Industrial Stars of Italy 3 viaggia su una linea a tre fermate: business combination, quotazione sull’Mta ed espansione internazionale.
La data clou per la SPAC quotata su AIM Italia da due anni è l’11 luglio, quando l’assemblea degli azionisti dovrà dare il via libera definitivo alla fusione con Salcef, società di manutenzione e di costruzioni ferroviarie. Concluso questo passaggio, quest’ultima sbarcherebbe in Borsa. Con l’approvazione del bilancio in corso e quindi verso marzo 2020, saranno poi avviate le pratiche per entrare nel segmento Star del Mercato telematico azionario di Borsa Italiana, dedicato alle imprese con capitalizzazione compresa tra 40 milioni e 1 miliardo di euro, che si impegnano a rispettare requisiti di eccellenza.
Dopo la business combination, si stima che l’azionariato vedrà la famiglia Salciccia - proprietaria di Salcef - intorno al 70% del capitale, con un restante 30% circa di flottante.
All’assemblea “dovrà essere presente almeno il 33% del capitale attuale della Spac”, spiega Valeriano Salciccia, amministratore delegato di Salcef, “quindi invitiamo tutti gli investitori a cui piace la business combination a venire e votare: chi non può essere presente, può partecipare per delega”.
L’operazione prevede un apporto di nuovo capitale pari a 100 milioni di euro che andrà a rinforzare la capacità finanziaria dell’azienda.
Gli investitori che decideranno di non recedere, avranno in dote un warrant ogni due azioni possedute, ovvero la possibilità di sottoscrivere una nuova azione a un prezzo di 10,50 euro l’una. Successivamente, ci sarà un aumento di capitale, in cui gli azionisti avranno un secondo warrant, gratuito e negoziabile, da esercitare entro il 2023.
In prospettiva, Salcef ha già deciso anche la sua politica riguardo i dividendi: “Per il primo anno”, spiega lo stesso Salciccia, “abbiamo già fissato un target di 40 centesimi per azione, con un rendimento del 4%, che verrebbe pagato la prossima primavera dopo l’approvazione del bilancio 2019. Inoltre, vogliamo mantenere una politica del 40-50% dell’utile consolidato da destinare ai dividendi. Questo, a mio parere, sta a sottolineare la bontà dell’azienda”.
Il manager spiega che la quotazione avverrà a un multiplo EV/Ebitda 2018 di poco superiore a 5 volte, più basso di quello implicito in due acquisizioni avvenute di recente in questo settore: Eiffage/Meccoli e NRC/VR Track).
Successivamente, a operazione avvenuta, i multipli potrebbero essere più vicini alla media delle società attive in questo ambito, tra le quali la norvegese NRC group, la tedesca Vossloh e la francese CAF, la prima tratta a 8 volte l’Ev/Ebitda stimato dal consensus per il 2019, la seconda 10 volte l’Ev/Ebitda e la terza 7,3 volte.
L’azienda, nella scia del boom degli investimenti a sostegno dei trasporti ferroviari, si sta espandendo: nel 2018 il valore della produzione è stato di 319 milioni di euro, con un utile netto consolidato che ha superato i 29 milioni. L’Ebitda si è attestato a 64,6 milioni. Negli ultimi quattro anni la crescita media annua dei ricavi è stata del 23%, quella dell’Ebitda del 53%. E, inoltre, il Piano 2017-2026 di Rete Ferroviaria per l’Italia prevede investimenti per 104,8 miliardi di euro, di cui 73 miliardi sono in infrastrutture, 14 miliardi in materiale rotabile e 7 miliardi in sviluppo tecnologico.
Il gruppo è presente in 3 continenti, con filiali dirette in Europa, Africa e Medio Oriente per un totale di 1.100 persone impiegate. L’ultima acquisizione risale all’autunno del 2018, quando Salcef ha rilevato la società tedesca H&M (Hermes & Meinem) nell’ottica di rendere più facile la partecipazione alle gare d’appalto in Germania.
Lo sbarco in Borsa e l’aumento di capitale serviranno a dare maggiore respiro all’internazionalizzazione attraverso nuove acquisizioni. All’estero il gruppo ha già ottenuto progetti di rilievo: dall’appalto da 120 milioni di euro per realizzare la metropolitana di Riad, ai contratti per realizzare la metro 5 di Bucarest, fino ai lavori in Egitto per un nuovo scavo ferroviario vicino a Il Cairo. E se il mercato internazionale si rivela promettente, anche per l’Italia, dove Salcef è tra i maggiori fornitori di Ferrovie dello Stato, ci potrebbe essere qualche spazio per acquisizioni: “C’è qualche realtà interessante che potremmo valutare, osserva il manager e azionista di riferimento, fino a portare la nostra quota mi mercato intorno al 40% [l’attuale QDM di Salcef è di poco superiore al 25% NdR]”. A questo quadro va poi ad aggiungersi un macro trend globale che riguarda il ricorso alle tecnologie verdi: basti pensare che l’Unione europea, al fine di ridurre le emissioni di CO2, ha richiesto che entro il 2030 il 30% delle merci debba passare da gomma a rotaia nelle percorrenze superiori a 300 km. E questo, indubbiamente, farà da volano allo sviluppo del settore ferroviario.