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Il rame sembra stare annunciando una recessione ma solo in pochi gli danno retta

Pubblicato 03.10.2019, 10:35
Aggiornato 14.08.2023, 12:57

Lo spread dei Buoni del Tesoro e le curve del rendimento sono diventati il modo più comune per identificare una potenziale recessione oggi. Ma, fino a non molto tempo fa, c’era un altro strumento su cui facevano affidamento i trader: il rame.

Usato nell’edilizia, nella generazione di energia, nei circuiti dei cellulari ed in quasi ogni dispositivo elettronico, il “dottor Rame” (come viene ancora affettuosamente chiamato il metallo rosso da alcuni veterani della materia prima) consente a chi lo studia attentamente di “diagnosticare” un rallentamento molto prima del suo arrivo.

Il rame non sta ricevendo l’attenzione che merita

Grafico Rame
Rame

Per questi analisti, il calo del prezzo del rame sta urlando “Recessione!” da ben prima che l’inversione della curva del rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 e a 2 anni peggiorasse, all’inizio dell’anno. Solo che il rame non ha ricevuto l’attenzione che merita, in quanto ci sono metalli più “entusiasmanti” come oro e palladio ad attirare l’interesse degli investitori di questi tempi.

Negli scambi di ieri, i future del rame hanno registrato un altro bottom decisivo dopo che l’Institute of Supply Management ha reso noto che l’attività industriale USA ha toccato il minimo di 10 anni, evidenziando il persistere del rallentamento nel settore della produzione di beni.

Il rame di riferimento con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange è crollato al minimo di un mese di 2,515 dollari la libbra sulla scia dei dati dell’ISM. Ha poi visto una lieve ripresa prima della chiusura attestandosi a 2,5606 dollari, in calo dello 0,7% sulla giornata.

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Il prezzo del metallo rosso potrebbe essere sull’orlo di un altro collasso

Secondo Eric Scoles, esperto di strategie dei metalli di RJO Futures a Chicago, i trader non dovrebbero distogliere lo sguardo dal rame in questo momento, in quanto sarebbe sull’orlo di un nuovo collasso che indicherebbe uno stato persino più vulnerabile dell’economia.

Scrive in una recente nota Scoles:

“C’è un punto di supporto a 2,483 dollari. Se il prezzo scendesse e chiudesse sotto questo livello, sarebbe probabile un forte selloff”.

“Importante notare anche che c’è un divario sul grafico settimanale dal 2016 e, come dice il proverbio: ‘Il divario deve essere colmato’. Per i trader questa potrebbe diventare una significativa opportunità ribassista; per chi scambia il rame fisico, questo potrebbe essere il momento di ripararsi”.

Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Sell” sul rame, prospettando un ribasso fino al minimo di 2,469 dollari sul breve termine.

Edward Meir, consulente veterano sul rame di INTL FCStone a New York, ha affermato, secondo il Wall Street Journal, che i dati dell’ISM intensificano i timori di un forte rallentamento economico USA, messi in conto dal prezzo del rame.

L’attività manifatturiera rallenta dappertutto

Il WSJ fa notare che anche altre importanti economie stanno vedendo un calo della manifattura, mettendo ulteriore pressione sul rame, che viene di solito usato per costruire di tutto, dagli edifici per uffici ai veicoli elettrici. Aggiunge Meir:

“Quando ogni importante centro manifatturiero rallenta, il consumo di metalli ne soffre come conseguenza”.

Secondo Scoles il rame ultimamente non ha ricevuto l’attenzione che merita come “veggente” dell’economia:

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“Solitamente, quando si parla della probabilità di un’imminente recessione e si fa riferimento ai mercati dei future, si sente molto parlare dello spread dei Buoni del Tesoro e delle curve del rendimento. Tuttavia, quello che mi è saltato all’occhio sono stati i grafici del rame”.

“Perché? Perché il rame rappresenta l’edilizia, rappresenta l’industria, e la sua domanda è strettamente legata all’espansione economica ed alla crescita a livello globale”.

Scoles spiega che, se il pattern in sviluppo sul grafico indica la possibilità che il prezzo del rame scenda drasticamente e per un lungo periodo, ciò non sarebbe da attribuire ad un’esplosione della produzione ma piuttosto all’indebolimento della domanda.

Aggiunge:

“Se l’espansione economica fa direttamente aumentare la domanda e spinge su i prezzi di questa materia prima, allora ciò che li fa scendere probabilmente è la recessione economica”.

Un accordo commerciale USA-Cina arriverà abbastanza in tempo da evitare un mercato degli orsi “selvaggiamente ribassista”?

Per Scoles, la domanda cinese è quello che ha spinto il rame in entrambe le direzioni ed i fondamentali sembrano a supporto di un mercato ribassista del metallo, a meno che gli Stati Uniti non raggiungano un accordo commerciale con la Cina nell’immediato futuro.

Fa notare che il grafico dei future del rame con consegna a dicembre indica un mercato che potrebbe restare bloccato in un enorme pattern testa e spalle pluriennale in formazione tra il novembre 2016 e le fluttuazioni odierne.

E questo, secondo lui, è un aspetto da non ignorare:

“Il rame del dicembre 2019 sta diventando selvaggiamente ribassista da un punto di vista tecnico, con l’enorme pattern testa e spalle pluriennale sul grafico settimanale che sembra quasi completo”.

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