Rassegna giornaliera sul mercato forex 03.12.2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Novembre è stato un ottimo mese per il dollaro USA, ma dicembre sembra piuttosto impegnativo. Sono stati solo due i giorni di scambi di questo nuovo mese, ma il Presidente Trump è tornato alle vecchie maniere ed i mercati reagiscono a tutti i commenti evasivi provenienti dalla Casa Bianca. Lunedì, il presidente ha richiesto tassi di interesse più bassi ed ha criticato il dollaro forte. Martedì, una valanga di notizie ha gettato forti dubbi sull’accordo. Mentre Trump continua a sottolineare che la Cina vuole un accordo, tutti gli altri, dal Responsabile per il Commercio Ross al Vice Presidente Pence hanno sottolineato che l’asticella è molto alta, visto che Trump non permetterà alla Cina di approfittarsi degli USA con un accordo sbagliato. Il Presidente stesso ha apertamente fatto capire che sarebbe meglio aspettare le elezioni di novembre prima di fare un accordo. Fox news ha dichiarato che secondo le loro fonti i dazi aumenteranno il 15 dicembre. Ovviamente nessuna di queste notizie è stata confermata ma le dichiarazioni di oggi di Trump e dei funzionari della Casa Bianca indicano che le trattative commerciali non stanno andando bene. La notizia diffusa dalla Fox potrebbe essere il modo che ha l’Amministrazione Trump di preparare i mercati alla possibilità di nuovi dazi. Dunque, alla fine della fiera, nulla influenza di più l’andamento delle valute nel breve termine quanto le decisioni sui dazi, seppur un occhio sia già puntato sui dati sull’occupazione non agricola. Il report ADP e quello ISM non manifatturiero saranno rilasciati domani; dati più deboli avranno un impatto maggiore sul biglietto verde rispetto a dati più forti, in quanto rafforzerebbero l’avversione al rischio.
La Banca del Canada terrà il vertice di politica monetaria che potrebbe innescare un superamento del cambio USD/CAD. Nelle ultime due settimane, il cambio USD/CAD è stato confinato in range stretto e sebbene non si prevedano variazioni dalla banca centrale, il discorso del Governatore Poloz sarà seguito con molta attenzione. Durante il vertice di ottobre, è stato creato un bottom per il cambio
USD/CAD quando si è detto che la “resilienza dell’economia del Canada sarà messa a dura prova". La banca ha imputato il calo degli investimenti delle imprese e delle esportazioni registrato nel secondo semestre all’indebolimento delle previsioni da luglio e ai conflitti commerciali. Tuttavia, il mese scorso il Governatore Poloz ha smontato l’attesa di un allentamento dicendo che “le condizioni della politica monetaria sono quelle giuste”. I dati da ottobre sono stati misti. Le vendite al dettaglio sono migliorate, la pressione dell’inflazione è rimasta stabile ma l’attività del settore manifatturiero ed edile ed il mercato del lavoro si sono indeboliti. Il mercato del lavoro in Canada è forte e si teme che dovrà trainare tutto il resto dell’economia. Se il Governatore Poloz si concentrerà sui rischi, il cambio USD/CAD potrebbe superare 1,3350 ma se continuerà a sottolineare l’appropriatezza della politica in corso, il cambio USD/CAD potrebbe scendere sotto 1,3250.
Il dollaro australiano è in salita dopo che la Reserve Bank ha lasciato la politica monetaria invariata. Nonostante la recente debolezza dei dati australiani, la dichiarazione di politica monetaria ha sottolineato i miglioramenti del mercato immobiliare e la convinzione che "l’allentamento della politica monetaria quest’anno sta supportando la crescita di occupazione e reddito in Australia e un ritorno dell’inflazione nel medio termine”; questo conferma la nostra teoria secondo cui la RBA non abbia nessuna fretta di intervenire nuovamente sui tassi. Anche il dollaro neozelandese è salito nonostante il calo dei prodotti lattiero-casearii.
L’euro è schizzato per il quarto giorno consecutivo, ma visto che l’EU è entrata nel mirino dei commenti commerciali di Trump, gli investitori dovranno tenere d’occhio la valuta. Trump crede che l’UE e la Francia in particolare abbiano trattato gli USA in maniera scorretta, ma oggi ha aggiunto “probabilmente risolveremo la faccenda”. I conflitti del genere sono il motivo per cui il cambio EUR/USD sarà particolarmente sensibile alle notizie commerciali su UE-USA. In agenda per domani l’indice PMI rivisto sul settore dei servizi della zona euro; se la revisione dovesse essere al rialzo, come è accaduto per l’indice PMI manifatturiero, il cambio EUR/USD potrebbe testare 1,11.