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Quando eravamo Re

Pubblicato 27.04.2020, 15:59
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Pensando alla nostra meravigliosa Penisola mi è tornato alla memoria uno dei film-documentari più interessanti della storia dello sport e del cinema in generale, ovvero quel “Quando eravamo Re” di Leon Gast uscito nel 1996 che ricostruiva uno degli incontri di pugilato più entusiasmanti di tutti i tempi disputatosi a Kinshasa (Zaire, l’attuale Repubblica Democratica del Congo) il 30 Ottobre del 1974 tra Cassius Clay e George Foreman.

Analogamente all’Italia di oggi (“contro” l’EU e “contro” se stessa), Cassius Clay si trovava nel momento più difficile della sua carriera con di fronte un avversario ritenuto impossibile da battere. Col suo carisma, facendosi “ambasciatore” del riscatto morale e culturale dell’intero popolo africano, affrontò la sfida, vincendola in modo memorabile!

Io non so se la dura battaglia che attende il Popolo Italiano e l’Italia nei prossimi mesi (bi-triennio) avrà lo stesso epilogo (me lo augurerei di cuore, ma ho seri dubbi a riguardo) ma quel che so è che, almeno per una volta, Re lo siamo stati anche noi.

Il gloriosissimo Impero Romano con il suo SPQR dominava l’Europa intera espandendosi su 3 diversi continenti ma, probabilmente, proprio da li’ “imparammo” quanto di più autolesionisitico ci possa mai essere: l’arte del privilegio e della corruzione dimenticandoci del tutto le virtù che resero possibili l’essere Re: disciplina, fedeltà agli impegni presi, rigorosa rettitudine e lealtà

Ebbene (di esempi purtroppo ce ne sarebbero a migliaia), quelle tecniche autolesionistiche e masochiste mai dimenticate, oserei dire persino migliorate, diedero la “benedizione” addirittura alla neonata Repubblica Italiana (2-3 Giugno 1946). Solo 6 mesi dopo infatti, nel Gennaio del 1947, a Roma, prese vita una prestigiosa iniziativa che doveva essere il simbolo di rinascita ed efficienza Nazionale: la costruzione dell’aeroporto di Fiumicino.

Allora, come oggi!!, fu costruito con materiali scadenti e su un territorio paludoso, senza aver minimamente pensato ad un’opera di drenaggio e dopo 6 mesi fu dichiarato inagibile. Doveva sorgere a Casal Palocco ma sorse a Fiumicino. Doveva essere ultimato nel 1950 ma venne pronto nel 1961 ed invece dei 15 Miliardi preventivati ne furono spesi 130.

Poi gli anni ‘60 ci regalarono un’altra grandissima opportunità: un boom economico senza precedenti che nel 1991 ci portò ad essere la 4a potenza mondiale ma nonostante tutto, proprio il 16 Maggio dello stesso anno (il giorno dopo il rapporto del Business Int’l), incredibilmente, Carlo Azeglio Ciampi “tuonava”: “non siamo sorvegliati speciali ma occorre aggredire l’inflazione”.

La scellerata politica successiva, fino ai giorni nostri, ha fatto il resto.

E ora? Impossibilitati ad abbandonare l’Europa, a meno di voler ridurre l’Italia in cenere, ci sentiamo sprofondare nel bel mezzo di una palude dove i rami a cui poterci aggrappare non è certo possano garantire di sopportare il nostro peso.

Il motivo per cui non possiamo lasciare l’Europa, a meno che l’Europa lasci noi, è semplicemente dovuto al fatto che l’Italia paga circa 80 Mld di interessi all’anno sul debito ma non scordiamoci che gli interessi rimangono bassi grazie all’Unione Europea, che si impegna inoltre ad acquistare i circa 280 Mld. di Titoli di Stato che emettiamo ogni anno

Un Italexit raddoppierebbe se non triplicherebbe, come minimo, il costo degli interessi e nessuno si sentirebbe l’obbligo di sottoscrivere i nostri Titoli, e l’inflazione andrebbe alle stelle

Però, “L’Italia non è la Grecia!”. Certo, ma, aggiungo io, “potrebbe diventare il Gibuti!”.

L’Italia non è la Grecia … perchè, per fortuna,

A) il “tesoretto” messo da parte a partire dagli anni ‘60 fa si che sui conti correnti nazionali ci siano ben 1400 miliardi di euro
B) la ricchezza accumulata (asset posseduti) ammonta a circa 4500 Miliardi
C) dato importante, il rapporto tra attività e passività è di circa 4.5. Ovvero, l’indebitamento risulta essere di ¼ rispetto agli asset posseduti (anche se il patrimonio è per la maggior parte costituito da immobili)
D) l’Italia è appena sotto il gradino del podio nella graduatoria delle riserve auree, dietro a Stati Uniti, Germania e Fondo Monetario Internazionale.

Ma potrebbe diventare il Gibuti…

Poichè tutto quanto sopra menzionato l’EU lo sa, ed i nostri politici pure. E qualora entrambi se ne fossero dimenticati a ricordarglielo è stata l’Agenzia americana Moody’s che proprio poco tempo fa citava “le famiglie italiane continuano ad avere alti livelli di ricchezza (e risparmi) che può fungere da cuscinetto importante contro gli shock futuri e che può altrettanto essere una potenziale e sostanziale fonte di finanziamento per il Governo”. E come dicono da quelle parti “A word to the wise!”

Operatività (le percentuali si riferiscono al momento in cui scrivo)

FTSE MIB - La strategia rimane valida.  Long da 17350 (meno 1% circa) con target fascia 19500-20000. Raddoppio posizione in caso di ulteriori ed imminenti ribassi in fascia 16-15500. Al momento nessuno stop loss 

FERRAGAMO (MI:SFER) - Long da 12.20 (meno 9% circa) con target area 15.50. Nessuno stop loss

MPS (MI:BMPS) – Long da 1.1750 (meno 8% circa) con target fascia 1.40-1.50. Nessuno stop loss

NATURAL GAS – Long da 1.70 (ora 1.82 circa con “effetto temporale”)
Posizione a meno 2% circa. Il target rimane fascia 2.10-2.20 prima, e 2.70 successivamente

NICKEL - Long a 11500 (+ 6.00% circa) con target in fascia 13500-14000 e Stop Loss a 10200

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