Ricevi uno sconto del 40%

Brexit: Tutto quello che c’è da sapere, Parte II: l’effetto sul Forex

Pubblicato 16.06.2016, 15:33
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Di Clement Thibault

In soli pochi giorni, è possibile che il futuro politico ed economico dell’Unione Europea possa essere riscritto dal referendum britannico del 23 giugno con cui il Regno Unito deciderà se restare o uscire dall’UE. Conosciuto come “Brexit” - abbreviazione di British Exit, l’uscita della Gran Bretagna - l’esito del voto potrebbe avere conseguenze su vasta scala non solo per l’economia britannica e per quella della zona euro, ma anche per i mercati monetari ed azionari globali in particolare.

In tre articoli, il primo dei quali è stato pubblicato all’inizio di questa settimana, approfondiremo il significato del voto per tutte le parti coinvolte. L’articolo di oggi prende in considerazione le conseguenze del restare o dell’uscire dall’UE sulle principali valute. Nella Parte I, Brexit: Tutto quello che c’è da sapere (ma si ha paura di chiedere), che è stata pubblicata martedì ho preso in esame le ragioni del referendum; nella Parte III, che sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana, saranno approfonditi i possibili effetti del voto sui titoli azionari globali e britannici.

L’opinione prevalente è che la Brexit dall’Unione Europea (UE) peserebbe sulla sterlina contro le altre principali valute, in particolare contro il dollaro. La ragione è semplice: il deficit del conto corrente britannico.

Il conto corrente, che Investopedia definisce come “la differenza tra i risparmi e gli investimenti di una nazione”, o più in generale, la differenza tra la quantità di denaro che entra e quella che esce nell’economia di un paese, è un indicatore critico dello stato di salute economica di una nazione. Il deficit attuale del conto corrente britannico, al Primo Trimestre del 2016, ammonta a -32,7 miliardi di sterline (43,6 miliardi di dollari). Secondo la BBC, si tratta del massimo storico per il Regno Unito.

Se la cifra dovesse ridursi, sarebbe un segnale che l’economia britannica è sulla buona strada. Sfortunatamente sembra andare nella direzione opposta. A peggiorare le cose c’è il fatto che si tratta del deficit del conto corrente britannico maggiore dell’era moderna, come risulta dal grafico seguente.

grafico1

Per fare un paragone, il totale del conto corrente francese per lo stesso periodo ammonta a 1,8 miliardi di euro (2,02 miliardi di dollari), mentre la media mensile del conto corrente tedesco per il 1° trim. è pari a +21,7 miliardi di euro (24,3 miliardi di dollari).

Nello specifico, l’indice del conto corrente misura la differenza del valore tra i beni esportati ed importati, nonché dei servizi e dei pagamenti degli interessi nel mese o nei mesi considerati. Una buona parte corrisponde al dato mensile sulla Bilancia Commerciale.

I tassi di cambio monetari hanno un impatto significativo sulla bilancia commerciale di un paese. Prendendo il Regno Unito come esempio, una sterlina debole rende i beni importati più costosi per i consumatori britannici, ma aumenta la competitività dei prodotti britannici per i partner delle esportazioni. Una sterlina forte avrebbe l’effetto contrario: i beni importati costerebbero meno per i cittadini britannici, ma le esportazioni del paese sarebbero più costose. Chiaramente, ciascuno dei due scenari presenta degli svantaggi.

Se la sproporzione in uno qualsiasi dei due scenari presentati diventa eccessiva, il deficit del conto corrente aumenta. Quando c’è un deficit, l’economia si indebolisce.

Se l’esito del referendum sulla Brexit dovesse comportare l’uscita del Regno Unito dall’UE, il valore della sterlina potrebbe crollare, in parte per via delle previsioni di un improvviso rallentamento o blocco dell’arrivo di capitali stranieri dal momento che verrebbero meno gli accordi commerciali UE. Secondo Goldman Sachs, ciò influirebbe sulla sterlina del 15-20%.

grafico2

Le analisi tecniche del grafico della coppia GBP/USD suggeriscono la stessa idea. Considerata una prospettiva a lungo termine (visto che abbiamo a che fare con massicce macro influenze), possiamo vedere nel grafico sopra che l’attuale valore della sterlina si trova al punto più basso del range degli ultimi trent’anni.

Il livello più basso è stato registrato nel marzo del 1985, a 1,0438. Se la sterlina dovesse crollare come conseguenza dell’uscita del paese dall’UE, sostanzialmente i livelli di supporto potrebbero trovarsi in un range che non si registrava da oltre 30 anni.

In tal caso, potremmo identificare l’inizio del livello di supporto immediato successivo a circa 1,22. Un supporto a questo livello darebbe credito alla previsione pessimista di Goldman.

Se risulta evidente che la Brexit influirà sulla sterlina, anche l’euro potrebbe esserne colpito. L’uscita del Regno Unito potrebbe portare nuova instabilità nella regione, in particolare nei paesi dell’Europa Orientale che sono già scontenti della gestione dell’UE della crisi dei rifugiati siriani.

Se il Regno Unito dovesse uscire, molti - se non tutti - di questi paesi potrebbero decidere di seguirne l’esempio e lasciare l’UE.

Inoltre, l’uscita del Regno Unito potrebbe danneggiare anche la ripresa dell’UE dalla crisi del debito, dal momento che gli utili dei restanti stati membri si ridurrebbero. Di conseguenza il disgregamento dell’Unione Europea sarebbe disastroso per la sua valuta.

grafico3

In questa eventualità, potrebbe esserci una svalutazione del 5-10% dell’euro contro il dollaro. Una volta superati i livelli di supporto dello scorso anno, il prossimo passaggio potrebbe essere la parità, un livello psicologico critico dove l’euro ed il dollaro avrebbe lo stesso valore. L’ultima volta che la coppia EURUSD si è attestata a 1,00 è stato alla fine del 2002. Da allora il cambio è salito stabilmente, fino a segnare il massimo di 1,5990 nel luglio del 2008.

Nel peggiore dei casi - cioè se l’euro dovesse superare il supporto a 1,00 - potrebbe essere possibile che la valuta crolli fino a segnare di nuovo il minimo, tra 0,88 e 0,8252. È altamente improbabile. Tuttavia, potrebbe succedere nel caso di un effetto domino successivo all’uscita del Regno Unito dall’UE. Per trovare rifugio da questa eventualità tremenda, molti analisti del Forex consigliano lo yen ed il franco svizzero come valute rifugio.

Nella Parte III di questa serie, che sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana, saranno approfonditi gli effetti del voto sui titoli azionari globali e britannici. La Parte I può essere letta qui.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.