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Valute legate alla materia prima in difficoltà con il crollo del greggio

Pubblicato 09.03.2020, 16:42
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Probabilmente non ci sarà fine alle possibili conseguenze del tonfo del prezzo del greggio, compresi eventuali seri danni alle compagnie specializzate in esplorazione, trivellazione e produzione. Inoltre, i paesi esportatori di greggio come Russia, Norvegia e Canada potrebbero anche subire dei seri contraccolpi derivanti dai ribassi. L’Australia, che esporta sia greggio che gas naturale ed ha un’economia già instabile, potrebbe trovarsi doppiamente nei guai.

Il principale e più ovvio indicatore di problemi all’orizzonte per ciascuno di questi paesi è lo stato della loro moneta che, per quanto riguarda i paesi citati prima, dimostra che ciascuna moneta nazionale si trova in forte difficoltà oggi, a causa del forte tonfo del greggio del 30% nella notte.

Il dollaro australiano è crollato oggi, con -5%, anche se ha poi recuperato a -0,5%. Potrebbero non essere solo le pressioni legate al greggio a pesare sui movimenti dell’aussie. La Reserve Bank of Australia, la banca centrale del paese, la scorsa settimana ha tagliato i tassi dallo 0,75% allo 0,50%, una decisione che ha sorpreso i trader. Bloomberg prevede che il PIL del paese si ridurrà nei prossimi 2 trimestri, in parte perché il suo principale partner commerciale, la Cina, che riceve il 32% delle esportazioni australiane, al momento è chiuso per via del coronavirus.

Da un punto di vista tecnico, sono visibili due immediati livelli di supporto, a circa 0,6360 e 0,6100. Un forte livello di supporto intorno a 0,57 dovrebbe essere la prossima mossa, una neckline storica di un pattern testa e spalle inverso.

Se il prezzo dovesse salire, una possibile resistenza si troverebbe a circa 0,70.

Il cambio USD/CAD sta ancora salendo sul grafico mensile, con il dollaro canadese in gap up sul grafico giornaliero, sopra la prima linea di trend blu, con la linea di trend superiore come potenziale prossimo obiettivo. Questo sta succedendo non solo per via dei movimenti immediati del greggio, ma anche in conseguenza di un taglio dei tassi di interesse effettuato dalla BoC il 4 marzo, dei dati sul commercio peggiori del previsto pubblicati venerdì scorso e dell’avvertimento, da parte della banca centrale, di un serio test per l’economia canadese rappresentato dalla diffusione globale del coronavirus.

La guerra dei prezzi appena scoppiata tra Russia ed Arabia Saudita senza dubbio peserà fortemente sull’economia russa, che dipende dal greggio. Sul grafico mensile, la coppia USD/RUB si sta trasformando in un grande triangolo ascendente. L’immediata resistenza per il rublo si trova a 70 e 71,75. L’indice RSI si sta già dirigendo in territorio di overbought, sebbene in passato ciò non abbia mai impedito alla coppia di salire ancora di più.

Se il livello di 71,75 dovesse essere infranto, potremmo vedere il cambio USD/RUB salire a 75 e persino a 80.

La corona norvegese ha toccato il livello storico di 9,65 nell’ottobre 2000. Sebbene l’economia del paese europeo resti forte, costanti minimi del greggio potrebbero far saltare questa equazione.

Al momento il cambio USD/NOK si mantiene sotto la linea di resistenza (blu) sul grafico mensile. Resta da vedere se la candela mensile chiuderà al di sotto o al di sopra del livello di 9,65. Se dovesse chiudere al di sotto di questo livello storico, potrebbe dirigersi più in basso per testare la linea di trend rossa a circa 8,75.

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