bitcoin in un’ora.
Con questo non sto dicendo che l’acquisto faccia parte di una manovra speculativa (anche se una domanda sorge spontanea: come mai l’investitore/i non si è rivolto al mercato Over the Counter, decisamente più attagliato all’esigenza?), ma voglio mettere l’accento su un fatto incontrovertibile, e cioè che i bassi volumi degli ultimi mesi e una capitalizzazione di circa 70 miliardi di dollari (prima del breakout di ieri) rendono il bitcoin e tutto il mercato esposto e vulnerabile a potenziali manipolazioni, anche non "dolose".
Infatti 100 milioni di dollari possono sembrare molti, ma vi assicuro che solo le transazioni giornaliere over the counter sono nell’ordine dei miliardi di dollari (le transazioni OTC hanno la particolarità di non influire direttamente sulla quotazione di un asset, in questo caso il bitcoin).
Dunque qualsiasi grande investitore o fondo d’investimento con una disponibilità medio-bassa, può innescare un movimento importante del prezzo del bitcoin, che può arrivare anche al 20% come abbiamo visto, con tutto ciò che ne consegue.
Purtroppo fino a quando non torneremo a una capitalizzazione vicina a quella raggiunta a fine 2017, il mercato sarà sempre soggetto a questo genere di dinamiche.
Analisi dell'azione del prezzo
Da un’analisi squisitamente tecnica, dopo il breakout del 2 aprile e il primo test della resistenza a $ 5000 possiamo aspettarci un pullback e un test del livello 4400/4200 (nel frattempo diventato supporto). Se i volumi delle ultime 24 ore continueranno a sostenere la quotazione e la pressione dei compratori rimarrà costante nei prossimi giorni non mi sento di escludere totalmente una rottura secca anche dei 5000 dollari, anche se questo scenario è decisamente quello meno probabile.