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Prese di profitti su calo della propensione al rischio

Pubblicato 04.06.2020, 11:54
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Crescono le tensioni fra USA e Cina per effetto del blocco cinese al rientro dei vettori americani in Cina, mentre Donald Trump ha dichiarato che sospenderà i voli passeggeri delle compagnie cinesi negli USA. Dal canto suo, il Regno Unito ha annunciato che darà il benvenuto a 3 milioni di residenti di Hong Kong privati di diritti e libertà dalla nuova legge sulla sicurezza nazionale.

Tuttavia, HSBC e la Shanghai Banking Corporation, due istituzioni britanniche che intrattengono forti legami con la Cina continentale, hanno sostenuto la nuova legge. Le azioni di HSBC hanno guadagnato l’1,57% a Hong Kong, sollevate dal fatto che la banca non perderà accesso a un pilastro fondamentale delle sue attività sulla scia delle frizioni con il mondo occidentale.

Inoltre, il forte dato ADP ha dato una spinta notevole al sentiment degli investitori negli USA; dai dati emerge che, a maggio, l’economia statunitense ha perso 2,76 milioni di posti di lavoro, cifra decisamente migliore della flessione pari a 9 milioni di posti di lavoro prevista dagli analisti e della perdita di quasi 20 milioni di posti di lavoro annunciata il mese precedente. Il PMI non manifatturiero di ISM ha confermato un rallentamento della contrazione a maggio. Entrambi i dati sostengono l’idea di una ripresa post-Covid più rapida. Il Dow ha chiuso la seduta di mercoledì in rialzo del 2%, l’S&P500 ha guadagnato l’1,36% e il Nasdaq ha segnato un progresso dello 0,78%.

In Asia, però, gli umori sono meno positivi, perché i dati hanno mostrato un crollo pari al 17,7% delle vendite al dettaglio australiane nel mese di aprile, e anche le cifre che saranno diffuse nelle prossime ore in Europe probabilmente confermeranno un declino del 15%.

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Il Nikkei (+0,17%) e l’ASX 200 (+0,96%) hanno segnato un rialzo marginale, mentre le borse di Hong Kong e Shanghai hanno registrato perdite contenute sulla scia delle crescenti tensioni fra USA e Cina.

I metalli industriali si sono indeboliti e anche il petrolio è calato. Il greggio WTI si è imbattuto nel muro vicino ai $38 al barile. Il prezzo di un barile è sceso a $36, perché gli investitori hanno preferito evitare di correre rischi, incassando i profitti dopo che le scorte di petrolio USA hanno segnalato un inaspettato calo pari a 2,1 milioni di barili la scorsa settimana e perché, viste le crescenti incertezze sul tanto atteso incontro fra OPEC e Russia, l’annuncio di un taglio della produzione da 9,7 milioni di barili, in cui gli investitori avevano riposto le speranze, potrebbe non arrivare questa settimana. Tuttavia, alla luce dell’ottimismo sulla normalizzazione economica post-Covid e degli sforzi congiunti per frenare la sovreccedenza globale, i cali dei prezzi vicino e sotto il livello dei 35 dollari potrebbero essere buone opportunità di acquisto sui minimi. Si osserva un solido supporto nei prezzi dei $32/30.

L’attività sui futures USA ed europei segnala un avvio sulla parità per giovedì. Il FTSE 100 dovrebbe consolidare i guadagni sotto la soglia dei 7400 punti, visto il rafforzamento della sterlina e la pausa nei rialzi del petrolio e delle materie prime.

Sui mercati valutari, il dollaro USA trova richieste migliori contro le altre valute principali. L’ultimo rimbalzo del dollaro USA è più una correzione delle brusche perdite della scorsa settimana che il risultato di operazioni improntate alla ricerca di sicurezza.

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L’EUR/USD consolida i guadagni sopra il livello a 1,12 dopo il rally che ha consentito di superare la media mobile a 100 settimane (1,1220), sulla scia del dollaro meno caro e del prospettato annuncio di maggiori stimoli monetari all’odierna riunione della Banca Centrale Europea (BCE).

All’odierna riunione di politica monetaria, la BCE dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse e aumentare di 500 miliardi di euro la dotazione del programma di acquisti per l’emergenza pandemica (PEPP) per dare ulteriore sollievo alle economie europee devastate dalle chiusure per il coronavirus. C’è però il rischio che la BCE adotti toni cauti circa l’incremento degli acquisti di asset finché non si farà chiarezza con la corte tedesca. Certo, la proposta del Consiglio Europeo di un pacchetto di salvataggio da 750 miliardi di euro potrebbe togliere un po’ di pressione dalla BCE, ma Christine Lagarde probabilmente farà la voce grossa per tranquillizzare gli investitori, assicurando che la banca è pronta è fare tutto il necessario per raggiungere l’obiettivo del suo mandato, ovvero spingere l’inflazione verso il 2%. Ora che gli investitori hanno acquistato in modo massiccio sull’onda del previsto aumento degli acquisti di bond, anche l’annuncio di un incremento di 500 miliardi di euro potrebbe scatenare una reazione “vendi sul fatto” e incoraggiare una correzione ribassista di breve termine sull’EUR/USD, che ha già raggiunto condizioni di mercato ipercomprato dopo i notevoli rialzi della scorsa settimana. Una correzione verso 1,1130 (23,6% del ritracciamento di Fibonacci sul rimbalzo di aprile-giugno, livello meno incisivo) dovrebbe essere salutare. Il supporto chiave per l’ultimo rally si attesta a 1,1050, pari al 38,2% del ritracciamento, livello decisivo, che dovrebbe fare da spartiacque fra il consolidamento dell’attuale trend positivo e un’inversione ribassista di medio termine.

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Il potenziale al rialzo del cable è stato frenato da 1,26, il massimo del canale di tendenza leggermente ribassista in atto da tre mesi. Un’ulteriore correzione del dollaro potrebbe far scendere la coppia fino alla media mobile a 100 giorni (1,2480). Gli orsi della sterlina si fanno sicuramente pochi scrupoli a ribaltare i lunghi di breve termine, visto che il Regno Unito rimane fermo nella sua decisione di lasciare l’UE entro la fine dell’anno. La data di scadenza per la decisione è il 30 giugno. C’è, però, chi spera che la crisi della Covid-19 possa portare a un rinvio della scadenza, infatti Scozia, Galles e Irlanda del Nord stanno spingendo per una proroga di due anni, in modo da dare ai politici britannici più tempo per raggiungere un accordo plausibile con i partner europei.

Altrove, l’oro attrae gli acquirenti sotto i $1700 all’oncia, l’USD/JPY si prepara a testare il livello a 110 sulla scia della resilienza della propensione al rischio globale e della correzione positiva dell’USD.

L’USD/CAD trova un discreto supporto vicino alla sua media mobile a 200 giorni (1,3465) e potrebbe rimbalzare a 1,3750/1,3800 sull’onda dell’indebolimento del petrolio.

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