- Il FSB del G20 riconosce che le criptovalute con costituiscono un pericolo per l’economia globale
- La Direttrice del FMI Christine Lagarde pubblica l’articolo “Affrontare il lato oscuro del mondo delle cripto”
- La BCE ritiene che il Bitcoin non sia la risposta per una società senza contanti
- La BoE avverte che le criptovalute potrebbero essere un rischio per la stabilità finanziaria
Ci sono stati ulteriori progressi questo mese, con gli enti regolatori globali che tentano di accettare il valore - e i potenziali pericoli - che le criptovalute portano sul mercato. Banche centrali e governi stanno discutendo apertamente e condividendo le loro opinioni sulla fiorente classe di asset.
Ieri, all’apertura del primo summit del G20 del 2018 a Buenos Aires, il Consiglio per la Stabilità Finanziaria (FSB) dell’organizzazione, che coordina la regolamentazione finanziaria del forum internazionale delle banche centrali, ha pubblicato una dichiarazione in cui, tra le altre cose, si legge che le criptovalute non rappresentano un pericolo per l’economia globale. I cripto-asset non sono che una piccola parte del sistema finanziario (al loro apice lo scorso anno, valevano meno dell’1% del PIL globale):
“La loro dimensione ridotta e il fatto che non siano dei sostituiti delle valute e che abbiano un utilizzo davvero limitato per l’economia reale e per le transazioni finanziarie, implicano che i loro collegamenti al resto del sistema finanziario sono limitati”.
Le valute digitali, come il Bitcoin, l’Ethereum e il Ripple, sono schizzate dopo la notizia, sebbene al momento della scrittura stiano registrando un calo.
La scorsa settimana, Christine Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha espresso la sua posizione sulle criptovalute in un post sul blog dal titolo “Addressing the Dark Side of the Crypto World“ (Affrontare il lato oscuro del mondo delle cripto). Secondo l’articolo, la sua maggiore preoccupazione riguardo agli asset digitali consiste nel fatto che hanno il potenziale per essere un importante nuovo veicolo per il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo. Lagarde ha riconosciuto che il FMI sta lavorando per conciliare le politiche riguardanti la questione.
Il 2 marzo, il Governatore della Banca d’Inghilterra (BoE) Mark Carney ha avvertito che le criptovalute potrebbero essere un rischio per la stabilità finanziaria, notando che secondo lui è arrivato il momento di considerare l’ecosistema dei cripto-asset in base agli stessi standard del sistema finanziario.
Sempre la scorsa settimana, la Banca Centrale Europea (BCE), nell’ambito di una ricerca congiunta con la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), ha rilasciato una dichiarazione spiegando perché il Bitcoin non è la risposta ad una società senza contanti. La dichiarazione della BCE però è andata anche oltre, evidenziando che alcuni paesi nordici stanno già riducendo i contanti, a prescindere dal Bitcoin. E che è più probabile che la iGeneration utilizzi una app per pagamenti che un portamonete. Per i loro figli, le banconote e le monete probabilmente saranno dei pezzi da museo.
La Svezia ne è un buon esempio. La banca centrale del paese scandinavo sta valutando la possibilità di introdurre una versione digitale della valuta nazionale, la corona svedese.
Jeppe Stokholm, partner e consulente generale di Black Swan, un’azienda di venture capital di Zurigo, in Svizzera, considera questo sviluppo un vantaggio. Secondo lui, l’economia digitale fornisce un pratico strumento alle autorità per sradicare il riciclaggio di denaro ed altre attività losche. Ed è l’ovvietà che viene ignorata quando i governi nordici parlano tanto schiettamente di una società senza contanti.
Secondo Stokholm, anche Brian Mikkelsen, Ministro dell’economia e degli affari finanziari in Danimarca, sta cercando di creare una società senza contanti. Il ministro è fortemente a favore dei pagamenti elettronici. Spiega Stokholm:
“La sua teoria è che i pagamenti elettronici rappresentano un beneficio sia per i consumatori, che per i negozi, che per le banche. Secondo il Ministro, i pagamenti elettronici sono più semplici da gestire e più economici da amministrare”.
Tuttavia, aggiunge Stokholm:
“Non sono solo i governi nordici a considerare vantaggiosi i pagamenti elettronici. Nel 2015, il Federal Bureau of Investigation (FBI) USA ha pubblicato un report dal titolo “Valute virtuali: sfide ed opportunità investigative”. Il report fornisce un contesto tramite cui le forze dell’ordine possano investigare sull’utilizzo illegale delle valute virtuali perseguendo i criminali e le loro attività di e-commerce”.
Comprendere la tecnologia alla base
Molti notano che, prima che gli enti governativi possano decidere come stabilire ed applicare le regolamentazioni, è importante che comprendano la tecnologia che sta alla base. John Wantz, un imprenditore nel campo della tecnologia per la vendita al dettaglio nonché Amministratore Delegato di SHOP, spiega che i governi devono sviluppare regolamentazioni profonde basate su una vera comprensione della tecnologia alla base delle criptovalute e dei recenti avanzamenti nel campo:
“Politiche pesanti basate su un’assenza di conoscenza tecnologica serviranno solo a soffocare l’innovazione e a ridurre la crescita economica. Il settore è saldo e fornirà inestimabili soluzioni ai problemi attuali che affliggono i sistemi finanziari globali, come l’iperinflazione. Il primo passo consiste nell’agire contro i “giocatori scorretti”, avvicinando di più il settore all’adozione di massa e al riconoscimento di una legittimazione di cui hanno bisogno le criptovalute”.
Hope Liu, co-fondatrice ed Amministratore Delegato di Eximchain, sottolinea quanto sia importante che i policymaker comprendano la differenza tra le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e le criptovalute:
“Le criptovalute come il Bitcoin sono state create per evitare le banche centralizzate e il denaro governativo tramite una rete peer-to-peer. Anche se la tecnologia stessa potrebbe essere usata come una valuta di banche centrali. Per via delle caratteristiche fondamentali di anonimato e non-tracciabilità delle criptovalute, la “società senza contanti” nell’idea di molti policymaker potrebbe prevedere una CBDC che non opera tramite un meccanismo peer-to-peer al fine di evitare il riciclaggio di denaro e il finanziamento di attività illecite, contribuendo però a rafforzare il ruolo della valuta sovrana riducendo la domanda del pubblico per le valute alternative”.
I soldi reali, fisici, finiranno per essere eliminati via via che gli asset digitali diventeranno di massa?
Marcin Rudolf, direttore tecnico e cofondatore di Neufund la pensa così. Spiega che ridurre i contanti, per esempio, è un segnale della moda globale di controllare e centralizzare il flusso di denaro da parte di istituti finanziari come banche ed enti regolatori.
Esaminando il riconoscimento della BCE della riduzione del denaro contante nei paesi nordici, Rudolf aggiunge:
“Fa parte della cultura dei paesi nordici fidarsi delle istituzioni e degli altri membri della società; quindi, indubbiamente, sono loro a guidare questa moda. Criptovalute e contanti hanno molto in comune. Con le criptovalute, si possiede veramente un portafoglio, si possono effettuare transazioni peer-to-peer con chiunque e si può restare anonimi nelle transazioni. Le criptovalute vanno contro la tendenza al controllo”.
Mentre sempre più policymaker si interrogano e discutono sull’utilizzo delle cripto e sul loro ruolo nella società e nell’economia globale, molti pensano che la discussione si stia finalmente dirigendo nella giusta direzione. Un dialogo aperto e produttivo sul ruolo delle valute digitali nella società implica che saranno destinate ad arrivare una regolamentazione adeguata ed una maggiore adozione della tecnologia.