Ultimamente molte persone mi chiedono come stia andando quest'anno così difficile dal punto di vista del mercato immobiliare, considerata la situazione in Italia e in tutto il mondo dovuta alla crisi da coronavirus. Sicuramente si tratta di un anno davvero ‘complicato’, in quanto costellato da tantissime incertezze soprattutto per quanto riguarda il mercato immobiliare nel periodo del lockdown.
Molte fonti autorevoli del mercato sostenevano che le case in cui le persone avrebbero voluto vivere in futuro sarebbero state solo di ampia metratura proprio perché durante il lockdown si rendevano conto che molto spesso i loro appartamenti erano troppo piccoli.
Io e il mio team di Urbinvest ci occupiamo di frazionamento quindi acquistiamo case ampie e le trasformiamo in appartamenti di piccola metratura. Diversi colleghi si sono molto preoccupati per la situazione durante il lockdown, in quanto si rischiava lo stop dei cantieri col pericolo conseguente del blocco di tutte le operazioni in corso e la mancata consegna degli appartamenti secondo i tempi previsti.
Un altro timore riguardava il futuro. Cosa sarebbe successo dopo il lockdown? Sarebbero crollati i prezzi a causa della riduzione delle compravendite? Saremmo riusciti a garantire i rendimenti e le tempistiche?
A quel punto, però, non ci siamo persi d’animo e abbiamo continuato a studiare e analizzare il mercato nello stesso modo in cui in cui lo facevamo prima, cercando di capire anche i cambiamenti di abitudini delle persone, le scelte economiche in generale e le conseguenze sul mercato immobiliare. Intanto, abbiamo visto che le banche continuavano a erogare mutui proponendo tassi estremamente vantaggiosi
La sostenibilità nel settore immobiliare
Una delle questioni più interessanti emerse dalle nostre analisi riguarda la sostenibilità, in quanto durante il lockdown molte persone desideravano cambiare il proprio modo di vivere, migliorandone la qualità anche in termini di rispetto dell’ambiente. Secondo molti esperti, le persone ipotizzavano un futuro in campagna, attratte dal vivere in spazi aperti in una realtà più sostenibile.
Questa attenzione verso la sostenibilità si sta trasformando in piani economici messi a punto da diverse nazioni in tutto il mondo, mentre in Italia restiamo ancora indietro da questo punto di vista.
Milano, ad esempio, è una città che rende molto l'idea sotto questo punto di vista. Spesso vengono riqualificate intere zone industriali e realizzate nuove abitazioni in classe energetica molto alta o secondo la concezione della casa smart, idea che noi puntiamo a realizzare anche a Roma.
Non tutte le persone, infatti, sono disposte a trasferirsi in campagna per vivere meglio, ma preferiscono restare nei propri quartieri dove hanno sempre vissuto e questa esigenza si è confermata anche durante il lockdown.
La voglia di investire rimane
Nel corso del lockdown non sono cessate le chiamate di persone che volevano investire o che lo avevano fatto in passato e cercavano il ‘bis’.
Tutte queste telefonate mi hanno sorpreso e ad ogni chiamata ero sempre più sbigottita, però mi sono resa conto che effettivamente c'era un’esigenza comune a cui è necessario dare una risposta.
Per questo motivo, ho deciso di creare Urbinvest con l’obiettivo di rendere l’investimento chiaro, semplice e concreto, puntando sulla consulenza personalizzata con gli investitori e investendo direttamente sull’immobile facendosi carico di tutte le spese.
Ci occupiamo, inoltre, di tutta la parte operativa, individuando le migliori opportunità di investimento e occupandoci del frazionamento e della ristrutturazione, per poi passare alla vendita: l’investitore non deve far altro che mettere a disposizione il capitale per poi raccoglierne i frutti.