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Gli acquisti di asset della BCE schiacciano i rachitici mercati dei bond europei

Pubblicato 15.09.2020, 16:34
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

La Banca Centrale Europea (BCE) sta facendo del suo meglio per stimolare l’economia della zona euro con vari programmi di acquisti di asset, ma da questo punto di vista le toccherà un lavoro più difficile rispetto alla statunitense Federal Reserve.

Mentre la Fed ha un mercato dei bond profondo e liquido con cui lavorare, compresi i 20 mila miliardi di dollari di buoni del Tesoro, la BCE deve affrontare dei mercati dei bond europei sottosviluppati.

La Germania, la più grande economia del blocco, si vanta di non aver dovuto emettere nuovi debiti da molti anni e tutti i paesi della zona euro sono limitati nei prestiti dalle restrizioni sul debito pubblico e sui deficit di bilancio imposti dall’adesione alla moneta unica.

Quest’anno è diverso, ovviamente, per via dell’impatto della pandemia di COVID-19 sulle economie nazionali. La Germania registra un deficit di bilancio e chiederà altri prestiti nel 2020, ma il suo debito è ancora al di sotto del tetto del 60% imposto dal Patto di Stabilità e Crescita.

L’Italia, invece, registra più del doppio del limite consentito, con un debito pubblico pari al 134% del suo PIL. Il paese è stato avvertito di ridurre questo debito mantenendo il deficit di bilancio annuale sotto il tetto del 3%. La nazione aveva registrato un ammirevole deficit dell’1,6% lo scorso anno e puntava ad un deficit del 2,2% quest’anno, prima dell’arrivo della pandemia. Ora si aspetta un deficit superiore all’11% del PIL.

Persino così, i paesi della zona euro non riescono a tenere il passo con la fame di acquisti di bond della BCE. Il Wall Street Journal la scorsa settimana ha riportato che la banca centrale ha speso 676 miliardi di euro di bond governativi finora quest’anno, rispetto ai 367 miliardi di euro di nuove emissioni. Secondo il titolo dell’articolo, la BCE sta soffocando i mercati dei bond governativi in Europa.

Come farebbe altrimenti l’Italia a rendere circa l’1% sui suoi bond decennali, un ritorno che sembra ricco se confrontato con il rendimento di quasi -0,5% dei corrispettivi tedeschi?

Italy 10-year Daily

Grafico giornaliero bond italiani a 10 anni

Gli investitori non stanno a cavillare. Accettano l’1% se si tratta dell’offerta migliore. Affiancare gli acquisti della BCE alle nuove emissioni non significa che la BCE sta comprando queste nuove emissioni. Il divieto sui finanziamenti monetari del debito pubblico implica che la BCE deve effettuare i suoi acquisti sul mercato secondario.

È una distinzione che non influisce sui prezzi dei bond. Gli acquisti della BCE supportano i prezzi delle nuove emissioni di bond e, dal momento che i rendimenti si muovono in modo inverso rispetto ai prezzi, ciò pesa sui rendimenti.

Non è una coincidenza che i bond di riferimento europei, i bund tedeschi, abbiano un rendimento negativo, con il tasso di interesse di riferimento della BCE anch’esso in territorio negativo a -0,5%.

German 10-year Daily

Grafico giornaliero bond a 10 anni tedeschi

La Fed non vede di buon occhio tutta questa negatività. Mantiene il tasso overnight vicino allo zero, ma finora ha evitato di entrare in territorio negativo. Anche i rendimenti dei Buoni del Tesoro sono rimasti in territorio positivo, sebbene minuscoli per gli standard storici.

La Fed ha comprato circa 2 mila miliardi di dollari di titoli del Tesoro finora quest’anno, mentre le emissioni governative sono state insolitamente alte a 3 mila miliardi di dollari solo nel secondo trimestre. La banca centrale statunitense ha ingrandito il suo bilancio di 3 mila miliardi di dollari dall’inizio della pandemia, ma una buona parte di questi si trova su mercati di titoli garantiti da attività e bond aziendali che sono anch’essi molto più liquidi negli USA rispetto all’Europa.

La pandemia ha colto l’Europa in uno strano momento di transizione, in cui si sta muovendo seppur molto lentamente per completare l’unione monetaria con un’unione bancaria ed un’unione dei mercati dei capitali. I progressi sono stati talmente lenti, in effetti, da chiedersi se questi obiettivi saranno mai raggiunti o persino se i paesi membri vogliano davvero raggiungerli.

Allo stesso tempo, la zona euro è semplicemente meno ben equipaggiata per affrontare le sfide poste dalla pandemia. La zona euro ha un PIL annuale di circa 13 mila miliardi di dollari, rispetto ai 21 mila miliardi di dollari degli USA, perciò necessita di meno stimolo monetario in confronto agli Stati Uniti, ma comunque di una quantità considerevole.

E forse maggiore di quella che può gestire. “Soffocare” non è una parola troppo forte per descrivere l’impatto degli acquisti di asset della banca centrale sui mercati dei bond governativi in Europa. È una scelta furba in questo contesto comprare bond italiani anziché tedeschi, ma per quanto tempo ancora?

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