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Trump minaccia nuovi dazi sulla Cina, saltano le scommesse sulle materie prime

Pubblicato 06.05.2019, 10:17
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Uno dei motivi per cui le materie prime sono tornate all’assalto ad un anno dalla crisi finanziaria è stata l’idea che l’ampio intervento pubblico fosse riuscito a ridurre l’incertezza ed i rischi sistemici nel settore finanziario. Se dovesse esserci una crisi finanziaria 2.0 con Donald Trump, saremo fortunati ad essere così ottimisti.

La propensione del Presidente USA a prendere decisioni politiche su due piedi tramite Twitter rappresenta una delle principali fonti di instabilità dei mercati al momento. Dai tweet per dire all’OPEC cosa fare sul greggio, alle costanti pressioni sulla Fed per ridurre i tassi di interesse, Trump è stato un’incognita come nessun’altra sui mercati, materie prime incluse.

E ieri è tornato nel suo elemento quando ha twittato che alzerà i dazi su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi prima della fine di questa settimana e che ne prenderà “presto” di mira altre centinaia di miliardi, in quanto si è detto scontento dei tentativi della Cina di tirare per le lunghe un accordo commerciale tra i due paesi e “rinegoziare” quello che era stato deciso negli ultimi cinque mesi. In seguito alla tregua sui dazi a novembre tra i due paesi, sono stati tenuti vari round di negoziati ed entrambe le parti hanno parlato della possibilità di un accordo.

La mossa di Trump aumenta i rischi ribassisti per greggio, rame, soia

Di conseguenza, l’ultima palla ad effetto lanciata da Trump contro la Cina fa aumentare enormemente i rischi ribassisti per i prezzi di greggio, rame e soia, tutti prodotti di cui la nazione asiatica è un grande consumatore. I prezzi del greggio e della soia sono crollati di circa il 2% negli scambi asiatici di questo lunedì ed il rame ha perso oltre l’1%, sulla scia del calo globale trainato dal tonfo di 450 punti dell’indice Dow a Wall Street e dal crollo del 5% delle borse cinesi.

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Sapendo quanto sia volubile Trump, potrebbe uscirsene con un tweet rassicurante sulla Cina fra un giorno o due, soprattutto se i negoziatori cinesi sul campo riusciranno a convincere le controparti statunitensi della serietà delle loro intenzioni di siglare un accordo che piacerà al presidente.

Il team di Trump potrebbe inoltre limitare i danni: il consulente economico della Casa Bianca Larry Kudlow già ieri ha affermato che il presidente intendeva semplicemente spingere i cinesi ad accelerare l’accordo, e non dare seguito alle minacce contro di loro. Tali interventi compensativi potrebbero rimettere in piedi le borse facendo loro recuperare tutte le perdite prima della fine della settimana.

WTI Daily Chart - Powered by TradingView

Tuttavia, se nessuna di queste cose dovesse succedere e i mercati restassero in agitazione, con Trump fermo nel suo attacco alla Cina, allora il greggio USA West Texas Intermediate probabilmente crollerà sotto il supporto chiave di 60 dollari al barile, un livello che non si registra da marzo.

Più durerà la minaccia di dazi, peggio sarà per le materie prime

Questa alternativa potrebbe non essere tanto male per Trump, considerato che sta tentando di far scendere i prezzi del greggio ormai da un po’ di tempo, dopo che la sua decisione di raddoppiare le sanzioni sulle esportazioni di greggio iraniano non ha suscitato l’aumento della produzione che si aspettava come reazione da parte dell’Arabia Saudita. Semmai, l’ultima mossa dei sauditi nell’ottenere fior di quattrini dalle raffinerie asiatiche alla ricerca di una sostituzione del greggio iraniano dimostra che non hanno alcuna intenzione di esaudire il desiderio di Trump di avere prezzi bassi del greggio alle colonnine USA in vista della campagna elettorale del 2020.

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Alla scorsa settimana, il prezzo di vendita ufficiale saudita per il greggio Arab Heavy con consegna a giugno era vicino ai massimi di 8 anni, con il paese che tenta di rinvigorire i mercati petroliferi globali indeboliti da un inatteso rimbalzo delle scorte di greggio USA da marzo.

Per quanto riguarda rame e soia, un eventuale fallimento delle trattative commerciali è destinato a pesare ancor di più sui loro prezzi.

Copper Daily Chart - Powered by TradingView

Per quasi un anno, i tori del rame hanno sperato che i future del metallo rosso superassero la resistenza di 3 dollari la libbra sul Comex di New York.

Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Sell” sui future del rame sul Comex, prospettando un supporto al minimo di 2,699 dollari la libbra, rispetto all’attestazione di venerdì di 2,819 dollari.

Soybeans Daily Chart - Powered by TradingView

I future della soia segnano il minimo di 8 mesi di 8,2238 dollari al bushel nella seduta odierna. Sull’anno in corso, sono crollati del 7,5%, con il deficit che dovrebbe raggiungere la doppia cifra entro l’estate nell’eventualità che non ci sia un accordo USA-Cina.

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