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Perché il titolo di Facebook sta schizzando?

Pubblicato 22.05.2020, 11:56
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Non troppo tempo fa, Facebook (NASDAQ:FB) è stata travolta dagli scandali ma, considerato il possente rally del titolo quest’anno, non si può che concludere che gli investitori hanno la memoria corta.

A partire dall’inizio del 2018, le prospettive della compagnia con sede a Menlo Park, California, sono diventate cupe, con politici ed enti regolatori che hanno cominciato a tenerla d’occhio sulla scia della notizia di un’enorme violazione dei dati che ha scatenato i timori per la privacy degli utenti. Inoltre, ci sono state accuse di manipolazione della sua piattaforma da parte di potenze straniere per influenzare le elezioni statunitensi. Il titolo è crollato.

Ma tutto questo sembra essere svanito nelle nebbie del tempo. Il titolo di Facebook ha segnato il massimo storico ieri, spinto dal rinnovato entusiasmo degli investitori per l’appeal del colosso dei social in un mondo afflitto dal coronavirus.

FB Weekly TTM

Grafico settimanale FB sui 12 mesi precedenti (TTM)

Il titolo è rimbalzato dell’11% sull’anno finora e, dal calo di mercato del 16 marzo, è schizzato del 56%.

In un periodo in cui l’economia sta entrando in una profonda recessione, ciò che sta rendendo Facebook tanto allettante è il solido bilancio della compagnia e la convinzione degli investitori che il fondatore ed amministratore delegato Mark Zuckerberg utilizzerà la base utenti da 2,6 miliardi di persone per promuovere nuove aree di crescita.

Nell’ambito di questo piano, martedì, Zuckerberg ha annunciato nuove funzioni per l’e-commerce su tutti i social della compagnia (Messenger, WhatsApp ed Instagram) per preparare la sua piattaforma a trarre vantaggio dalla prevista impennata del commercio online dopo la pandemia.

Nuova spinta dell’e-commerce

Questa nuova iniziativa di Facebook si rivolge principalmente alle piccole imprese che si trovano in difficoltà durante la pandemia. Quest’attività consentirà ai commercianti di configurare dei punti vendita online sulle piattaforme Facebook ed Instagram.

Il prodotto, chiamato Shops, è una nuova versione di una funzione già esistente di Facebook con un nome simile e consentirà ai commercianti di caricare i cataloghi dei prodotti sulla loro pagina Facebook o sul profilo Instagram. Shops, ad un certo punto, sarà accessibile dall’intera rete, fornendo ai distributori una linea diretta all’enorme base utenti di Facebook con un unico catalogo prodotti.

“Tutti questi strumenti permetteranno di tenere aperto il negozio anche quando quello fisico non può esserlo”, ha affermato Zuckerberg martedì, annunciando la nuova funzione durante una diretta.

Gli investitori hanno accolto bene questa nuova spinta per l’e-commerce. In effetti, potrebbe mitigare l’impatto della perdita dei ricavi da quei segmenti del mercato delle inserzioni digitali duramente colpiti dalla pandemia di COVID-19, compresi viaggi aerei e strutture ricettive.

Gli analisti ritengono che Shops espanderà ulteriormente la capacità di e-commerce di Facebook, rendendolo un serio operatore in questa arena.

Brian Nowak, analista di Morgan Stanley (NYSE:MS), vede una “opportunità multimiliardaria” per Facebook con Shops, mentre l’analista di Deutsche Bank (DE:DBKGn) Lloyd Walmsley prospetta un impatto da 30 miliardi di dollari, attraverso una combinazione di ricavi pubblicitari ed una percentuale minima sulle transazioni.

È prudente, tuttavia, per gli investitori tenere in considerazione i rischi per Facebook nel contesto attuale. Secondo le stime degli analisti, tra il 30% e il 45% circa dei ricavi globali della compagnia arrivano dalle categorie inserzionistiche considerate “a rischio” per il COVID-19.

Spese minori per viaggi, distribuzione, prodotti di consumo confezionati ed intrattenimento probabilmente peseranno sui ricavi di Facebook nei prossimi 12-18 mesi.

Morale della favola

Facebook ha molti modi per far accelerare i suoi ricavi usando la sua enorme portata ed il potere di spesa. Questa posizione unica rende il titolo uno straordinario acquisto a lungo termine. Allo stesso tempo, gli investitori non dovrebbero ignorare i potenziali rischi a breve termine per il titolo quando le aziende a livello globale stanno tagliando le spese per le inserzioni pubblicitarie.

Ultimi commenti

almeno lui schizza😁😁😁
Leggevo che nel decreto rilancio Italia ci sarà un credito d’imposta del 50% sulle spese pubblicitarie e tenedo conto che qui le pmi sono la stragande maggioranza delle imprese perchè un’impresa dovrebbe azzerare le sue spese pubblicitarie se le paga la metà con possibilità di cedere il credito??
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