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Settimana importante per euro e USD/JPY

Pubblicato 10.12.2019, 10:06
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex 09.12.2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Le vacanze si avvicinano ma c’è almeno un’altra settimana di possibili grandi movimenti valutari prima di entrare nello spirito delle feste. Con due annunci di politica monetaria ed una grande decisione sui dazi da parte del Presidente USA Trump, un’espansione in volatilità è quasi sicura. È una settimana particolarmente importante per EUR/USD e USD/JPY. Entrambe le coppie sono rimaste piuttosto stabili questo lunedì, ma con l’andare avanti della settimana si prevedono degli sviluppi. Per l’euro, Christine Lagarde terrà il suo primo annuncio di politica monetaria da Presidente della BCE. Ha tenuto già diversi interventi pubblici da quando è in carica, ma ha sempre tenuto per sé le sue considerazioni di natura politica. Alla conferenza stampa di questo mese dovrà necessariamente condividere le proprie considerazioni e molto probabilmente manterrà lo status quo durante il primo vertice. Sappiamo già che secondo la BCE la politica deve rimanere accomodante e i governi devono fare la loro parte per sostenere l’economia. La Germania potrebbe aver evitato una recessione, ma l’inflazione è bassa e la crescita è lenta. Per tutte queste ragioni, a Christine Lagarde non conviene escludere un ulteriore allentamento. L’economia sta iniziando solo ora ad andare nella direzione giusta, ma è ancora in alto mare, dunque al capo della BCE conviene aspettare una conferma della ripresa prima di decidere di virare, soprattutto se il Presidente Trump non dovesse prendere una decisione sui dazi cinesi prima del vertice della BCE.

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Per il cambio USD/JPY la decisione di Trump sulla nuova tornata di dazi sulle merci cinesi, che dovrebbero partire dal 15 dicembre, fa passare in secondo piano l’ultimo vertice dell’anno della Federal Reserve. Trump potrebbe decidere di dare l’annuncio dopo la chiusura dei mercati di venerdì, e, a quel punto, la reazione dei mercati si vedrà la settimana prossima. Questo scenario è altamente probabile se dovesse decidere di andare avanti e imporre i dazi. La Federal Reserve e la BCE dovrebbero lasciare la politica invariata e per entrambe le banche il focus si sposta sulle previsioni. Nel caso della Fed, la maggioranza dei policy maker non ritiene necessario un ulteriore allentamento ed il dati di venerdì sull’occupazione non agricola conferma questa visione. Il Presidente vuole che la Fed continui ad abbassare i tassi di interesse, ma i dati sono stati positivi e la banca centrale potrebbe decidere di concentrarsi sui miglioramenti dell’economia. Dunque, finché Trump non annuncerà prima di giovedì l’arrivo di altri dazi per la Cina dal 15 dicembre, il rischio è al rialzo per il biglietto verde.

Il dollaro USA ha iniziato la settimana in salita contro le principali controparti, ma l’impennata è stata cauta in vista di questa settimana piena di notizie. Purtroppo il mercato non ha indizi sulla decisione di Trump, che è l’evento più rilevante della settimana. Oltre al FOMC, negli USA si attendono i dati sull’inflazione USA e sulle vendite al dettaglio. Se la Fed sarà ottimista e l’amministrazione Trump non porterà il mercato a credere che i dazi sono ormai cosa fatta, il cambio USD/JPY salirà sopra 109. Tuttavia, se la Casa Bianca dovesse andarci pesante con la Cina, allora né i dati positivi né l’ottimismo della Fed riusciranno ad aiutare il cambio USD/JPY.

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In contrasto ai guadagni di euro, sterlina e USD/JPY, il dollaro australiano e quello neozelandese sono scesi sulla scia di dati cinesi più deboli. Sull’export continuano a pesare i dazi e la paura è che il fardello sarà ancora più pesante se i dazi aumenteranno questo mese. Sarà interessante vedere se il Governatore della RBA Lowe farà qualche riferimento a queste problematiche durante il discorso di stasera. L’ultima dichiarazione della RBA non è stata così cauta come ci si aspettava, ma c’è da dire che le relazioni USA-Cina sono peggiorate da allora.

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