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FMI rivede le stime di crescita al ribasso, mercati nuovamente timorosi

Pubblicato 22.01.2019, 11:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

La crisi ciclica globale continua a rappresentare uno spauracchio per gli operatori di mercato. Non solo, nella giornata di ieri è giunto un monito altrettanto preoccupante dal FMI tramite rivisitazione al ribasso delle stime sulla crescita globale 2019: + 3,5% dal +3,7% precedente e nel 2020 + 3,6% dal + 3,7% precedente. All’interno del documento è stato evidenziato come le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina abbiano giocato un ruolo essenziale e un ulteriore deterioramento del sentiment economico potrebbe arrivare con un più profondo rallentamento della Cina e con una “hard Brexit”. La chiusura di Wall Street di ieri e ulteriori sviluppi nelle trattative Cina-USA ha in parte limitato i danni ma l’azionario ha risposto comunque negativamente durante la sessione asiatica.

Movimenti che hanno avuto ripercussioni anche sui titoli di Stato USA, che hanno arrestato la spinta dei rendimenti, mentre l'avversione al rischio nelle major del forex ha provocato un rafforzamento dello yen e un deprezzamento delle valute legate alle materie prime. Al momento è un movimento di entità contenuta, ma dobbiamo prestare comunque attenzione. Con la mancanza di dati USA importanti, a causa dello Shutdown da record, il dollaro sembra trarre vantaggio soprattutto dalla debolezza delle altre principali economie mondiali. In tema di sentiment, attenzione oggi al tedesco ZEW che potrebbe fornirci ulteriori indicazioni sullo stato di salute dell’economia comunitaria.

I futures USA hanno perso circa lo 0,8% durante la notte, difatti i listini asiatici hanno perso terreno ( Nikkei -0,5%, Shanghai Composite -1,3%) idem gli europei con apertura in gap down evidente. Nelle materie prime abbiamo poca direzionalità su oro e argento (anche se ultimamente la propesione al rischio aveva riportato una lieve debolezza), mentre il petrolio ha perso circa un punto percentuale rispondendo ovviamente all’avversione al rischio.

Sul calendario economico abbiamo avuto gli importantissimi dati sul mercato del lavoro UK che hanno evidenziato un decremento disoccupazione di un decimo di punto (da 4,1 a 4%) e una crescita dei salari inclusi bonus di un decimo di punto (mentre esclusi i bonus sono rimasti invariati). Sostanzialmente sono stati dati positivi e la sterlina risponde al rialzo (oltre chiaramente alle implicazioni legate al piano “b” Brexit presentato ieri). Il sentimento economico ZEW per gennaio dovrebbe deteriorarsi ulteriormente a -18,4 (-17,5 a dicembre).

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