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CAD sull’orlo di un breakout rialzista, indebolimento della NOK

Pubblicato 20.06.2014, 12:16
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

Questa settimana le contrattazioni sul forex hanno subito il forte impatto generato dall’inaspettata inclinazione accomodante della Fed e della Norges Bank. La corona norvegese (NOK) è scivolata in modo consistente contro EUR e SEK, le soglie tecniche chiave sono state intaccate. Analizzeremo le possibili motivazioni di questo movimento aggressivo della NOK. In questo venerdì assistiamo a una marginale ripresa dell’USD, l’oro pareggia le perdite dopo il rally di 40 USD registrato ieri a New York sul Comex, l’EUR/USD si avvicina alla media mobile a 21 giorni. In Canada, la diffusa debolezza dell’USD e il rincaro del petrolio mettono a rischio il supporto critico a 1,0800/04. I dati su vendite al dettaglio e inflazione innescheranno un breakout prima della campanella di chiusura?

Il dollaro canadese testa livelli chiave

L’USD/CAD testa quota 1,0804, 38,2% di Fibonacci sul calo in atto dal 2009 al 2011, sopra questo livello s’intravede un supporto importante dal breakout del 7 gennaio. Dopo la sorpresa accomodante della Fed e le diffuse vendite di USD, il livello a 1,0800/04 ora è a rischio, una violazione sotto questo livello suggerirebbe un ritracciamento più marcato vicino alla media mobile a 200 giorni (1,0780) e un abbassamento della fascia di contrattazione verso 1,0550/1,0780 (fascia di resistenza di dicembre). I dati su vendite al dettaglio e inflazione saranno probabilmente decisivi prima della campanella di chiusura. Se saranno rispettate le previsioni di un rafforzamento dell’IPC, i falchi della BoC dovrebbero trarre vantaggio dal clima di debolezza dell’USD per rimuovere il supporto tecnico chiave.

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Oltre alle dinamiche della banca centrale, la forza dei prezzi del petrolio, dovuta all’escalation delle tensioni in Iraq, contribuisce a rafforzare le fondamenta del CAD rialzista. Questa settimana il greggio WTI è stato scambiato sopra i 105,00 dollari, il brent ha resistito sotto i 112 dollari.

Sorpresa accomodante dalla Norges Bank

La Norges Bank ha lasciato invariato il tasso d’interesse all’1,50%, accennando però a un potenziale taglio del tasso per contribuire a far prosperare l’industria petrolifera. Il rallentamento negli investimenti offshore nel settore petrolifero norvegese è fonte di preoccupazioni; le compagnie petrolifere prevedono un calo del 21% per il prossimo anno. Si tratta di una preoccupazione importante per la principale economia nordica, che sta attraversando un periodo di ripresa sommessa in cui i debiti delle famiglie sono a livelli da record. Inoltre, l’ulteriore pacchetto di stimoli della BCE e l’impostazione da colomba della Riksbank spingono i banchieri norvegesi ad adattare la loro impostazione alla realtà europea. L’Eurozona e la Svezia rappresentano più del 50% dei volumi commerciali totali del paese.

Dal 4 febbraio (1,0338) al 10 giugno (1,1229), la NOK ha guadagnato circa l’8,5% contro la SEK. Dopo la reazione sui tassi della Norges Bank, la coppia di valute scandinave è scesa aggressivamente alle media mobile a 100 giorni (1,0872). Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente ribassisti, il prossimo supporto chiave stazione alla media mobile a 200 giorni (1,0790). I punti forward negativi confermano l’inclinazione ribassista del mercato per il medio termine.

L’EUR/NOK ha compiuto un rally aggressivo sull’onda dell’inaspettato intervento accomodante di Olsen. Dopo l’annuncio, la coppia EUR/NOK è lievitata da 8,1649 a 8,3224 in un unico movimento, ha infranto il massimo del canale di trend discendente in atto da febbraio a giugno (8,2165) e ha superato al rialzo le medie a 100 e 200 giorni (8,2508/8,2487). Per quanto riguarda i livelli tecnici di breve periodo, la forza dell’EUR potrebbe estendersi (parallelamente a quella del complesso EUR), anche se le pressioni negative sull’EUR generate dagli indicatori macroeconomici dovrebbero presto frenare la propensione per i lunghi sull’EUR/NOK. Se diamo uno sguardo al quadro tecnico, vediamo che la media mobile a 100 giorni ha incrociato al ribasso quella a 200 giorni, sviluppo che suggerisce una potenziale inversione ribassista di medio termine. Le resistenze chiave sono collocate a 8,4000 (massimo di marzo), 8,5220/60 (doppio massimo gennaio-febbraio) e poi 8,5459 (massimo 12 dicembre, massimo da 3 anni e mezzo). Gli obiettivi di medio termine stazionano a 8,0000, e poi a 7,7750/7,7800 (supporto agosto-settembre 2013).

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EUR/USD L’EUR/USD ha infranto la resistenza oraria a 1,3602 (massimo 10/06/2014). È previsto un aumento a breve termine verso la resistenza a 1,3677 (vedasi altresì il ritracciamento al 38,2%) finché reggerà il supporto orario a 1,3584 (minimo 19/06/2014). Un supporto chiave si trova a 1,3503. Una resistenza oraria staziona a 1,3644 (massimo 19/06/2014). In un’ottica a più lungo termine, la rottura del cuneo rialzista di lungo termine (vedasi anche il supporto a 1,3673), indica un evidente deterioramento della struttura tecnica. Il rischio di lungo termine verso l’area inferiore, implicato dalla formazione double top, è a 1,3379. Si intravedono supporti chiave a 1,3477 (minimo 03/02/2014) e a 1,3296 (minimo 07/11/2013).

GBP/USD La coppia GBP/USD continua la sfida nei confronti della resistenza principale a 1,7043. Viene favorita un’impostazione rialzista finché reggerà il supporto orario a 1,6923 (minimo 18/06/2014). Un altro supporto può essere trovato a 1,6882 (massimo 27/05/2014). A più lungo termine la propensione rialzista di medio termine resta favorita finché reggerà il supporto a 1,6693 (minimo 29/05/2014). Il persistente interesse all'acquisto favorisce un’eventuale violazione della resistenza principale a 1,7043 (massimo 05/08/2009). Altre resistenze si trovano a 1,7332 (vedasi il ritracciamento del 50% sul declino 2008) e a 1,7447 (minimo 11/09/2008). USDJPY La coppia USD/JPY resta debole nonostante la vicinanza del supporto implicato dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 101,61). Un altro supporto si trova a 101,43. Una resistenza oraria è pari a 102,42, mentre una resistenza chiave si attesta a 103,02. Una propensione rialzista di lungo termine resta favorita finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Monitorate l'area di supporto data dalla media mobile a 200 giorni e a 100,76 (minimo 04/02/2014). Un'importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

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USD/JPY La coppia USD/JPY resta debole nonostante la vicinanza del supporto implicato dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 101,61). Un altro supporto si trova a 101,43. Una resistenza oraria è pari a 102,42, mentre una resistenza chiave si attesta a 103,02. Una propensione rialzista di lungo termine resta favorita finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Monitorate l'area di supporto data dalla media mobile a 200 giorni e a 100,76 (minimo 04/02/2014). Un'importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF La coppia USD/CHF ha finora testato con successo il supporto a 0,8908 (minimo 05/06/2014, vedasi altresì il ritracciamento a 38,2%). Una resistenza per un rimbalzo a breve termine può essere trovata a 0,8967 (massimo 19/06/2014). Una forte area di resistenza staziona tra 0,9012 e 0,9037. Un altro supporto si ubica a 0,8883. In una prospettiva a più lungo termine la violazione della resistenza chiave rialzista a 0,8953 suggerisce la fine della grande fase correttiva innescatasi a luglio 2012. Il potenziale rialzo a lungo termine, implicato dalla formazione a doppio fondo, è a 0,9207. Una resistenza chiave si trova a 0,9156 (massimo 21/01/2014).

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