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Dollaro in crisi, ma in ottica di deficit commerciale USA fa comodo

Pubblicato 24.01.2018, 10:04
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Volendo ampliare l’orizzonte temporale, ragionando sul lungo termine, la tendenza del dollaro è chiaramente ribassista. Il timido rimbalzo degli ultimi giorni, supportato inizialmente da una ripresa dei rendimenti obbligazionari, si sta sgretolando. Evidentemente i tori del biglietto verde non sono tanti e non riescono a prendere il controllo del mercato.

Lo stesso non si può dire dell’euro perché osservando le posizioni dei future CFTC potremmo assistere a un allungo da record. E questo, evidentemente, non aiuta la valuta a stelle e strisce.

I dati positivi dall'Eurozona continuano a prevalere, basti pensare che la fiducia dei consumatori dell'Eurozona ieri ha toccato i massimi pluriennali, ma si tratta soltanto di un ultimo tassello in vista della prima riunione di politica monetaria della BCE del 2018.

Veniamo alla Sterlina.

Dopo un fine settimana di retorica sulla Brexit, il Cable è stato respinto da quota 1,4000, un livello che non si vedeva dal 24 giugno del 2016.

Lo yen, a dispetto dell’immobilismo della Banca Centrale del Giappone, si sta rafforzando.

Insomma, tutto è contro il dollaro e ciò si riflette ovviamente sui grafici.

A questo punto sarà interessante valutare le reazioni del mercato alle potenziali guerre commerciali che stanno esplodendo, saprete infatti che Trump ha imposto dazi salatissimi per i pannelli solari e le lavatrici provenienti dalla Cina.

In poche parole il Presidente americano sta cercando di ridurre le dimensioni del deficit commerciale degli Stati Uniti, un elemento che evidentemente si avvantaggia di un dollaro debole.

Wall Street ha terminato la sessione di martedì senza particolari scossi, con lo SP 500 in chiusura del + 0,2% a 2839 punto. I mercati asiatici sono apparsi contrastanti (il Nikkei -0,8%), idem gli europei in queste prime ore di contrattazione.

Nelle materie prime , la debolezza del dollaro continua a spingere l' XAU/USD verso l’alto, con un guadagno di circa 2 dollari nelle ultime 24 ore, mentre il Future Petrolio Greggio WTI è sostanzialmente in consolidamento dopo che gli inventari dell'API hanno mostrato un sorprendente aumento delle scorte di greggio.

Nel calendario macroeconomico odierno segnaliamo i PMI flash dell'Eurozona (ore 10) per i quali si prevede una leggera contrazione rispetto al mese scorso: il manifatturiero 60,3 (da 60,6), i servizi 56,4 (dal 56,6) e il composito a 57,9 da 58,0. Alle 10:30 si presterà particolare attenzione ai dati sull'occupazione del Regno Unito, in particolare la disoccupazione dovrebbe rimanere al 4,3%, e alla crescita media settimanale degli utili (ex bonus), che dovrebbe restare al + 2,3%. Nel pomeriggio i PMI flash americani (ore 15:45) dovrebbero consegnarci un manifatturiero stabile a 55.0, mentre i servizi dovrebbero salire a 54.0 (52.4 il mese scorso). Le vendite di case esistenti (ore 16) dovrebbero calare al 2% ovvero a 5,7 milioni (da 5.81m del mese scorso). Infine spazio alle scorte di petrolio per le quali si prevede una contrazione di 2,5 milioni di barili (-6,9 milioni la scorsa settimana), per i distillati -1,5 milioni (-3,9 milioni la scorsa settimana) mentre la benzina dovrebbe risalire a + 2,5 m (+ 3,6 m la settimana scorsa).

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