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I listini europei chiudono l'ottava con il segno meno.

Pubblicato 13.12.2015, 16:25
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Quadro macro economico

Delusi dalla riunione della Bce e in attesa di quella della Fed, i listini europei chiudono l’ottava con il segno meno in scia al netto calo del greggio (Wti sotto quota 36 dollari, Brent a 38 dollari). A Madrid l’IBEX 35 ha segnato un calo dell’1,51%, il Cac40 è sceso dell’1,84% e il FTSE 100 ha lasciato sul campo il 2,22%. Maglia nera per il Dax che si è fermato a 2,44% in meno, rispetto al dato precedente.

Chiusura della settimana nuovamente in calo a Piazza Affari per l’indice FTSE MIB che chiude in calo di 1,84 punti, pagando il nuovo calo del prezzo del petrolio.

Particolare debolezza mostra il comparto bancario, con Banca Popolare dell Emilia Romagna (MI:BPEm) (-3,78%), Mediolanum (MI:MED) (-3,28%), Banca Monte dei Paschi di Siena SpA (MI:BMPS) (-3,53%) e Mediobanca (MI:MDBI) (-2,15%).

Anche il risparmio gestito viene contagiato dal generale calo della forza dei compratori, con il titolo Anima Holding SpA (MI:ANIM) segnalato come il peggiore del maggior indice italiano (-6,00% a 7,91 euro).

L’ulteriore debolezza mostrato quest’oggi dal prezzo del Petrolio Greggio ha trainato con se i titoli del comparto. Il future Wti nella giornata si è portato sotto quota 36 dollari al barile, per la prima volta da sette anni. In calo anche il Petrolio Brent che scivola sotto i 39 dollari al barile. Il calo è arrivato dopo che ieri sera l'Opec ha diffuso i nuovi dati di estrazione, secondo cui la produzione dell'ultimo mese ha segnato un'ulteriore crescita di 230 mila barili al giorno toccando quota 31,965 milioni di barili al giorno. Un livello produttivo che gli analisti reputano eccessivo e che spingerà al ribasso il greggio ancora a lungo.

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In questo quadro, il titolo ENI SpA (MI:ENI) ha perso il 2,57% a 13,64 euro, Saipem (MI:SPMI) il 2,03% a 7,47 euro, mentre Tenaris SA (MI:TENR) il 2,34% a 10,85 euro.

L’ultima seduta della settimana inizia con la pubblicazione dei prezzi all’ingrosso tedeschi; il dato di novembre segna una contrazione mensile pari allo 0,20% dal -0,4% precedente. A livello tendenziale si segna un -1,1% dal -1,6% di ottobre. Sempre dalla Germania, non si registra nessuna sorpresa sul fronte inflazione. L'indice dei prezzi al consumo tedesco segna un incremento mensile pari allo 0,1%, mentre su base annualizzata si registra un incremento pari allo 0,4% (+0,3% il dato armonizzato UE). Vengono di fatto confermate le letture preliminari e le stime degli analisti.

Durante la seduta pomeridiana, le vendite al dettaglio americane hanno mostrato a novembre un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente, quando erano salite dello 0,1%. Il dato, seppur in accelerazione, è inferiore alle attese degli analisti che avevano pronosticato un rialzo dello 0,3%.

L'indicazione è significativa per l'economia americana basata sui consumi. Chiude la carrellata di news macro l’indice dei prezzi alla produzione americani, che nel mese di novembre hanno segnato un rialzo dello 0,3% rispetto al mese precedente e un calo dell’1,1% su base annuale. Gli analisti avevano stimato prezzi alla produzione invariati su base mensile e in calo dell'1,4% rispetto a novembre 2014.

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