Una forte ondata di freddo si dirigerà verso numerose aree degli Stati Uniti nei prossimi giorni. La domanda è se sarà sufficiente a scuotere almeno un po’ i prezzi del gas naturale dalla depressione delle ultime quattro settimane.
La grande macchia rossa dei prezzi del gas di quest’anno
Il gas ha visto un andamento da montagne russe nel 2018, con i future sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange che hanno raggiunto quasi il massimo di cinque anni di 4,93 dollari a novembre, prima di chiudere l’anno a 2,94 dollari. Dall’impennata annua del 60% segnata ad un certo punto, il mercato ha chiuso in negativo.
Per quanto riguarda quest’anno, i future del gas sono stati un’enorme macchia rossa, con soli due mesi (agosto e settembre) in positivo ma comunque su di non più il 2%. Sull’anno in corso, il mercato segna un crollo di quasi il 24%, rendendo il gas naturale la materia prima con la performance peggiore di tutte.
All’attestazione di ieri, il contratto di novembre sull’Henry Hub si è attestato a 2,234 dollari per milione di Btu. Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Sell” su novembre, prevedendo un minimo di 2,132 dollari per mmBtu.
Quando mancano almeno due mesi all’inizio ufficiale dell’inverno, le speculazioni oscillano intorno alla possibilità che l’arrivo del vero freddo possa lanciare un’ancora di salvezza ai long che sono stati abbastanza coraggiosi da andare controcorrente.
Necessaria una domanda maggiore con i livelli delle scorte che schizzano
La materia prima ha urgentemente bisogno anche di una ripresa della domanda, in quanto gli aumenti delle scorte di combustibile sono stati a tre cifre nelle ultime due settimane, dopo i continui incrementi da aprile.
Gli analisti seguiti da Investing.com si aspettano un’espansione delle scorte di 97 miliardi di piedi cubici per la scorsa settimana, nei dati che saranno pubblicati oggi dalla U.S. Energy Information Administration. Alcuni trader, tuttavia, pensano che l’aumento delle scorte sarà simile a quello della settimana precedente di 112 miliardi di piedi cubici.
Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute di New York, spiega che, scorte a parte, i prossimi giorni saranno un banco di prova per il mercato, con le temperature che scenderanno al di sotto della norma stagionale.
In arrivo il freddo, ma sarà abbastanza?
Spiega Chirichella:
“Una forte ondata di freddo interesserà gli Stati Uniti occidentali e centrali nei prossimi due-sette giorni”.
“Temperature al di sotto della norma si registreranno nella parte nordoccidentale, soprattutto all’interno, ma le anomalie non saranno significative”.
Chirichella riconosce inoltre che l’ondata di freddo non colpirà le regioni chiave del nordest, dove si registrano i maggiori consumi di gas per il riscaldamento.
Previsto il rischio di un’ulteriore debolezza del prezzo
Dan Myers, analista della Gelber & Associates di Houston, afferma che, anche se i dati sulle scorte di oggi dovessero deludere le aspettative, “c’è il rischio che il mercato possa inciampare guardando alle imminenti iniezioni ribassiste che si prospettano”.
Myers continua facendo notare le previsioni di prezzi del gas continuamente più bassi nel 2020 - malgrado la produzione favorevole entro il prossimo anno stimata dalle previsioni energetiche sul breve termine dell’EIA - rispetto agli attuali massimi storici.
Scott Shelton, broker dei future energetici di ICAP a Durham, Nord Carolina, che ha previsioni rialziste nei confronti del gas, ha ammesso alcune di queste ipotesi ribassiste in una nota di ieri.
Il punto di Shelton fondamentalmente è che i Commodity Trading Advisors, che comprendono hedge fund ribassisti sul gas, tengono sotto il loro controllo il mercato:
“In termini di prezzo invariato, sembra fiacco qui, il che è in linea con l’idea che sappiamo quale sarà il livello di fine ottobre ma non sappiamo come sarà il clima”.
“Penso che il gas naturale colerà a picco da qui con una base leggermente negativa, poiché i CTA probabilmente venderanno di più”.