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La hard fork di Monero: l’inizio della fine della decentralizzazione delle cripto?

Pubblicato 10.04.2018, 16:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Il 6 aprile, la criptovaluta preferita dal dark web, il Monero (XMR), ha subito una hard fork alla versione 12.

Questa controversa decisione è stata presa espressamente per contrastare i miner ASIC.

I circuiti ASIC, o application specific integrated circuits, sono chip computerizzati specializzati abbastanza potenti da essere usati per il mining di determinate criptovalute in modo più rapido. Sebbene siano costosi (l’ASIC Antminer X3 rilasciato di recente costa 12.000 dollari ed è destinato in modo specifico al mining del Monero e di altre valute digitali che utilizzano lo stesso algoritmo), secondo Motherboard, “questi potenti … chip … stanno disturbando le criptovalute”.

L’ultima hard fork del Monero ha introdotto un nuovo algoritmo, unicamente per proteggere la rete dall’hardware di mining ASIC e per conservare la natura decentralizzata della valuta alternativa. L’hard fork è stata completata al blocco numero 1.546.000, comportando la nascita di quattro nuove monete: due versioni del Monero Classic, Monero 0 e Monero Original.

Monero Hard Fork Result

Da BitcoinMagazine.com

XMRUSD 60 Minute Chart

In seguito alla hard fork, il Monero è brevemente crollato del 75% a poco più di 160 dollari. Ha visto una lieve ripresa pur restando nella parte inferiore del range.

Omri Ross, assistente all’Università di Copenhagen ed Amministratore Delegato di Firmo Network, nota che le hard fork non sono insolite per il Monero ma, al contrario, avvengono abbastanza spesso.

Secondo lui, questo sviluppo può essere considerato un’estensione naturale della capacità della comunità di far fronte ai frazionamenti interni ed alle nuove richieste del mercato.

Secondo il sito di Monero, questa recente decisione “intende chiudere il gap tra il mining CPU e GPU, FPGA ed ASIC utilizzando un sistema proof-of-work legato alla memoria per una modesta quantità di memoria”. Gli ASIC sono il prossimo passo dello sviluppo tecnologico dopo i CPU, GPU e FPGA.

Implicazioni al di là di XMR

Il ricercatore di blockchain Udi Wertheimer afferma che la hard fork del Monero è di grande interesse, ma non solo per la comunità di XMR.

Ritiene che la questione più evidente riguardi l’Ethereum (ETH), la cui capitalizzazione di mercato è molto maggiore rispetto a quella di XMR e di conseguenza ci sono molti più soldi in gioco.

Ha senso pensare che i miner ASIC possano essere inclini a passare dal Monero al molto più redditizio Ethereum. La seconda criptovaluta più famosa ha una capitalizzazione di mercato di 19,03 miliardi di dollari al momento della scrittura, mentre il Monero, al momento l’undicesimo token digitale più popolare, è valutato 2,63 miliardi di dollari. In effetti, molti pensano che gli ASIC abbiano già sconfinato nel mining di Ethereum dal momento che Bitmain, la compagnia che ha rilasciato l’Antminer X3 sta rilasciando anche una versione E3, al prezzo di vendita di 800 dollari, destinata in particolare al mining di ETH. Spiega Wertheimer:

“I miner di GPU su ETH sospettano già che gli ASIC stiano segretamente minando Ether, pesando sulla redditività delle GPU.

A lungo termine, presto potrebbe esserci un dibattito politico sull’Ethereum, con la comunità che cercherà di fare una hard fork per passare dal PoW [Proof of Work] al PoS [Proof of Stake] (o ad un diverso PoW). Alcuni operatori della comunità del mining probabilmente stanno seguendo da vicino il risultato delle fork del Monero, in preparazione ad un possibile tentativo di fork di ETH in futuro”.

Marc Bernegger, imprenditore web ed investitore che opera in Svizzera, nonché membro del direttivo di Falcon Private Bank e consulente ICO di SwissRealCoin, fa notare che sebbene le piattaforme e le valute basate su blockchain debbano essere decentralizzate, con l’avvento degli ASIC esiste la reale minaccia che alcune possano diventare dominate da un gruppetto di società che potrebbero sviluppare computer basati su ASIC progettati appositamente per essere mirati ad un dato algoritmo od operazione, centralizzando in tal modo queste valute.

Avverte che ciò potrebbe essere disastroso per qualsiasi criptovaluta se e quando i miner ASIC “monopolizzeranno il mercato”, per così dire. Se questo dovesse accadere, la valuta in questione verrebbe minata molto più velocemente e da un gruppo molto ristretto che di conseguenza avrebbe il controllo sul prezzo e sulla disponibilità. Secondo Bernegger:

“Quando nuovi operatori fanno entrare in gioco gli ASIC, iniziano a trovare nuovi blocchi in modo molto più veloce. Molte criptovalute rispondono tramite un aumento della complessità, rendendo inutile alle persone comuni minare le monete, con l’attenzione che si sposta su coloro che hanno più denaro e più esperienza del sistema”.

Bernegger presenta un’altra questione significativa. Gli sviluppatori di Monero volevano mantenere la criptovaluta decentralizzata.

E questo è sempre stato un principio cardine della classe di asset. L’hard fork di questa settimana era mirata esattamente a mantenere questa condizione, passando ad un nuovo algoritmo di hash, poiché i creatori di Monero temevano una possibile acquisizione della rete da parte dei miner ASIC.

Per Bernegger, così come per molti altri attivi al momento nel mondo delle criptovalute, la bellezza delle valute digitali consiste nel fatto che danno agli utenti l’opportunità di scegliere i particolari progetti che preferiscono e a cui possono partecipare. Bernegger ritiene che, ad un certo punto, la situazione si stabilizzerà.

Si aspetta alcuni esiti: il vecchio Monero manterrà il suo nome, mentre le nuove fork saranno conosciute in modo diverso, proprio come è successo con il (Bitcoin, che si è diviso in Bitcoin Cash, Bitcoin Gold e Bitcoin Diamond; simile a quello che è successo all’Ethereum Classic. Secondo lui, una delle nuove fork del Monero supererà la blockchain originale di Monero per tasso di hash e numero di utenti, finendo per diventare il nuovo “Monero”.

Altri sono un po’ meno ottimisti, dicendosi a favore di metodi più aggressivi per bloccare del tutto i miner ASIC.

Ci sono molte speculazioni sul cambiamento del software di Ethereum così come sul fatto che possa subire misure precauzionali di hard fork simili. Al momento, il cofondatore di Ethereum Vitalik Buterin si è detto decisamente contrario a tali misure.

Tuttavia, come ha fatto notare di recente uno sviluppatore di ETH, “se la comunità vuole davvero che avvenga questo … possiamo decisamente farlo”. Per il momento, tuttavia, il tiro alla fune tra le forze a favore della decentralizzazione e quelle che stanno dalla parte degli ASIC è appena cominciato.

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dare un hard cap su ethereum forse dovrebbe aiutare a contrastare questa cosa, o sbaglio?
Cerco di capire ma è tutto difficili per me
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