A otto giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi, i mercati azionari sono partiti col piede sbagliato. Lo stimolo fiscale è stato l'argomento dominante negli ultimi giorni e le possibilità di approvazione prima della prossima settimana sono in netto calo, mentre le infezioni da coronavirus hanno raggiunto livelli record anche negli Stati Uniti (oltre all'Europa ovviamente).
Ovviamente le presidenziali diverranno il principale fattore di movimento dei mercati, tanto per la settimana in corso quanto per la prossima (anche oltre verrebbe da dire). Finora i sondaggi di opinione continuano a dirci che Biden guida con una probabilità di vincita del 66% (secondo RealClearPolitics). Va detto però che le probabilità di “una mare blu” sono scese al 50%, il ché potrebbe portare ad una reazione più volatile al risultato del 3 novembre. I mercati sembrano ancora posizionati verso una svolta democratica, ma attenzione a dare tutto per scontato.
Anche il forex sembra suggerire lo stesso posizionamento, gli analisti si aspettano infatti che la correlazione inversa tra il biglietto verde e gli asset di rischio continui anche nel prossimo futuro.
Lasciando la politica, è una settimana fondamentale per le trimestrali. I giganti della tecnologia Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Alphabet (NASDAQ:GOOGL) e Facebook (NASDAQ:FB) sono tra le 186 aziende che andranno ad annunciare i risultati del terzo trimestre. Se le sorprese positive sugli utili dovessero mantenersi attorno all'84%, l'azionario potrebbe riprendere fiato.
Avremo anche riunioni di politica monetaria impattanti: la Banca del Canada mercoledì e la Banca centrale europea e la Banca del Giappone giovedì. Sappiamo che la deflazione è diventata una delle principali minacce in Europa e nonostante la BCE abbia aumentato le dimensioni del suo Pandemic Emergency Asset Purchase Programme (PEPP) a 1,35 trilioni di euro (da 750 miliardi di euro), gli ultimi dati PMI sui servizi indicano un nuovo rallentamento dell'economia. L'assenza di una risposta fiscale coerente sta rendendo il lavoro più difficile per la BCE, tutto ovviamente reso ancora più complicato dall'aumento delle infezioni da Covid. Secondo qualche analista, un accordo commerciale sulla Brexit e il rischio di una doppia recessione potrebbero spingere la banca centrale a nuovi stimoli (ma forse non prima di dicembre).