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Perché l’OPEC è un cartello classico e potrebbe riprendere il potere sul mercato

Pubblicato 16.01.2020, 16:46
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 16.01.2020

L’OPEC è un cartello? Secondo il Ministro del Petrolio saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, no.

In un discorso durante una conferenza tecnologica sul petrolio a Dhahran, si è opposto a questa storica supposizione, spiegando che i media hanno formulato l’idea dell’OPEC come cartello e che “in nessun modo ha le connotazioni di un cartello”.

La tesi secondo cui l’OPEC non sarebbe un cartello si basa innanzitutto sui numerosi fallimenti storici dell’organizzazione di fissare il prezzo del greggio. Tuttavia, il gruppo in effetti opera come un cartello. Persino in periodi in cui l’OPEC è perlopiù inefficace, è importante per i trader riconoscere gli scenari in cui potrebbe manipolare i prezzi, sul breve e sul lungo termine.

Corrisponde alla definizione?

Un cartello nasce quando due o più produttori di un prodotto colludono al fine di limitare le scorte o fissare i prezzi.

L’OPEC ne è spesso considerato un esempio tipico, in quanto apparentemente sembra rientrare in questa definizione. Negli anni Settanta, i paesi produttori che costituiscono l’OPEC controllavano più del 70% delle scorte petrolifere globali e, cospirando per limitarle, hanno fatto aumentare il prezzo del greggio. Il gruppo ha dato prova di caratteristiche per antonomasia di un cartello, come la coordinazione ed il lavoro di concerto per limitare la produzione ed alzare i prezzi.

Ad esempio, nelle settimane precedenti agli shock del greggio nel 1973, i paesi dell’OPEC hanno negoziato come singola entità con le principali compagnie petrolifere internazionali per fissare il prezzo del greggio. Quando i negoziati non hanno avuto successo, l’OPEC ha deciso di assegnare i prezzi in modo unilaterale. Nel 1973, l’OPEC ha in realtà fissato il prezzo che i suoi membri avrebbero chiesto, non solo la quantità di greggio prodotto o esportato.

All’epoca, alcuni produttori OPEC puntavano al prezzo più alto che potessero ottenere mentre altri desideravano una cifra più ragionevole. L’allora Ministro del Petrolio saudita, Zaki Yamani, affermò che era nell’interesse dell’organizzazione mantenere i prezzi ad un livello appropriato perché, se fossero stati troppo alti, avrebbero rischiato di scoraggiare lo sviluppo economico globale e persino di causare una recessione durante la quale sarebbe stato comprato meno greggio.

Secondo lui, prezzi troppo alti avrebbero potuto anche spingere più concorrenti ad intervenire vedendo l’opportunità di produrre e vendere greggio non-OPEC a prezzi ugualmente alti. Zaki Yaman alla fine non riuscì nel suo intento e, anziché fissare prezzi a 7 o 8 dollari, l’OPEC fissò il prezzo a 13 dollari al barile.

Manipolatore di prezzo di successo?

Storicamente, molti produttori OPEC hanno imbrogliato sulle quote producendo di più per aumentare i ricavi del proprio paese. Questo è uno degli argomenti usati per suggerire che l’OPEC non è un cartello, ma si tratta in realtà di un comportamento tipico e di un motivo chiave per cui è tanto difficile mantenere un cartello, soprattutto quando non ci sono reali conseguenze per una sovrapproduzione.

Nel caso di un cartello della droga composto da organizzazioni criminali, che si coordinano per fissare i prezzi della droga a livello globale, i membri vengono in teoria tenuti in riga con la minaccia di violenze. Dal momento che l’OPEC non impiega queste misure, la più grande minaccia che il gruppo ha nel suo arsenale è l’espulsione.

Oggi il 40% della produzione petrolifera globale è controllata dai paesi OPEC. I dubbi sullo status dell’OPEC come cartello derivano dai suoi storici tentativi futili di fissare i prezzi tramite restrizioni delle scorte e dal fatto che, a volte, l’OPEC decide di aumentare le scorte per ridurre i prezzi anziché ridurre le scorte per farli salire.

Il fatto che l’OPEC non sempre abbia successo non significa che non sia progettata per funzionare come cartello. Inoltre, aumentare intenzionalmente la produzione e far scendere il prezzo è una strategia da cartello, come nel 2014, quando l’allora Ministro del Petrolio saudita Ali al-Naimi ha guidato un piano per inondare il mercato di greggio OPEC e riguadagnare la posizione di forza del gruppo sulla scia della rivoluzione dello scisto in Nord America. Nel 2014, l’OPEC ha fatto sì che il prezzo del greggio scendesse, ma ha operato come un cartello di successo per poterlo fare.

WTI Crude Futures Chart

Oggi, i ministri del petrolio dell’OPEC in genere si rifiutano di rispondere quando gli si chiede quale prezzo vorrebbero per il greggio. Arabia Saudita ed EAU, due dei paesi più potenti dell’OPEC, hanno da tempo asserito il loro supporto ad un mercato del greggio stabile e sostenibile aggiungendo di non avere obiettivi di prezzo.

Queste dichiarazioni pubbliche non necessariamente rispecchiano i vertici privati che avvengono fra i ministri. L’OPEC in particolare non ha una bella immagine nella maggior parte del mondo, in parte per via del ruolo che gli shock del greggio hanno giocato nello spingere il mondo sviluppato in una recessione negli anni Settanta, in parte perché le sue attività sono contrarie ad una ideologia di un mercato libero ed in parte poiché i suoi stati membri in generale hanno governi non democratici.

L’OPEC è meno efficace nel gestire e manipolare il mercato del greggio oggi rispetto ad un tempo, sebbene non sia riuscita ad ottenere un controllo preciso nemmeno nei suoi anni migliori. Oggi i produttori più piccoli vedono minori vantaggi nell’appartenere all’organizzazione e la stanno lasciando per perseguire le proprie politiche di produzione. Dopotutto, se l’OPEC dovesse avere successo nell’alzare i prezzi, anche i produttori che non ne fanno parte potrebbero prosperare.

Forse è questo uno dei motivi per cui il ministro del petrolio saudita si preoccupa tanto di ridefinire l’organizzazione. Di recente ha dichiarato che crede che l’OPEC dovrebbe essere vista come un gruppo di “produttori responsabili”, piuttosto che come un cartello.

Non fatevi ingannare dal passaggio dell’OPEC ad un’etichetta più inclusiva. L’OPEC sta cercando attivamente di aumentare i propri membri e di incoraggiare il rispetto delle quote dei membri partecipanti con il fine ultimo di migliorare la sua capacità di manipolare i prezzi del greggio globali.

Perché prestare attenzione?

Le sue decisioni sono ancora importanti per il mercato del greggio anche se non può influenzare i prezzi tanto efficacemente come avvenuto a volte in passato. Alcune delle decisioni dell’OPEC oggi hanno più impatto sul brevissimo termine, in quanto un annuncio da Vienna può ancora muovere il mercato al momento.

Tuttavia, i mercati sembrano piuttosto scettici sul fatto che l’OPEC ed i suoi attuali partner, come la Russia, stiano davvero riuscendo a manipolare le scorte in modo significativo. Tuttavia, i cambiamenti sono inevitabili e, poiché la maggior parte delle aziende petrolifere ha ridotto gli investimenti nelle esplorazioni e nella produzione di nuove fonti di greggio, è importante notare che in un futuro non troppo distante l’OPEC potrebbe controllare di nuovo più del 50% del mercato petrolifero globale. Allora probabilmente rivedremo un cartello dell’OPEC più potente.

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