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Italia, Istat conferma Pil 2019 a +0,3%, deficit/Pil a -1,6%

Pubblicato 22.09.2020, 10:10
Aggiornato 22.09.2020, 10:18
© Reuters.

ROMA (Reuters) - L'Istat ha confermato oggi la crescita del Pil 2019 allo 0,3% stimato a marzo.

Lo si legge in una nota in cui l'istituto comunica i dati frutto di una revisione generale periodica.

Il dato è ai minimi dal 2014, ma sopra al target governativo che lo poneva a +0,1%.

Sempre per lo scorso anno, l'Istituto di statistica ha confermato anche i numeri sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil a -1,6%, minimo dal 2007, a fronte di un target del -2,2% fissato dall'esecutivo.

Rivista leggermente al rialzo, invece, la crescita del Pil 2018 a +0,9% dal precedente +0,8, mentre è confermato il deficit/Pil a -2,2%.

"La stima aggiornata dei conti economici nazionali conferma il significativo rallentamento della crescita dell’economia nel 2019", commenta Istat. "Dal lato della domanda, nonostante il rallentamento delle esportazioni, il calo delle importazioni ha determinato un contributo positivo della domanda estera netta, mentre la domanda interna ha fornito nel complesso un contributo lievemente negativo. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si conferma la crescita delle costruzioni e dei servizi e la contrazione dell’agricoltura e delle attività manifatturiere".

Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) 2019 è pari a +1,8% del Pil (+1,4% nel 2018).

La pressione fiscale passa dal 41,7% del 2018 al 42,4%.

Il debito/Pil sale nel 2019 al 134,6% dal 134,4% dell'anno prima

Nell'anno in esame, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti in volume dell’1,6%, i consumi finali nazionali dello 0,3%, le esportazioni di beni e servizi dell’1,0%; le importazioni sono diminuite dello 0,6%.

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Per l’insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è pari al 41,8% e il tasso di investimento al 21,6%.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici segna nel 2019 una crescita dell’1,0% in valore e dello 0,5% in termini di potere d’acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie resta stabile all’8,1%.

(Valentina Consiglio, in redazione a Milano Sabina Suzzi)

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