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L’oro e il venerdì nero del 1869

Pubblicato 06.04.2020, 19:19
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Durante la presidenza di Ulysses S. Grant, il cui obiettivo era quello di rimborsare il debito contratto nel corso della Guerra Civile che era garantito da ingenti quantità d’oro, la storia narra che James Fisk e Jay Gould riuscirono a monopolizzare il prezzo dell’oro, provocando il Venerdì Nero del 24 settembre 1869, grazie al rapporto con lo speculatore Abel Corbin, nonché marito di Virginia Grant, nientemeno che sorella del Presidente.

Fisk e Gould, conosciuti per essere due dei più grandi speculatori di Wall Street dell’epoca, volevano manipolare il Presidente Grant che aveva facoltà di ordinare al Tesoro la vendita di grandi quantità d’oro abbassandone il prezzo di mercato. Corbin reclutò Daniel Butterfield, che aveva già aiutato ad ottenere una carica al dipartimento del Tesoro, il quale accettò di fornirgli informazioni su quando il governo avrebbe venduto l’oro. Il piano funzionò tant’è che da agosto al 16 settembre 1869 avevano 10 milioni di dollari (2/3 del mercato totale) in oro e il prezzo di questo aumentò del 20% conseguentemente al blocco delle vendite deciso dalla presidenza su raccomandazione di Gould e Fisk. Successivamente il Presidente si insospettì e intimò a Corbin, attraverso una lettera scritta dalla moglie a Virginia Grant, di chiudere le posizioni il più velocemente possibile; ed è qui che cambiarono le carte in tavola: Corbin informò Gould degli ultimi sviluppi ma quest’ultimo non informò Fisk.

Il 23 settembre il Presidente Grant riferì al segretario al Tesoro Boutwell di vendere 4 milioni di dollari in oro, a questo punto Butterfield informò Gould che nuovamente non informò Fisk.

Venerdì 24 settembre Fisk stava ancora comprando oro che aprì a 145 $ in pre-market, 150 $ in seduta ufficiale con un massimo di 162,5 $; verso mezzogiorno si sparse la notizia che il Tesoro aveva venduto 4 milioni di dollari in oro e in soli 60 minuti il prezzo gonfiato passò da 162,5 a 133 (-18%). Ne seguì che il mercato azionario perse oltre il 20%, 50 uffici di brokeraggio fallirono, 150 ne risentirono per anni e il minimo del mercato azionario si ebbe nel 1873. Gould, essendone già a conoscenza, vendette rapidamente le sue riserve d’oro portando a casa ingenti profitti, Fisk ne usci indenne dal punto di vista finanziario mentre Corbin invece fu l’unico a subire delle pesanti conseguenze dall’operazione speculativa.

Lavagna nella New York Gold Room il 24 settembre 1869 che mostra il crollo del prezzo dell

Questa storia che narra il primo Venerdì Nero della borsa e di una lunga depressione economica che ne seguì per gli Stati Uniti ci mette in guardia dai rischi di una speculazione incontrollata favorita dalla connivenza tra politica e autorità monetaria, esattamente come lo scenario attuale in cui la FED ha ceduto alle pressioni dell’amministrazione Trump per garantire condizioni di liquidità in quantità illimitata al mercato.

Ultimi commenti

Credo che con l'ultimo 'emergency cut' di marzo e il varo de QE illimitato Powell passerà alla storia come ultimo presidente della FED... indipendente. Poi si tornerà indietro di un secolo. Magari non al 1869...
Signorina Vanoncini, ci faccia il piacere, la Fed ha varato un QE illimitato perché i lockdown ci avviano ad una DEFLAZIONE mortale, dato che massacrano i consumi, non perché Trump ha fatto pressioni. Le pressioni le ha fatte nei mesi passati per altri motivi discutibili, ma oggi la scelta della Fed è buonsenso riconosciuto da tutti. Vederci interferenza politica significa essere fuori dalla storia.
Luca, Powell nel suo intervento odierno di fronte alla precisa domanda di un giornalista ha minimizzato il rischio futuro di inflazione, sostenendo che non è un problema allo stato attuale ma che tra qualche tempo 'col senno di poi' qualcuno potrà obiettare sulla giustezza dell'operato della FED. La sua risposta sibillina allude, se lei non se ne fosse accorto, al fatto che il timone della politica monetaria non è più saldamente nelle sue mani, e che le scelte attuali, pur rese necessarie dalla situazione di emergenza che tutti conosciamo, presentano delle conseguenze che saranno suscettibili di essere viste in tutt'altra luce in futuro. Lo stesso Presidente della FED ne è ben consapevole ma non può fare diversamente, ora il fatto che l'indipendenza di un'istituzione così importante sia stata costantemente messa in discussione da quando lo stesso presidente Trump l'ha nominato è sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori e non solo.
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