Bentornati all’appuntamento con l’Outlook sul Ftse Mib.
La situazione continua a rimanere nebulosa, con il nostro indice che ancora una volta ha trovato un ostacolo insormontabile in area 22.900/22.800.
Dopo un avvio piuttosto promettente, la seduta di ieri si è chiusa con un -1.00% circa e la terza chiusura negativa consecutiva.
Risulta quindi molto difficile riuscire a delineare un quadro chiaro, nel momento in cui la situazione politica è ancora caratterizzata da forti incertezze circa la formazione del prossimo governo, e dagli Usa ogni giorno rimbalzano nuove voci sui dazi e dati macro contrastanti, che naturalmente rappresentano un forte interrogativo circa le sorti dell’economia globale.
Come già esposto in alcuni articoli precedenti, la navigazione a vista diventa una necessità ed un’opera di sano pragmatismo: ciò che va fatto in attesa di segnali più chiari da parte dei mercati (ad esempio un break out di 22.900 o un break down dei minimi del 5 marzo in area 21.500/21.400), la cosa più intelligente da fare a mio avviso, consiste nello stabilire dei livelli di prezzo validi, riducendo drasticamente la durata delle operazioni, limitandosi ad un day trading ben pianificato.
Cerchiamo quindi di capire quali livelli di breve termine possano produrre inversioni o accelerazioni del prezzo, osservando il consueto grafico daily:
Tracciando i consueti ottavi di Gann, tra i minimi 2016 (zona 15.000) ed i massimi 2018 (zona 24.000), notiamo facilmente come la fortissima resistenza (di cui ormai parlo da settimane) di area 22.900/22.800 corrisponda anche al 12.50% (1/8) di Gann, così come il doppio minimo di fine 2017 e inizio mese in area 21.500 corrisponda al 25.00% (2/8) di Gann.
La fedeltà con la quale questi livelli siano stati rispettati dal Ftse Mib – in un periodo nel quale la volatilità è andata ad aprirsi rientrando verso valori medi – rappresenta senza dubbio un elemento moderatamente positivo: il mercato sebbene più inquieto di qualche mese fa e talvolta news-driven, sta mantenendo un comportamento tecnico.
Questo fattore da un lato disegna una situazione tutto sommato sotto controllo (sebbene sicuramente ci sia del fuoco sotto la cenere, da tenere in debita considerazione), dall’altro offre la possibilità di lavorare con la dovuta fiducia nei momenti nei quali il Ftse-Mib vada ad avvicinare determinati valori rilevanti.
Procedo quindi ad elencare livelli di supporto e di resistenza, che sarà buona cosa osservare con cura nei prossimi giorni/settimane:
SUPPORTI
- 22.000 tondo – Si tratta ovviamente di un prezzo psicologico dove sono intercorsi i minimi degli scorsi mesi di Ottobre e Novembre 2017. Un approdo in questa zona, con rilevamento di divergenze su oscillatori e con time frames intraday (15 Minuti – 1 Ora), potrebbe rappresentare un valido punto di entrata in posizione per rapide operazioni mordi e fuggi.
- 21.500/21.400 – Si tratta dell’area di minimo annuo che cade peraltro sulla base del trading range sviluppatosi nella scorsa estate tra Agosto e Settembre. In caso ci si arrivasse molto velocemente (ovvero entro Lunedì prossimo), un’operazione Long con ottica di rimbalzo nell’ordine di 1/1.5 punti percentuali, sarebbe per il sottoscritto un must: tanto maggiore la velocità, tanto maggiore la probabilità di una ricopertura veloce.
- 20.800/20.700 – Si tratta del 37.50% (3/8) di Gann e rappresenta un supporto davvero molto, molto solido. In quest’area riscontriamo infatti il minimo della lunga congestione di carattere accumulativo sviluppatasi nel corso di Giugno 2017, nonchè una precedente resistenza rappresentata dai massimi relativi di poco più di un anno fa, tra fine Marzo e inizio Aprile 2017. Su questi livelli ritengo ci siano parecchi open interests di operatori anche primari. Ne consegue che in questa zona, l’apertura di operazioni Long (da subordinare a quello che sarebbe un eventuale quadro generale), sia da considerarsi promettente anche con orizzonti temporali di più ampio respiro (dalla settimana al mese).
RESISTENZE
- 22.800/22.900 – Di questa prima area di resistenza ho già parlato, e del resto, osservare il grafico consente di rilevare facilmente la straordinaria rilevanza di questo livello. Attenzione tuttavia: la zona è estremamente lavorata, ne consegue che un ennesimo attacco, vedrebbe aumentare drasticamente le probabilità di breakout. Evitare con cura di aprire nuove posizioni short nel caso di ritorno ai massimi di questo mese.
- 24.000/24.200 – Si tratta dell’area di massimo annuo, che corrisponde peraltro ad un enorme e direi ormai storico spartiacque tra un Ftse Mib debole ed un Ftse Mib che possa far nuovamente sognare scenari gloriosi. In questa zona, dall’ormai post crisi sub-prime sono stati spenti tutti i tentativi di attacco del Toro. Per questo primo scorcio del 2018 le carte in tavola non sono cambiate. La considerazione da farsi è quindi estremamente logica ai miei occhi: con il veloce storno di inizio Febbraio capitanato dagli indici americani, il Long-Only in modalità massima stabilità è finito e si è aperta una nuova fase di ritorno della volatilità, condita dagli “umori” di Trump e per noi italiani, dalle vicende politiche. Oggi quindi gli indici internazionali sono chiamati ad una prova di forza, che sarebbe necessariamente accompagnata dal dipanarsi di alcune nubi che incombono all’orizzonte: per questo motivo, un ritorno ai massimi annui non potrebbe che presupporre una rottura del “muro” ed una probabile accelerazione che perdurerebbe almeno per tutto il 2019 (sebbene con pull back non più limitati e facili da gestire come quelli del 2017).
Tutti i principali analisti sono piuttosto concordi nel prevedere che in Usa arriverà una recessione entro il 2021.
E’ chiaro come questa informazione valga poco o nulla visto che nel frattempo abbiamo 9 mesi di 2018, tutto il 2019 e tutto il 2020 da gestire. Cerchiamo quindi di osservare un grafico settimanale, al fine di rilevare qualche movimento di più ampio respiro che possa aiutare a trarre ulteriori spunti:
Innanzitutto, grazie a questo grafico, si può notare in tutta la sua “magnificenza” il famigerato muro di area 24.000, che ha anche un buon legame numerologico con massimi e minimi storici del Ftse: sostanzialmente il minimo post sub-prime è arrotondabile in area 12.000 punti.
Procedendo al raddoppio di questo valore, si giunge proprio a 24.000. Raddoppiando ulteriormente, si giunge a 48.000 punti che è l’area di massimi storici.
Noi trader contemporanei, stiamo quindi lavorando a metà del guado e mi si consenta una metafora: se la partita sul Ftse Mib fosse un tiro alla fune, con gli orsi a tirare verso 12.000 e i tori a tirare verso 48.000, le forze in campo ad oggi sarebbero estremamente equilibrate.
Alla luce di queste considerazioni, c’è ancora qualcuno che è stupito dell’incertezza che viviamo ai giorni nostri, su questi livelli?
Se il compratore vuole comprare a basso prezzo ed il venditore vuole vendere al prezzo maggiore possibile, a metà di questa forbice di prezzi, verrebbe raggiunto un momentaneo equilibrio, che potrebbe poi spezzarsi in un senso, piuttosto che nell’altro…
Esistono momenti nei quali il bravo trader, a mio modo di vedere le cose, deve armarsi di pazienza operando nel breve termine ed attendendo che sia il mercato stesso a chiarire quali siano le reali forze in campo.
No, non credo ai guru francamente: oggi come oggi tracciare scenari di medio-lungo altro non è che una congettura, una sensazione.
Personalmente sono moderatamente ottimista, ma ripeto, si tratta solo di un’idea e di una percezione che il toro non sia ancora disposto a lasciare il campo all’orso. Nulla di più. Di certo non mi arrogherò particolari meriti in caso effettivamente nella seconda parte del 2018 dovesse arrivare il breakout di 24.000 punti, così come da analista tecnico, non mi sentirei avvilito qualora si dovesse scendere sotto i 20.800 punti.
Il quadro è inevitabilmente di difficile interpretazione.
Per il momento invito comunque a seguire il canale che ho tracciato sul grafico settimanale precedente: finchè lo mantiene il toro è ancora vivo.
E’ poco, ma è sicuramente meglio di niente.