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Un cambio di leadership migliorerà le prospettive di Google nel 2020?

Pubblicato 06.12.2019, 15:56
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Il titolo di Alphabet Inc Class A (NASDAQ:GOOGL), la compagnia madre di Google, è rimasta indietro rispetto ai suoi rivali nel 2019. Sul titolo sta pesando una serie di preoccupazioni - tra cui il controllo dei regolatori e l’aumento della concorrenza per le inserzioni online - che il colosso dei contenuti e dell’informazione su internet si ritrova ad affrontare.

Contrariamente ad altri giganti del tech come Facebook (NASDAQ:FB), Microsoft (NASDAQ:MSFT) ed Apple (NASDAQ:AAPL), i cui titoli sono schizzati di oltre il 45% nel 2019, finora Google è rimasto indietro. Fino a mercoledì, il titolo segnava un’impennata di circa il 27% sull’anno. Ovviamente si tratta di un rialzo straordinario, ma non così tanto se lo si confronta con la concorrenza.

Alphabet Weekly Chart - Powered by TradingView

Cambiamento ai vertici

Dopo gli sviluppi di questa settimana, tuttavia, gli investitori sperano che la performance deludente abbia ormai fatto il suo corso. Martedì, i fondatori della compagnia Larry Page e Sergey Brin hanno annunciato le loro dimissioni dal ruolo di direttori della compagnia madre Alphabet, mettendo fine al loro coinvolgimento quotidiano nella compagnia.

Sarà Sundar Pichai, amministratore delegato di Google (NASDAQ:GOOGL), a dirigere Alphabet adesso, ha reso noto la compagnia. Questo cambiamento ai vertici permette a Pichai di avere il controllo sull’attività in espansione del conglomerato, compresa la divisione di auto a guida autonoma Wymo e le nuove ricerche sulla tecnologia per la salute. Page e Brin resteranno azionisti di maggioranza e continueranno a far parte del consiglio.

In un post sul blog con cui hanno annunciato il passaggio di testimone, spiegano:

“Con Alphabet ora ben consolidata e Google (NASDAQ:GOOGL) e le altre attività, cosiddette Other Bets, che operano efficacemente come compagnie indipendenti, è arrivato il momento di semplificare la nostra struttura gestionale”.

“Non siamo mai stati dei tipi attaccati ai ruoli dirigenziali, soprattutto se riteniamo che ci sia un modo migliore per guidare la compagnia. Ed Alphabet e Google (NASDAQ:GOOGL) non hanno più bisogno di due amministratori delegati ed un presidente”.

Da quando Google (NASDAQ:GOOGL) ha completato la sua riorganizzazione nella holding Alphabet il 2 ottobre 2015, il valore di mercato di quest’ultima è più che raddoppiato, arrivando a circa 911 miliardi di dollari. La straordinaria corsa decennale (la compagnia ha debuttato in borsa a metà del 2004) ha reso ricchi i primi investitori di Google, battendo enormemente i ritorni registrati dal resto del mercato all’epoca.

Quest’anno, però, il percorso è stato un po’ accidentato. Google (NASDAQ:GOOGL) sta affrontando alcune serie pressioni da concorrenti come Amazon (NASDAQ:AMZN) che cercano di portargli via una fetta sempre più ampia dell’attività di pubblicità su internet. Inoltre, insieme a questa minaccia, vari enti regolatori USA hanno avviato procedimenti per verificare alcune presunte pratiche anticoncorrenziali della compagnia, che soffocherebbero la concorrenza.

Rallentamento delle entrate pubblicitarie

Anche lo slancio degli utili di Google (NASDAQ:GOOGL) sembra aver raggiunto il picco. Le entrate inserzionistiche di Alphabet nel terzo trimestre sono salite alla cifra record di 33,9 miliardi di dollari, ma hanno deluso le attese degli analisti tra i forti investimenti sull’attività di cloud computing, considerata fondamentale per la crescita futura ma che si piazza ancora al terzo posto sul mercato dietro offerte simili di Amazon (NASDAQ:AMZN) e Microsoft (NASDAQ:MSFT).

Malgrado questi problemi, agli investitori piace la riorganizzazione della gestione ed affidano le proprie speranze nelle mani dell’indiano Pichai, ora pienamente al comando di questa complessa attività in cui la segretezza è stata l’elemento chiave dello stile di gestione.

“D’ora in avanti, la storia sarà molto più semplice: Sundar è l’unico sceriffo della città”, scrivono in una nota gli analisti di Evercore ISI dopo la notizia. Il nuovo amministratore delegato, che ha passato 15 anni in Google (NASDAQ:GOOGL), è salito alla ribalta per aver guidato lo sviluppo del browser Google Chrome.

Morale della favola

Google (NASDAQ:GOOGL) è una compagnia con un fossato resistente che è quasi impossibile sfidare. Più del 90% di tutte le ricerche su internet avvengono tramite Google e la sua controllata YouTube. Ogni giorno, Google elabora 3,5 miliardi di ricerche che rendono la sua piattaforma quella con più valore per i pubblicitari.

Detto questo, riteniamo che Alphabet debba ancora diversificare la sua attività. Le sue altre venture a parte Google (NASDAQ:GOOGL) dovranno diventare redditizie per eliminare le preoccupazioni degli investitori circa la concentrazione di più del 90% dei ricavi in una sola linea di attività. L’attuale riorganizzazione gestionale potrebbe essere proprio quel fattore che farà accelerare questo processo.

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