Consiglio vivamente di vedere il video in basso per un’analisi più approfondita e soprattutto con il supporto dei grafici.
Dal 1983 il cambio dollaro USA contro quello di Hong Kong quota all’interno di una banda predefinita, solitamente intorno a 7.8.
Adesso siamo vicini a 7.75, ovvero sulla parte più bassa e da ieri circolano delle voci che negli ambienti vicini al presidente Trump qualcuno stia pensando di rompere questa sorta di “peg”, come punizione nei confronti della Cina dopo la recente approvazione della legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong.
Non se ne parla ancora ai livelli più alti dell’amministrazione Trump secondo Bloomberg, però il rumour mette una certa agitazione sugli investitori.
Le autorità di Hong Kong fanno sapere di avere sufficienti riserve nel caso in cui gli USA decidessero di procedere con la rimozione del cambio fisso.
Molti esperti dicono che sarebbe una bomba nucleare con scenari apocalittici su tutti i mercati finanziari, compresa Wall Street.
Pare che Kyle Bass, fondatore della Hayman Capital Management, si sia già attrezzato per tale eventualità con il lancio di un fondo il mese scorso proprio per mettere sotto pressione il “peg”.
Sarà solo un caso che da ieri l’oro, il bene rifugio per eccellenza, stia spingendo al rialzo con un massimo odierno sopra i 1.800 dollari?
Sono dei prezzi che non toccava dal 2011, quando qualche mese prima registrava il max storico poco sopra i 1.900 dollari.
Direi di dare un’occhiata anche al VIX, il cosiddetto indice della paura, che nonostante il forte recupero dell’indice S&P500 dai minimi di marzo ed i nuovi top assoluti del Nasdaq, è ancora +70% circa dalla quotazione precedente al grande crollo.