L’economia mondiale è arrivata all’appuntamento con il Covid 19 nella peggiore delle situazioni possibili, con alta vulnerabilità al debito e alla leva finanziaria speculativa, e la pandemia ha avuto un effetto catalizzatore su tutta una serie di problemi che ormai erano evidenti da tempo comportando ripercussioni pesantissime su alcuni settori, mentre invece per altri settori l’effetto pandemico ha evidenziato una crescita a doppia cifra.
Da un’anlisi relativa al primo timestre del 2020, ovvero il periodo peggiore del lockdown, i risultati di alcune grandi multinazionali è stato devastante. A pagare il prezzo più alto della crisi sono state soprattutto le compagnie aeree, a rischi fallimento e già alle prese con migliaia di licenziamenti; i colossi dell’Oil ed Energy, costretti ad affrontare il crollo del prezzo del petrolio e le grandi aziende della moda, in balia del forte calo delle vendite nel loro principale mercato di sbocco, l’Asia.
Nonostante i tanti fallimenti, esiste anche un’altra faccia della medaglia che ha tratto benefici dal lockdown, giovando in particolare alcuni settori come: WebSoft, Gdo e su tutte l’industria farmaceutica, spingendo ai massimi ricavi, margini e quotazioni.
Le aziende che hanno guadagnato dal Coronavirus
A mostrare le percentuali di crescita più alte sono soprattutto le Web Soft (aziende legate a Internet e Software), che nel primo trimestre del 2020 hanno visto i loro fatturati salire del 17,4% grazie al forte aumento delle sottoscrizioni a servizi digitali, all’incremento delle ricerche sul web e dei servizi cloud. Al secondo posto in classifica i supermercati, che in virtù della forte richiesta di beni di prima necessità e di prodotti d’igiene, hanno registrato una crescita dei ricavi pari a +9,1%. Seguono le case farmaceutiche (+6,1%), i pagamenti digitali (ricavi +4,7%), l’Elettronica (+4,5%) e il Food (+3,4%).
Passando agli altri parametri, il risultato operativo medio flette del 18,9% sul primo trimestre nonostante la corsa della Gdo (+33,6%), delle case farmaceutiche (+18,1%), delle WebSoft (+17,6%) e dell’Elettronica (+10,9%). Il margine operativo netto medio delle multinazionali è pari al 14,3% (-2,4%. sul 1° trimestre 2019). “La redditività premia il settore dei Pagamenti Elettronici che fa registrare l’ebit margin più alto in assoluto (28,4%; -4,2 p.p.). Seguono le farmaceutiche (26,8%; +2,6 p.p.) e il comparto dell’Elettronica (22%; +1,1 p.p.)”, spiegano gli economisti di Mediobanca (MI:MDBI).
Per quanto riguarda gli utili è la Grande distribuzione a primeggiare, con profitti netti in salita del 34,8%. Aumenti a doppia cifra anche per le farmaceutiche (+20,5%), le WebSoft (+14,9%) e il settore dell’Elettronica (+10%).
Le aziende che hanno perso dal Coronavirus
La crisi pandemica, ha letteralmente travolto i produttori di aeromobili e i colossi dell’Oil & Energy che nei primi tre mesi dell’anno hanno visto i loro ricavi contrarsi rispettivamente del 22,1% e del 15,9%. Male anche la Moda (-14,1%), l’Automotive (-9,1%) e le Telco (-2,6%).
In termini di utili sono pesanti “le ripercussioni per le multinazionali produttrici di aeromobili e i colossi Oil&Energy (che passano da un utile a una perdita netta), oltre ai forti decrementi registrati dall’Automotive (-92,4%) e dalla Moda (-92%).
Calo vertiginoso anche per l’ebit, con “i produttori di aeromobili (il cui ebit passa in terreno negativo), i settori Oil & Energy (-87,8%), Moda (-81,5%) e Automotive (-75,8%) che hanno subìto il più duro contraccolpo”. Meno netta, ma comunque importante la contrazione dell’ebit del settore Drinks (-10,1%), dei Pagamenti Elettronici (-8,9%), Media & Entertainment (-7,7%), Telco (-5,9%) e Food (-3,4%).
La crisi è ancora agli inizi
Siamo ancora alle prese con le prime ripercussioni economiche della crisi sanitaria che ha sconvolto il mondo. Eppure le percentuali sono già da record. Se c’è una cosa su cui tutti gli analisti concordato è che quella che stiamo cominciando ad affrontare è la recessione più forte dai tempi della seconda guerra mondiale. Per una effettiva ripresa dell’economia, occorrerà aspettare ancora molto, soprattutto perché l’impatto del Covid-19 sui numeri di tutto il 2020 rimane per diversi motivi ancora difficile da prevedere: su tutti, la grande incertezza generata da una crisi la cui scala, durata ed estensione geografica sono in continua evoluzione; non a caso, numerose aziende hanno deciso di ritirare la guidance per l’anno in corso.