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Un passo avanti due indietro: mercati preda dell'incertezza

Pubblicato 24.06.2020, 12:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

I mercati globali continuano a essere divisi tra notizie contrastanti: i segnali che l'economia mondiale è entrata in fase di ripresa - con un aiuto evidente da uno tsunami di stimoli monetari - si scontrano con un preoccupante picco di infezioni e nuove chiusure. Questa dicotomia non lascia agli investitori altra scelta se non quella di continuare a seguire la vecchia strada: acquistare giganti della tecnologia che si trovano nella posizione migliore per superare questa crisi e coprire alcuni rischi accumulando beni rifugio come l'oro.

I PMI europei di ieri, lo abbiamo detto, hanno aggiunto credibilità alla ripresa, riportando l'euro al di sopra di $ 1,13 e ridando fiato – temporaneamente - all'azionario. I guadagni dell'euro sono arrivati principalmente a scapito del dollaro, che ha perso un po' su tutte le altre valute ma che stamattina sta riprovando a recuperare terreno. L'unica valuta più debole è stato il Loonie, a seguito delle indiscrezioni che gli Stati Uniti potrebbero reinserire le tariffe sull'alluminio.

A beneficiare dei problemi del biglietto verde è stato l'oro, che è salito ai più alti livelli dal 2012. Siccome la maggior parte dei contratti sull'oro sono denominati in dollari, un deprezzamento del biglietto verde rende l'oro più economico per gli investitori che usano valute estere, aumentandone la domanda.

Un'altra notizia che è passata quasi inosservata è che il numero di aziende statunitensi che hanno presentato domanda di protezione fallimentare la scorsa settimana è salito al livello più alto dal 2009, ovvero quando eravamo al culmine della crisi finanziaria globale. E' certamente qualcosa da tenere sotto controllo perché tutta la liquidità delle banche centrali non può risolvere il problema dell'insolvenza e se i fallimenti continuassero ad aumentare potrebbero rappresentare un problema enorme.

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Di fronte a tali preoccupazioni, gli investitori sembrano contenti di continuare ad acquistare i giganti della tecnologia con bilanci sani. Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Facebook (NASDAQ:FB) hanno raggiunto nuovi massimi assoluti nella giornata di ieri, catapultando il Nasdaq su un altro massimo storico.

Durante la notte la Reserve Bank della Nuova Zelanda ha mantenuto la sua politica monetaria invariata così previsto, ma ha evidenziato come la valuta di riferimento si stia apprezzando troppo rispetto al Dollaro Usa.Ciò sta attenuando le prospettive di inflazione e soprattutto sta rendendo meno convenienti le esportazioni.

Ultimi commenti

possono fare ciò che vogliono, ma presto o tardi quell'ingente debito corporate, si scaricherà sui bilanci degli intermediari finanziari, e se vanno in sofferenza le banche sarà peggio che nel 2009; a quel tempo se non altro l'economia reale "teneva"; oggi siamo (lo eravamo già) in recessione.. ricordo che le banche, per loro natura sono intermediari assolutamente instabili e tendenzialmente insolventi; con il sistema del moltiplicatore dei depositi, e tassi di intermediazione cosi bassi, non esiste capitale sufficiente che possa comprire anche solamente un 30% dei insolvenze.
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