CrowdFundMe (MI:CFM), società attiva nel settore dell’Equity crowdfunding, farà il proprio ingresso in Borsa lunedì 25 marzo. Durante l’IPO ha raccolto circa 2,8 milioni di euro. La capitalizzazione, all’inizio del primo giorno di negoziazione, sarà pari a 13,3 milioni. Nel corso della sua attività, Crowdfundme ha pubblicato 45 progetti di successo, raccogliendo 13,75 milioni di euro, per un totale di 6728 investimenti, arrivando a occupare la seconda posizione in Italia, su oltre 20 operatori attivi, nel proprio mercato di riferimento.
Gli investitori tradizionali non conoscono ancora a sufficienza le potenzialità dell’Equity crowdfunding, ovvero la raccolta online di risorse economiche a sostegno delle imprese emergenti.
Ma i tassi di penetrazione sono impressionati: dalle poche centinaia di migliaia di euro raccolte del 2013 a quasi 40 milioni di euro alla fine del 2018.
Il settore è spinto da Governo e Parlamento. In particolare, la legge finanziaria prevede la possibilità di collocare i mini-bond delle PMI innovative. Inoltre, sono state incrementare le detrazioni dal 30% al 40%, a favore di coloro che investono in startup e PMI innovative. Si attende solo il via libera dall’Europa.
Le novità che coinvolgono il settore riguardano anche le criptovalute. Il 19 marzo la Consob ha ufficialmente aperto le consultazioni, che hanno tra i protagonisti proprio i portali come CrowdFundMe, per regolamentare le “offerte iniziali e gli scambi di cripto-attività”.
In particolare, è in discussione la proposta di “ampliare la gamma delle attività che possono essere effettuate dai gestori di portali di crowdfunding, per comprendere anche la promozione di offerte di cripto-attività di nuova emissione”.
Uno degli scopi di Crowdfundme, perseguito tramite la quotazione, è proprio quello di diffondere la conoscenza di questo strumento di finanziamento per le imprese e diversificazione di investimento per i risparmiatori. Lo ha riferito l’a.d. Tommaso Baldissera Pacchetti a Websim.Il mercato dell’Equity crowdfunding è molto promettente. Lo attestano i numeri. Solo nel 2018, in Italia sono stati raccolti 36 milioni di euro, volumi triplicati nell’arco di un anno. Complessivamente, gli investitori coinvolti sono stati quasi 10mila (fonte rapporto Politecnico di Milano).
Le risorse raccolte da Crowdfundme in sede di Ipo saranno quindi impiegate non solo per diventare l’operatore di riferimento in Italia, ma anche per diffondere la consapevolezza su questa nuova forma di investimento: “Il nostro scopo è quello di raggiungere gli investitori più tradizionali. Infatti, l’Equity, oltre ad aiutare le imprese neofite, può diventare un valido strumento di diversificazione del portafoglio andando ad includere una nuova asset class che fino a poco tempo fa era esclusa ai non addetti ai lavori (VC, business angels): investimenti in startup e PMI ad alto potenziale di crescita”.
Crowdfundme effettuerà quindi delle campagne informative e di marketing, potenziando al contempo le risorse interne e la sua struttura. Tra gli obiettivi c’è anche quello di raggiungere un certo numero di campagne di raccolta: “Abbiamo concluso con successo 6 campagne nel 2016, 17 nel 2017, 30 nel 2018. Abbiamo intenzione di lanciare 60 campagne nel 2019 e 90 campagne nel 2020”, continua Baldissera.
Crowdfundme si è posta anche come obiettivo quello di creare una piattaforma ad hoc, dov’è possibile vendere e comprare con più facilità le quote raccolte con le campagne avviate della stessa società. Ad oggi, un passo importante in questa direzione è stato fatto grazie alla partnership con Directa Sim che, grazie alla nuova legge 100-ter del TUF, si intesta le quote in conto terzi, di fatto disintermediando i notai e commercialisti per le rivendite future.
Per la buona riuscita dell’attività di Equity crowdfunding è necessario selezionare attentamente le imprese da promuovere. Quest’ultime devono avere diversi requisiti, che non si esauriscono nella redditività.
Le metriche, infatti, possono essere considerate in via esclusiva solo nel caso di società di vendita di beni e servizi.
Tuttavia, nel caso imprese scientifiche e tecnologiche, ci sono anche altri elementi da valutare: “Nel caso delle imprese altamente tecnologiche, non possono aspettarmi che già fatturino. Devono possedere altre caratteristiche di credibilità, come brevetti, team specializzato, gli investitori, le persone all’interno del consiglio di amministrazione. Criteri, questi, che Crowdfundme ha sempre considerato con attenzione”, afferma l’a.d.