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La guerra dei dazi spaventa meno dell’Iran

Pubblicato 11.06.2019, 16:52
Aggiornato 15.09.2023, 15:53

I mercati riflettono la geopolitica, infatti se non fosse per la FED sarebbero rivolti verso il basso.

Da un lato, la disputa commerciale tra Cina e Stati Uniti sta solo peggiorando. Dall’altro, c’è stato un notevole aumento delle tensioni in Medio Oriente. Infatti, questa settimana, i mercati azionari sembrano finire in modo brutale dopo un inizio sulla parità.

Cosa sta succedendo?
Non sono state buone settimane per la pace e l’amore globale. Un paio di settimane fa, tutti pensavano che un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina fosse semplicemente una mera questione di firme a distanza. Oggi, non solo è saltato tutto, ma entra nel gioco perverso di Trump anche il Messico.

Poi c’è il fatto che – non voglio parlare troppo presto ma è doveroso almeno sottolinearlo – sembra preoccupante come alcuni membri del governo degli Stati Uniti si siano completamente dimenticati del caos iracheno e ora stanno ben pensando ad una nuova guerra, vittima l’Iran. Ma ogni presidente repubblicano che si rispetti, una guerra la deve “regalare” al popolo americano, perchè come disse il giornalista Michael Moore in The Columine, “L’America deve sempre avere un nemico, è nel suo DNA”.

Forse stiamo esagerando, ma se sul sito web della BBC esce la notizia in prima pagina: “Gli Stati Uniti stanno andando in guerra con l’Iran?” Non è rassicurante. L’Italia sembra che stia di nuovo dando il benservito all’Unione Europea. Questo non sembra un grosso problema nel grande schema delle cose, ma in realtà è l’unico conflitto che rischia di portare ad una rottura dell’euro sul lungo termine, quindi suppongo che dovremmo prestare attenzione anche al governo italiano. Quindi, tutto sommato, come detto, non è una grande settimana per la pace e l’armonia nel mondo.

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Qual è la reazione del mercato?
Ovviamente non buona. Qualcuno dall’America, seduto su una poltrona di JP Morgan (NYSE:JPM) mi ha detto ieri, Giuseppe rilassati: “La Fed penserà a tutto”. Comunque penso che il tutto si riduca a qualcosa che ho menzionato parecchie volte – viviamo in un ambiente di “due cattive notizie è una buona notizia” ogni giorno, quindi perdiamo sempre 2 a 1.

CNBC ha sottolineato che la crescita del PIL per il secondo trimestre dell’anno negli Stati Uniti è stato più debole del primo trimestre . Le vendite al dettaglio per aprile sono state deludenti, mentre la produzione industriale è stata anche più debole del previsto. Eppure 3.1%.

Di conseguenza, ora i mercati scommettono sulla Federal Reserve, la banca centrale americana, che intervenga per tagliare i tassi di interesse entro settembre di quest’anno. I mercati dei futures – che rivelano in che modo il mercato scommette sui tassi di interesse – puntano a una possibilità del 51% di taglio entro settembre e all’80% di possibilità entro gennaio del prossimo anno.

A me pare un voto di sfiducia più che di aiuto all’economia.
Ora, per essere chiari, la Fed non ha ancora dimostrato di aver pianificato di tagliare i tassi. Voglio dire, ricorda che sono passati solo pochi mesi da quando la Fed stava insistentemente spingendo i tassi verso l’alto. Ma se i mercati sono già convinti che Jerome Powell e i suoi adepti taglieranno, allora i dati peggioreranno, ma i tagli dei tassi arriveranno. Dopodiché , i mercati anticiperanno le gioie del facile denaro e agiranno di conseguenza.

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Questa fiducia nelle banche centrali è straordinariamente forte, ma visti gli ultimi dieci anni, non c’è da essere sorpresi. Ogni problema economico lungo la strada nell’ultimo decennio è stato affrontato con la stampa di denaro, e finora ha funzionato. Questo è il problema con i mercati. Crescono anche loro abituati alle cose. Supponiamo che domani sarà lo stesso di oggi, perché ieri era lo stesso del giorno prima.

Questa fiducia accresce ogni giorno l’idea che il mercato si comporti come ci aspettiamo. “Buy the dip” continua a funzionare, quindi continuiamo a farlo. Nel frattempo, lo scenario può deteriorarsi costantemente, anche se la fiducia nel mercato continua a crescere. C’è ancora il presupposto che tutto questo possa esplodere. Che non stiamo assistendo a un cambiamento significativo nel contesto economico e politico globale. Che le cose andranno bene.

Forse è così. E per essere chiari, i mercati hanno superato tempeste di cambiamento molto più grandi. Abbiamo una terribile tendenza a presumere che la nostra situazione attuale sia un’epoca di incertezza unica, quando in realtà gli esseri umani si occupano sempre di incertezza: questa è la nostra impostazione predefinita.

Il vero problema, per quanto posso notare, è che il mercato sta già accettando il “tutto va bene”. Quando questo eccesso di ottimismo alla fine si scontrerà con la realtà – sotto forma di un problema come l’inflazione o le restrizioni sui flussi di capitale, che una banca centrale non potrà semplicemente risolvere con un’ondata di denaro – allora potrebbe diventare molto caotico.

Ma non è questo il momento, resta diversificato.

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