Partiamo dal Regno Unito, perché il giorno della resa dei conti è arrivato. Le tanto attese elezioni generali ci diranno in che direzione procederà la Brexit, se ci sarà un secondo referendum UE e quanto stimolo fiscale verrà iniettato in un'economia paralizzata dall'incertezza.
I seggi elettorali chiudono alle 22:00 GMT e i primi risultati potrebbero arrivare quasi simultaneamente. Attenzione pertanto ai movimenti che andranno a generarsi sin da subito. I risultati ufficiali dovrebbero arrivare attorno alle 02:00 GMT, ovvero in un orario dove la liquidità è inferiore pertanto operare in quei momenti potrebbe essere realmente deleterio.
I sondaggi come ben sappiamo ci dicono che i conservatori sono diretti verso una maggioranza in Parlamento, il che sarebbe il risultato più rialzista per la sterlina. Un risultato che farebbe ripartire il processo Brexit, alleviando in tal senso alcune incertezze a breve termine ma non cancellando la minaccia di una Brexit senza accordo. Il risultato più catastrofico potrebbe essere quello di un Parlamento bloccato. Quindi nel caso di vittoria dei conservatori la Sterlina potrebbe ancora apprezzarsi, mentre qualsiasi altro risultato potrebbe farla letteralmente crollare.
Tornando in Europa, la Banca centrale europea annuncerà la decisione politica alle 13:45, alle 14:30 ci sarà la prima conferenza stampa sotto la presidenza Christine Lagarde. Anche se l'economia della zona euro non brilla, non dovrebbe esserci alcuna decisione sostanziale perché da quel che sappiamo il Consiglio direttivo è fortemente diviso sulla necessità di ulteriori stimoli.
Probabilmente la Lagarde riprenderà esattamente da dove aveva terminato Mario Draghi e passerà il tempo a chiedere ai governi nazionali di lanciare un pacchetto di incentivi fiscali per stimolare la crescita.
Passando dall’altra parte dell’Oceano, come ampiamente previsto la Fed ha mantenuto invariati i tassi. Il nuovo "dot plot" delle proiezioni dei tassi di interesse ha mostrato un chiaro consenso per mantenere invariati i tassi per tutto il 2020.
Tuttavia il dollaro è stato pesantemente venduto a seguito di un commento del presidente Powell che ha enfatizzato la necessità di vedere un "significativo" aumento dell'inflazione prima ancora di prendere in considerazione nuovi aumenti dei tassi. Il segnale era chiaro: i tassi di interesse possono ancora essere ridotti in caso di eventi avversi.
Powell sta essenzialmente confermando che lascerà "scaldare" l'economia degli Stati Uniti prima di prendere in considerazione altri interventi, così da evitare una situazione simile a quella del Giappone e che quindi la bassa inflazione si cronicizzi.