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Operatori confusi, troppi fattori esogeni che rendono i mercati imprevedibili

Pubblicato 09.10.2019, 11:30
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Per due paesi che stanno per avviare negoziati commerciali di alto livello, l'atmosfera tra Stati Uniti e Cina sembra essere sempre più tesa. Negli ultimi giorni sono state effettuate una serie di mosse da una parte e dell’altra che non gettano solide basi per negoziati costruttivi. Gli Stati Uniti hanno inserito 28 società e organizzazioni cinesi nella “black list”, istituendo al contempo il divieto di visto a numerosi funzionari cinesi. La risposta non si è fatta attendere: la delegazione commerciale cinese sta già pianificando di interrompere la visita, mentre il vice Premier Liu He non ha ricevuto lo status di "inviato speciale" dal Presidente Xi, il che significa che non potrà prendere decisioni durante gli eventuali colloqui.

Proprio in questo momento è giunta notizia che la Cina sarebbe aperta a un accordo commerciale parziale nonostante la lista nera dei tecnologici, mentre stamattina sempre fonti cinesi avevano fatto sapere che avrebbero introdotto restrizioni per i visti da concedere ad alcune categorie di visitatori provenienti dagli USA.

Notizie che al momento stanno dando un po’ di fiato alla propensione al rischio, che nella giornata di ieri aveva registrato l’ennesima battuta d’arresto evidenziando rendimenti del Tesoro in calo, un rafforzamento dello yen, un ritorno dell’oro sopra quota 1500 dollari l’oncia e un azionario in evidente difficoltà. A tutto ciò possiamo aggiungere che nonostante l’Europa abbia fatto un’altra offerta alla Gran Bretagna in merito alla questione del backstop, ormai sembra che tutto proceda in direzione di un "no deal”.

Un pizzico di luce è giunta dalle prospettive accomodanti del presidente della Fed Powell, che ha parlato di ulteriori tagli ai tassi e acquisti di obbligazioni della Fed (anche se si è affrettato a dire che non si tratta di un QE). Tutto ciò per migliorare la liquidità overnight, ma proprio a tal proposito c’è qualcuno che pensa vi sia qualche grande banca in estrema difficoltà.

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Wall Street ha chiuso la giornata di ieri decisamente al ribasso, l’S&P 500 -1,4% a 2893 punti. Poi, durante la sessione asiatica, i futures statunitensi hanno recuperato un + 0,3% ma non è bastato a far sì che l’azionario asiatico chiudesse in territorio positive ( Nikkei -0,6%). Nel forex in questo momento manca direzionalità a causa degli accadimenti di cui s’è discusso in apertura. Stessa cosa possiamo affermare per le materie prime, difatti in questo momento c’è un consolidamento dei movimenti registrati ieri.

Sul fronte macro economico oggi l’appuntamento più importante sarà quello con i verbali della Fed delle ore 20, ma avremo anche il dato sull’apertura di posti di lavoro degli US JOLTS per i quali si prevede un lieve calo ad Agosto ovvero 7.191m (dai 7.217m di luglio). Per quanto riguarda le scorte di petrolio, previsto per il greggio in incremento pari a + 2,6 milioni di barili (+ 3,1 milioni di barili la scorsa settimana), mentre i distillati dovrebbero diminuire di -2,2 milioni di barili (-2,4 milioni la scorsa settimana ) e la benzina dovrebbe scedere di -0,3 milioni di barili (-0,2 milioni la scorsa settimana).

Poi, sempre tra il pomeriggio e le ore serali, parleranno ancora una volta diversi membri FED tra cui il presidente Jerome Powell in occasione di un evento organizzato dalla Fed di Kansas City. Probabile che non dica nulla di nuovo, visto e considerate quanto ha dichiarato ieri. Invece sarà probabilmente più interessante ascoltare le opinioni del dissidente del FOMC, Esther George, che parlerà sempre allo stesso evento. Visti gli ultimi dati USA avrà cambiato opinione?

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