Quando il Chicago Board Options Exchange (Cboe) ha introdotto il trading dei future del Bitcoin l’evento era stato accolto col botto; ora che la piazza ha annunciato che non aggiungerà più nuovi contratti, la notizia ha ricevuto appena delle lamentele.
Ovviamente, nel dicembre 2017, quando il Cboe è diventato la prima piazza ad offrire prodotti derivati di opzioni cripto, il Bitcoin e le altre monete digitali erano scambiate a livelli da capogiro. Ora, l’inverno delle cripto va avanti da più di un anno. Quando è stato lanciato il trading dei future Bitcoin le aspettative erano che avrebbe giocato un ruolo significativo nella legittimazione dei cripto-asset, spingendo la domanda ed offrendo un modo meno rischioso ai nuovi investitori (sia retail che istituzionali) per partecipare. La sospensione da parte del CBOE dei future Bitcoin è l’inizio della fine per le criptovalute?
Ryan Radloff, Amministratore Delegato di CoinShares, ritiene che questi contratti non fossero cruciali per l’infrastruttura generale del cripto mercato. “Non ci preoccupa la loro perdita”, afferma. È dell’idea che non ci sarà un impatto reale.
Innanzitutto, il rivale Chicago Mercantile Exchange (CME) continuerà con il trading dei future Bitcoin. Inoltre, sottolinea Radloff:
“Uno dei casi d’uso “industriali” per i contratti di future BTC, almeno all’interno della cripto-comunità, è proteggere i ricavi dal mining di Bitcoin. Nel caso dei contratti regolati per cassa del CBOE, il rischio di avere un prezzo di scadenza diverso rispetto a quello in realtà disponibile sul mercato è troppo alto per usarli come un rifugio efficace, perciò la consegna fisica vince tutte le volte”.
Laurent Kssis, direttore di gestione di XBT Provider riassume così la situazione:
“Nella corsa ai prodotti più trasparenti, di livello professionale, con efficienti meccanismi di scoperta del prezzo e maggiore liquidità, il Cboe sembra stare cedendo terreno al CME”.
Ovviamente, parte del problema per i future Bitcoin del Cboe è stata l’esiguità dei volumi degli scambi. Secondo CryptoCompare, tra gennaio e febbraio 2019 i volumi del Cboe sono crollati di quasi il 31% mentre la media giornaliera del CME è schizzata di oltre il 23%.
Grafico fornito da CryptoCompare
In parte ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i requisiti di margine per lo scambio di future BTC sul CME sono del 35% mentre sul Cboe sono del 40% per via della volatilità del BTC.
Kssis ritiene che il costo dei volumi bassi possa aver superato gli eventuali vantaggi dei ricavi dato il calo del prezzo dell’asset soggiacente.
“Sul lato professionale, i market maker preferiscono difendere i contratti dei future usando contratti “fisici” per ridurre il rischio di una potenziale manipolazione del prezzo di attestazione. Con i contratti regolati per cassa, il prezzo di attestazione non è mai del tutto efficiente in scadenza. Di conseguenza, sembrerebbe che gli acquirenti di questi contratti fossero semplicemente speculatori, capitalizzando l’offerta della leva.
Quando arriveranno i tanto attesi contratti fisici sul mercato, mi aspetto che la maggior parte dei contratti regolati per cassa perdano il loro appeal e che il mercato finisca per scegliere gli strumenti più efficaci e professionali quando ne avranno l’opportunità".
Alcuni partecipanti del cripto mercato sono delusi ma riconoscono che la sospensione è più legata ai business model che al fallimento della classe di asset. En Hui Ong, a capo dello sviluppo imprenditoriale di Zilliqa, una piattaforma blockchain pubblica, afferma:
“Sebbene qualcuno tema che l’annuncio sia segno di un calo dell’interesse istituzionale, si tratta in realtà di una questione di concorrenza e convenienza. Il rivale CME ha un suo prodotto di future Bitcoin e, con 1 contratto Cboe che equivale ad 1 Bitcoin (BTC) ed 1 contratto CME che equivale a 5 BTC, si nota facilmente come il CME abbia un prodotto più competitivo ed allettante”.
Inoltre, spiega, per quanto riguarda le attestazioni, il Cboe ha annunciato che prenderà i prezzi solo dall’asta della piazza di criptovalute Gemini. Il prezzo da un’unica fonte alimenta le possibilità di una manipolazione, comportando rischi maggiori.
Al contrario, l’approccio del CME è più misurato, usando i prezzi di varie piazze e adeguando il processo proprietario per mitigare il potenziale di una manipolazione. “Di conseguenza”, nota Ong, “l’annuncio del Cboe non dovrebbe essere inteso come un riflesso dell’interesse istituzionale nelle criptovalute. Semplicemente ha un prodotto che non è riuscito a guadagnare partecipazione di mercato”.