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I trader del forex dovrebbero prepararsi ad un 2° trimestre volatile

Pubblicato 01.04.2020, 09:22
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 31 marzo 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il primo trimestre del 2020 è stato il peggiore dei 135 anni di storia dell’indice Dow e l’umanità dell’era moderna è finita. Il COVID-19 ha mostrato il suo volto peggiore negli ultimi 3 mesi, colpendo prima la Cina, poi l’Europa ed ora gli Stati Uniti. Borse e materie prime hanno subìto l’urto maggiore delle vendite, con l’indice Dow Jones Industrial Average che ha perso oltre il 20% del suo valore ed il greggio crollato del 60%. Colpiti anche i titoli azionari europei, con un tonfo di più del 25%, mentre in Asia il Nikkei è colato a picco del 20%. In breve, è stato un mese terribile per i titoli azionari ed uno volatile per le valute. I soldi si sono spostati sul dollaro USA per avere un rifugio ma, con il virus diffusosi in America, il biglietto verde ha cancellato i guadagni poiché gli investitori si sono preoccupati per le prospettive economiche statunitensi ed hanno messo in dubbio gli sforzi del governo Trump per aiutare imprese e consumatori a sopravvivere. Il brusco calo di oggi della fiducia dei consumatori rispecchia il profondo pessimismo che avvolge il paese. L’indice sulla fiducia dei consumatori è infatti crollato da 130,7 a 120 a marzo.

Nel mondo delle principali valute, il dollaro australiano e quello neozelandese sono quelli che hanno perso di più in questo trimestre, con crolli rispettivamente del 13% e dell’11%. Anche il dollaro canadese è crollato di oltre l’8%, mentre le perdite dell’euro sono state più modeste, di circa il 2%. Guardando in avanti, il secondo trimestre non sarà bellissimo. La maggior parte dei leader mondiali hanno avvertito che l’attività economica potrebbe non tornare alla normalità prima di giugno. Le scuole in molti paesi saranno chiuse fino alla fine dell’anno scolastico, lasciando i lavoratori alle prese con la difficoltà di trovare chi si occupi dei figli. Potremmo essere fortunati e, tra poche settimane, le misure di isolamento daranno i loro frutti e la curva negli USA raggiungerà il picco. Allo stesso tempo, i test per il COVID-19 da 5 e 15 minuti diventeranno disponibili, contribuendo a controllare l’epidemia. Tuttavia, anche se tutto questo si avverasse, i dati di marzo saranno pubblicati ad aprile, il che significa che vedremo il grosso della debolezza dei dati ad aprile e maggio, a partire dai report di questa settimana sulle richieste di sussidio di disoccupazione e sull’occupazione non agricola. Il braccio di ferro tra dati deboli, utili del primo trimestre e notizie sul COVID-19 (positive o negative) dovrebbe generare un secondo trimestre volatile per i trader del forex.

Avremo una prima idea di quanto brutti possano essere i dati sull’occupazione non agricola di marzo dal report ADP di domani sull’occupazione privata. Gli economisti si aspettano che l’occupazione privata scenda di 150.000 unità, il che sembra fin troppo ottimistico considerati i 3 milioni di richieste di disoccupazione emersi dall’ultimo report ed i 3,5 milioni che si prevede risultino nei dati della settimana terminata il 28 marzo. È comunque in linea con la stima di un calo di sole 100.000 unità dell’occupazione non agricola. Entrambe queste previsioni sono fin troppo ottimistiche secondo noi e, anche se dovessero essere corrette, andranno prese con le pinze perché, in realtà, milioni di americani hanno perso il lavoro. Nel complesso, grossi distributori come Macy’s, Kohl’s e Gap hanno lasciato a casa più di 500.000 dipendenti malgrado il pacchetto di stimoli da 2 mila miliardi di dollari. La situazione del mercato del lavoro è terribile (Goldman Sachs si aspetta un tasso di disoccupazione del 15%) ed è solo questione di tempo prima che emerga dai dati. Sono attesi anche i dati non manifatturieri dell’ISM e, data la forte contrazione degli indici Philadelphia ed Empire State, ci aspettiamo una brusca contrazione dell’attività manifatturiera negli Stati Uniti nel mese di marzo.

Il cambio USD/CAD continua a salire sulla scia dei dati sul PIL più deboli. I dati sono vecchi ma mostrano che l’economia canadese è cresciuta solo dello 0,1% a gennaio. I dati di marzo saranno molto peggiori ma non li vedremo prima di fine maggio. I prezzi del greggio sono in ripresa dopo essere brevemente crollati sotto 20 dollari al barile. Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno visto un tonfo dopo che gli investitori si sono lasciati alle spalle i dati cinesi sull’indice PMI migliori del previsto. Sorprendentemente, l’indice PMI composito in Cina è schizzato a 53 da 28,9, con miglioramenti sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. È importante capire che questi dati sono confrontati con il periodo precedente. La Cina si sta riattivando ma l’attività economica è ancora ben lontana dalla normalità. La fiducia delle imprese in Nuova Zelanda è crollata bruscamente nella notte: l’indice ANZ è sceso a -63,5 da -19,4, sfiorando un minimo storico. I dati sull’indice PMI manifatturiero saranno pubblicati stanotte dall’Australia, insieme ai verbali del vertice di politica monetaria del 18 marzo, ed entrambe le pubblicazioni saranno probabilmente negative per il dollaro australiano.

 

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