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La nuova politica fiscale cinese potrebbe pesare sulla domanda di greggio globale

Pubblicato 18.07.2018, 11:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Forse le previsioni sulla domanda di greggio cinese sono più complicate di quanto lascino intendere molti media.

La Cina ha rappresentato una fonte fondamentale di domanda durante il ribasso del prezzo del greggio. I dati economici pubblicati dal paese hanno contribuito a convincere gli osservatori dei mercati che la Cina continuerà a comprare greggio per il consumo e per le sue riserve petrolifere strategiche. Le piccole e indipendenti raffinerie cinesi hanno il permesso del governo per comprare determinate quote di greggio sul mercato aperto. Oltre alle massicce quantità acquistate per le raffinerie statali, la richiesta da parte di queste raffinerie è stata facile da prevedere per via del processo di permessi biennali.

Ora ci sono numerosi importanti cambiamenti che potrebbero influire sulla domanda di greggio cinese per il resto del 2018 e per il 2019 e, di conseguenza, sul prezzo del greggio. Si tratta di questioni che non emergono dai semplici report sui dati economici cinesi e che potrebbero non risultare tra le principali notizie.

Il cambiamento più ovvio consiste nell’aumento del prezzo del greggio. Il prezzo del Brent, di riferimento, è schizzato di più del 5% dal gennaio 2018 e questo ha influito sui margini che le raffinerie cinesi indipendenti ottengono sui loro prodotti.

Secondariamente, il governo cinese di recente ha introdotto nuovi regolamenti fiscali che prevedono che le raffinerie indipendenti paghino una tassa di consumo di 38 dollari al barile per la benzina e di 29 dollari al barile per il gasolio. Ciò avrà un pesante impatto sui profitti.

Questi fattori hanno convinto molte raffinerie indipendenti in Cina a passare dal greggio all’olio combustibile. Le raffinerie hanno margini migliori lavorando l’olio combustibile rispetto al greggio, in quanto possono dedurre le tasse quando vendono i prodotti raffinati.

Tuttavia, ci sono dei costi addizionali nel comprare olio combustibile anziché greggio e ciò ha comportato un calo dell’attività delle raffinerie negli ultimi mesi. Secondo un sondaggio di uno studio di consulenza cinese, le raffinerie indipendenti in Cina hanno operato a circa il 63% della loro capacità totale a maggio.

Anche i dati economici cinesi di maggio potrebbero far passare in secondo piano le sfide che si ritrovano ad affrontare le raffinerie indipendenti cinesi. I dati ufficiali mostrano che l’attività delle raffinerie cinesi è salita dell’8% rispetto allo scorso anno e dell’1,5% rispetto al mese prima. Tuttavia, l’aumento è stato registrato nelle raffinerie cinesi statali, compensando il calo di quelle indipendenti, secondo un’analisi di Reuters.

Il governo cinese in realtà ha aumentato le quote di importazione di greggio delle raffinerie indipendenti la settimana scorsa, ma sembra poco probabile che le raffinerie le possano rispettare a pieno nel 2018. A meno che la Cina non riveda la sua politica fiscale, i mercati mondiali potrebbero perdere un’importante fonte di domanda del greggio globale.

Tuttavia, ci sono delle soluzioni creative che queste raffinerie potrebbero adottare per aumentare i loro margini malgrado l’aumento del prezzo del greggio e delle tasse.

Una strada consiste nell’aumentare gli acquisti di greggio iraniano che l’Iran sta offrendo ad un prezzo scontato.

Le raffinerie indipendenti cinesi sono state tra le prime a comprare carichi di greggio iraniano dopo la fine delle sanzioni delle Nazioni Unite nel 2016. L’Iran inoltre si è concentrato su queste raffinerie nel tentativo di riconquistare clienti.

Le raffinerie statali cinesi hanno contratti a lungo termine con i principali fornitori di greggio della nazione - Arabia Saudita e Russia - ma le raffinerie indipendenti hanno contribuito a rendere la Cina il principale acquirente di greggio iraniano. Queste raffinerie potrebbero cercare di aggirare le sanzioni statunitensi operando tramite l’unico istituto bancario cinese che in passato ha sfidato le sanzioni USA sull’Iran, la Banca di Kunlun, per comprare greggio con sconti significativi rispetto ai tassi di mercato. Se questa strada avesse successo, potremmo davvero assistere ad un aumento della quantità di greggio iraniano acquistata dalla Cina mentre le sanzioni entrano in vigore.

Tuttavia, questi acquisti cinesi di greggio iraniano potrebbero non avere molto impatto sul mercato del greggio globale per alcuni motivi:

1 Le raffinerie non potrebbero comprare da nessun altro se non dall’Iran, quindi gli acquisti non ne sostituirebbero eventuali altri,

2 Questo greggio potrebbe non andare da nessun’altra parte ad esclusione delle raffinerie cinesi, quindi non si troverebbe davvero sul mercato aperto, e

3 Il greggio sarebbe venduto ad un prezzo significativamente inferiore a quello globale.

La domanda di greggio cinese gioca un ruolo fondamentale nella domanda globale dell’oro nero ma gli osservatori dei mercati dovrebbero essere consapevoli del fatto che i dati offerti dalla Cina spesso non raccontano tutto.

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