Il mese opzionistico di gennaio ormai è in scadenza il prossimo 18 c.m., e dopo aver saggiato l'ebrezza del brivido finanziario, quando il Ftse Mib vacillava sui 18000 punti, ha ritrovato di slancio quota 19300. Dicevo nel precedente articolo che il market maker non prezzava paura ed infatti la volatilità è scesa dal precedente 27% al 20%. Ma confrontiamo le strutture opzionistiche gennaio e febbraio perchè hanno dei punti in comune.
Su entrambe le strutture mibo è lampante che dai 19000 punti in giù prevalgono opzioni put vendute che si sono fortificate nell'ultima settimana anche se in modi diversi, ma che constatano un particolare momento di forza relativa del nostro indice, che trova supporto rotativo proprio intorno a tale strike in questo momento. Nel vedere la variazione open interest gennaio dell'ultima settimana, si notano non solo put alzate sui 19000 punti, ma anche delle call itm (in the money) 18500 e 19000 da interpretarsi come comprate in modo speculativo che si affiancano alla marea di put vendute da tali strike in giù. Come freno alla salita si notano molte call otm (out the money) vendute dai 19500 in su.
Per quanto concerne invece la variazione dell'ultima settimana sulle mibo febbraio, si notano moltissimi contratti put otm sullo strike 19000 che aiutano anche la struttura gennaio a far sì chel'indice Ftsemib si mantenga sopra tale strike. Possiamo dire che gli Istituzionali guardano anche a medio termine ed oltre per far si che il mercato si mantenga entro certi range, e quindi poniamo la nostra attenzione ad un cambiamento di trend solo alla rottura dei 19000 punti chè porterebbe alla sintetizzazione di tutte le put presenti che verrebbero trasformate in short call con l'ausilio di vendita di future o short azionari.Ma perchè oggi il mercato non spaventa? Lo vediamo dalla distribuzione dei contratti call otm rapportati ai contratti put itm (la vera paura del mercato !). Osserviamo sempre gennaio e poi febbraio.
Se rapportiamo le put itm (area rossa) alle call otm (area blu) notiamo come dai 18200 in su è andata diminuendo la percentuale di put itm che i venditori sono stati costretti a difendere. Si passa infatti dal 45% al 13% attuali per le put itm, e dall'85% al 50% delle call otm. Considerato che la paura la misuriamo non solo con la volatilità ma anche con le put andate itm, deduciamo che ad oggi il mercato vive pieno relax perchè poche sono le posizioni put itm da difendere. Medesimo discorso vale per febbraio e fa immaginare, almeno statisticamente parlando, che anche tale mese potrebbe (uso il condizionale perchè la borsa in fondo fa ciò che vuole) far vivere agli investitori retail momenti di bassa volatilità prolungata e che possa permettere i giusti investimenti per poi arrivare a maggio per lo stacco dei dividendi più corposi.
Addirittura su febbraio si nota ancor di più che, ad oggi, la percentuale di put itm rasenta lo zero assoluto e che gli investitori Istituzionali si siano posizionati distanti da eventuali rischi. Le call otm invece son pari al 40% e sono in tranquillo gain. Il rapporto tra le 2 aree è a favore delle call otm, quindi scegliamo con cura i nostri investimenti ma usiamo sempre l'ombrello !!!