Otto aprile 2020, la Cina riparte e il resto del mondo ci crede. La crescita dei contagi sta flettendo un po’ ovunque, in primis, in Italia, ma a seguire anche in Spagna e Stati Uniti. Le misure di lockdown portano i loro frutti.
Il Paese della Grande Muraglia è l’osservato numero uno. Un test importante. I dati mostrano il traffico aereo, ferroviario e di auto in ripresa, siamo a livelli circa doppi da fine gennaio ma ancora a metà da quelli medi pre coronavirus.
Anche il polmone finanziario messo a punto dalle banche centrali e governi inizia a fornire ossigeno ad un ritmo costante. Fed e Bce hanno avviato i programmi di immissione di liquidità mentre i governi approvano le prime misure di aiuti. Resta in sospeso solo l’ok europeo agli eurobond, ribattezzati coronabond, ma le aperture tedesche fanno ben sperare.
In uno scenario come l’attuale il rimbalzo delle Borse è stato deciso dai minimi del 23 marzo l’S&P 500 ha guadagnato il 20%, l’Euro Stoxx 50 il 16%, a Milano il FTSE MIB il 14%. I comparti che hanno sofferto di più il calo sono nell’ordine turismo e trasporti -40% da inizio anno, Banche -38%, automotive -34% e oil -31%, si difendono Healthcare -7%, e utility -14%
In caso di ritorno alla normalità, probabilmente con tempi più o meno lunghi, è lecito aspettarsi che i settori più colpiti siano anche quelli che mostreranno la reazione maggiore. Certo non sarà per tutti uguali, trasporti e turismo rimarranno sotto pressione per maggiore tempo. Anche l’automotive, in assenza di incentivi (in gran parte attesi) potrebbe partire con il freno tirato. Sotto i riflettori invece il comparto oil, con l’atteso taglio della produzione da parte dell’Opec+ su forte pressione degli Stati Uniti.
Possibile rimbalzo anche per il settore bancario che potrebbe iniziare a beneficiare subito degli aiuti delle banche centrali e dei governi e poi agganciare la ripresa.
In questo scenario è interessante il certificate emesso da Natixis con sottostanti tre delle maggiori banche italiane, Intesa, Unicredit, Ubi con Isin IT0006746207 che quota ampiamente sotto la pari a 680 euro e, se il prossimo 24 aprile, le tre banche non avranno perso il 50% dal livello iniziale staccherà una Maxicedola di 130 euro.
La data ultima per avere diritto alla Maxicedola è il 30 aprile. Ad oggi tutte le tre banche sono ampiamente sopra il livello di barriera. E anche se la condizione non dovesse essere soddisfatta, la Maxicedola ha l’opzione memoria, ovvero verrà comunque staccata se, ad una data di valutazione successiva, la condizione di avere i tre sottostante sopra la metà del livello iniziale verrà soddisfatta.
Sul prezzo di oggi di 680 euro, la maxicedola di 130 euro offre un premio importante pari al 18,9%. Una volta staccata la cedola è lecito attendersi che il prezzo del certificate perda circa il valore della Maxicedola. Come ogni certificate il premio o cedola può essere utilizzato per compensare eventuali minusvalenze fiscali.
Qui di seguito la tabella riassuntiva con i livelli più importanti per il certificate
Dal 24 luglio il certificate staccherà poi premi trimestrali condizionati di 10 euro (pari all’1,8% sul prezzo di oggi al netto della maxicedola, 7,2% annualizzato) se i sottostanti non avranno perso il 30% dal livello iniziale. Come riportato in tabella.
Anche queste cedole come la Maxicedola hanno l’opzione memoria, ovvero in caso di mancato stacco a una data di valutazione, il premio può essere recuperato alle date di valutazioni successiva se la condizione (tutti i sottostanti sopra il 70% del livello iniziale) viene soddisfatta.
Il certificate, dal 25 gennaio, potrebbe essere ritirato in anticipo a 1000 euro se i sottostanti si portano sul livello iniziale, il più lontano di tutti è Unicredit che quota al 59% del livello iniziale. La possibilità di rimborso anticipato si riproporrà a ogni data di valutazione trimestrale.
In caso, nei 5 anni di durata del prodotto, non scattasse mai il rimborso anticipato il certificate arriverà a scadenza. La data di valutazione è fissata il 24 gennaio 2025, il rimborso sarà a 1000 euro, quindi con un guadagno (dal valore del certificate di oggi a 680-130 = 550 se verrà staccata la Maxicedola), di circa l’81%, più le cedole trimestrali. Il caso negativo lo avremo se il peggiore dei sottostanti si troverà, alla data di valutazione sotto la barriera a -40% del livello iniziale (con i cali degli ultimi giorni le barriere sono molto più vicine, Unicredit si trova l’1,5% sotto al livello di barriera sul capitale) il certificate verrà ritirato in funzione della performance del sottostante peggiore.
Se ad esempio Unicredit dovesse trovarsi al prezzo di oggi, il 59% dal livello iniziale, il certificate verrebbe ritirato a 590 euro, un livello comunque maggiore dei nostri 550 euro dati da 680 del prezzo di acquisto meno la maxicedola di 130 euro (se verrà staccata)
Come ogni certificate l’investitore rimane esposto al rischio emittente. Per visionare la documentazione cliccare qui.